Take Me (I’m yours) itinerante ora a Villa Medici. Per un nuova esperienza di collezionismo

“Chiunque s’impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da centocinquantaquattro euro a cinquecentosedici euro.”     

Così recita il primo comma dell’articolo 624 del codice penale che punisce il reato di furto. Questa sarebbe dunque la pena da scontare per una persona che venga colta nell’atto di rubare degli oggetti di proprietà non sua.

Sappiamo però che alcuni contesti artistici sovvertono la realtà per come la conosciamo, fornendoci una cornice di evasione non altrimenti esperibile nella vita di tutti i giorni.

immagine per Take Me (I'm yours)

È questo il caso del format curatoriale Take Me (I’m yours), concepito nel 1995 da Christian Boltanski e Hans Ulrich Obrist alla Serpentine Gallery di Londra ed arricchitosi della partecipazione di Chiara Parisi a partire dal 2015. Diverse e sempre nuove le riedizioni della mostra che, dopo aver toccato Parigi, Copenaghen, New York, Bienalsur ovvero La Biennale d’arte contemporanea dell’America del Sud e l’Hangar Bicocca di Milano, giunge a Villa Medici a Roma.

Inaugurata il 31 maggio 2018 e in corso fino ad esaurimento scorte, Take Me (I’m yours) è la più vasta mostra d’arte contemporanea mai ospitata presso L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici e difatti ne occupa la maggior parte degli ambienti: dalle antiche Gallerie dei Cavalli alla Cisterna romana, dall’Atelier Balthus al giardino di fronte alla facciata della Villa sino a giungere nelle antiche vestigia sotterranee della casa di Onorio.

In questa edizione, l’esposizione collettiva e partecipativa accoglie le opere di 15 pensionnaires di Villa Medici insieme a quelle di numerosi artisti internazionali per un totale di 89 artisti appartenenti a ben 5 diverse generazioni.

Un’intensa accumulazione di opere d’arte, spaccato ed espressione dunque delle più attuali e solide ricerche artistiche contemporanee.

Paradigma dell’arte relazionale, ci sono le caramelle di Gonzales-Torres “Untitled” (Revenge), 1991 – il cui peso complessivo è pari a quello del corpo dell’artista cubano e del suo compagno Ross entrambi malati di AIDS: ogni spettatore, con l’appropriazione delle caramelle, concorre alla sparizione implicita di quei due corpi; invito ad una maggiore consapevolezza storica, gli History Fragments di Gianfranco Baruchello del 2018 sono piccoli messaggi in bottiglia a portar via contenenti dati di tipo storico; da sempre incline all’archiviazione di autorappresentazioni fotografiche delle diverse generazioni susseguitesi, con Esposizione in tempo reale n.46 MITO ISTANTANEO N.2 “SI, CI SONO ANCHE IO” 2017-2018, Franco Vaccari chiede al visitatore un selfie che, come un’istantanea hic et nunc, certifichi virtualmente e per sempre il proprio passaggio alla mostra; Presente sia nel ruolo di curatore che di artista, Christian Boltanski propone pile di panni e vestiti da prendere e conservare in alcune buste in Dispersion à l’amiable, 1991-2018.

Fulcro della mostra è quindi lo spettatore al quale, secondo le istruzioni d’uso diffuse sala per sala, è consentito non solo prendere ma anche ricevere, attivare, condividere, navigare, dipingere, partecipare, costruire, disperdere, respirare, timbrare e prendere, scaricare, strappare, portare via, tirare a sorte, inalare, accogliere, disegnare.

Una frammentazione verbale che provi a ricomporre una possibile costellazione semantica legata all’interazione con lo spettatore. Una mostra che diventa punto di snodo esperienziale, trasformando i semplici fruitori in collezionisti di nuove memorie personali e collettive.

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Tiziano Tancredi (Roma, 1989) si è laureato con una tesi specialistica in storia dell'Arte contemporanea presso l'Università “La Sapienza” nel 2017. Come critico e curatore si occupa di arte contemporanea di tipo figurativo e pittorico e di quel vasto campo di interessi che abbraccia diversi crinali tematici afferenti alle sfere dell'arte pubblica, dell'arte urbana e della street-art. In seguito alla vittoria del bando Torno Subito, dopo aver lavorato per sei mesi a Parigi presso l'agenzia-libreria Le Grand Jeu, sta attualmente svolgendo un tirocinio presso l'associazione culturale Kill The Pig a Roma.

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