Francis Bacon. Transformation a Sorrento. E la Fotografia anche

immagine per Francis Bacon
artwork 1 (Nureyev)

Francis Bacon (Dublino, 28 ottobre 1909 – Madrid, 28 aprile 1992) fu affascinato da Napoli e dalla realtà partenopea: “si innamorò della città dopo aver trascorso tre giorni a visitarne i musei” nel 1989, come racconta Barry Joule, sodale di Bacon per 14 anni dal 1978, a lungo suo vicino di casa a Londra, tuttofare dell’artista e oggi curatore della mostra Transformation, a Sorrento, fatta con parte della sua collezione; Joule prosegue rammentando come Bacon avesse apprezzato in modo particolare e intensamente Caravaggio: forse sentendolo affine nel suo essere ribelle ed emotivamente inquieto…; ma, come affermò lo stesso artista irlandese: “La mia arte non è violenta. È la vita che è violenta”: vero!

Lo possiamo constatare in questa mostra allestita a Villa Fiorentino, nell’elegante Corso Italia, dove sono esposti 10 olio su tela, 7 disegni su carta recto verso, tra i quali uno studio che sembra afferire alla celebre serie dedicata all’Innocenzo X di Velázquez alla Galleria Doria Pamphilj a Roma.

Ci sono anche 61 Artwork, inconsueti mixed media fatti con interventi pittorici su ritagli di giornali, di riviste e foto in cui riconosciamo dai fratelli Kennedy a Jim Morrison, da Hitler a un fotoritratto con Barry Joule, sino a Rudolf Nureyev, che, coincidenza, con la zona aveva assai familiarità (tra l’altro, comprò e abitò nel piccolissimo arcipelago di Li Galli, il rifugio del Comune di Positano, Salerno, dove sognò di aprire una grande scuola di danza internazionale); in esposizione anche una litografia con interventi pittorici, 8 libri sulle cui pagine l’artista aveva dipinto e disegnato e, infine, qualche foto e oggetti personali di Bacon.

Tra le opere alcune meno consuete, anni ’30, surrealisteggianti, e il noto Autoritratto del 1935/36, cubisteggiante: Picasso, con Velazquez, sono i suoi punti di riferimento, affiancati da Michelangelo, Caravaggio dai Futuristi e dal Surrealismo.

Tutto ci restituisce un intreccio di arte e vita che rende la mostra interessante e rara. Ci ha racconta, infatti, aspetti più privati e meno noti di questo artista di Dublino, in fuga da casa a soli 16 anni perché la sua omosessualità era considerata scandalosa dal padre militare. Tra le sue qualità meno risapute: la sua capacità di insegnare e fare amare la Storia dell’Arte, a detta del suo allievo Joule!

La mostra Transformation consente anche – ed è per me il suo lato più importante e apprezzabile – di scoprire che Bacon, nonostante lo negasse, aveva dimestichezza con lo schizzo e doti di buondisegnatore; e di verificare quanto raffinata e colta fosse la sua conoscenza del linguaggio fotografico e come lo adoperasse concettualisticamente: Mario Schifano, in questo senso, e molti sperimentatori anni ’60, partivano da ragionamenti e applicazioni assai simili. Difatti, dell’immagine recuperata – dalle riviste e dai giornali, ad esempio; e pubblicate sui libri – praticava, ad olio o a carboncino, una mediazione e una sintesi, marcando nuove inquadrature e connotazioni. Lui solo, però, esaltava tanto drammaticamente il dinamismo dei corpi, l’enfasi del movimento e la loro intrinseca oscurità.

Sono opere, queste di Bacon, e le sue tutte, in cui l’esistenzialismo, quel neoespressionismo quasi rabbioso e carnale, il tormento di anima e corpo sono sempre predominanti, in cui la caducità dell’essere umano è in primo piano (“Siamo potenziali carcasse”, usava ricordare) e in cui c’è anche un pervicace fondersi (o dissolversi!) delle figure nello spazio e nel tempo…

Tutto ciò fu donato, assicura Joule, da Bacon quando era allo studio al civico 7 di Reece Mews a Londra, poco prima di partire per la Spagna dove morirà poco dopo. Una parte di quel lascito è stata data alla Tate Gallery di Londra, al museo Picasso di Parigi e alla National Gallery di Ottawa, in Canada, paese nativo di Joule; ma questa sezione Joule l’ha tenuta per sé e ora viaggia attraverso questo solo show itinerante.

Info mostra

  • Villa Fiorentino, corso Italia, 53 – 80067 Sorrento
  • Corso Italia  Sorrento, Napoli
  • Fino al 21 ottobre 2018
  • Orari: tutti i giorni 10-13 e 16 alle 20, sabato e domenica sarà prolungata fino alle 21
  • Patrocio: Fondazione Sorrento e Comune; è promossa e organizzata da Artstudiopaparo
  • Biglietto intero € 10,00 – ridotto € 7,00
  • Info e prenotazioni gruppi T. 081 8782248 (Villa Fiorentino)
  • info@fondazionesorrento.comwww.baconsorrento.it
  • Segreteria organizzativa –  artstudiopaparo srl – T. 081 0140180
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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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