Una scultura/installazione di Stefano Cagol (Trento, 1969) domina, con una forma e un protagonismo che rifuggono da ogni monumentalismo, nel meraviglioso cortile del Museo nazionale etrusco di Roma.
L’opera, attraverso il suo eloquio simbolico (come è quello dell’arte), e scegliendo di farlo con la tridimensionalità, l’oro, il metallo e la luce, denuncia l’insensatezza umana che stravolge, depreda, inquina il proprio habitat: come se la Terra, il suo equilibrio ecologico potessero reggere all’infinito questi costanti attacchi, e come se, soprattutto, da questo Pianeta non dipendesse la nostra vita presente e futura.
Conoscete la lontana, vulcanica isola Bouvet, una dipendenza territoriale norvegese e remoto luogo antartico che nel 1979 fu violato da un segretissimo test nucleare la cui responsabilità non è stata mai dichiarata né scoperta (fu indicata nella storia come incidente Vela)? In un posto paradisiaco e incontaminato, l’essere umano ha osato portare il suo caos e il suo veleno. Con risultati negativi ancora non pienamente calcolabili.
L’isola è richiamata da Stefano Cagol nella sua investigazione poetica, etica ed estetica, evocata nella forma contorta scultorea e come emblema del conflittuale, distopico e potenzialmente suicida rapporto che la stragrande maggioranza delle nostre società e i governi che le rappresentano hanno con la Natura, come se questa fosse altro da noi (oh, Beuys, come ce lo mostrasti bene!).
L’artista, da decenni interessato a questi temi ambientali, sociali e virtuosi che esprime attraverso più modalità e linguaggi, ci racconta, attraverso una vis metaforica, questo accadimento e più globalmente una realtà, un’attitudine, un’incultura e politiche che necessitano di urgente, velocissima inversione.
Info mostra Stefano Cagol | The Bouvet Island
- A cura dall’Associazione Arte Contemporanea – AAC Platform insieme a Camilla Boemio
- Fino al 24 marzo 2024
- ETRU _ Museo nazionale etrusco di Villa Giulia
- Piazzale di Villa Giulia 9, Roma
Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.
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