Il glamour in asta. Da Liz Taylor a Veruschka, da Sophia Loren alla Cardinale, foto e memorabilia di Mimmo Cavicchia della Taverna Flavia di Roma

immagine pe Mimmo Cavicchia

Mimmo Cavicchia, scomparso nel 2016, è stato il celebre proprietario della Taverna Flavia, il famoso ristorante in Via Flavia, a due passi da Via Veneto e tappa obbligata delle star italiane e di quelle americane di passaggio a Roma negli anni in cui la città era una delle mete predilette del jet set internazionale in quanto Hollywood sul Tevere e Capitale della Dolce Vita, poi dei  favolosi 60s.

Così, attori, cantanti, showgirls, modelle, stlisti di grido, imprenditori, campioni sportivi, politici mangiavano da Mimmo, che il padre avrebbe voluto avvocato ma che diventerà, invece, uno dei più vivaci animatori delle notti romane all’insegna della mondanità, del buon cibo e delle tavolate spesso proverbiali.

Nel suo locale, Mimmo Cavicchia intratteneva tutti in modo gentile, ancor più con le signore, e in cambio chiedeva una foto con dedica. Via via, ne ha radunata una quadreria esposta alla Flavia e parte del suo tesoro attualmente in cessione (tutta o parziale?). Dopo la chiusura della locanda, tenuta per un certo periodo dalle nipoti dell’estroverso Mimmo, Franca e Roberta Foffo, che ne portarono avanti l’attività, la straordinaria collezione Mimmo Cavicchia-Taverna Flavia va ora, infatti, in asta da Bertolami Fine Art – che per l’occasione inaugura il dipartimento di Autografi, Manoscritti e Memorabilia – che mette in vendita  fotografie con dedica di star dello spettacolo e dello sport e una cospicua selezione di autografi, manoscritti e memorabilia storici, letterari e musicali.

Così, ecco la memoria smembrata e, ipotizziamo, sparpagliata: per la felicità dei tanti amatori del settore, che potranno contendersi un pezzo di storia non solo di Mimmo e della sua Taverna ma di un periodo memorabile della storia del nostro Paese e del Cinema, quando a Roma, seduti a un tavolo nel locale, potevi trovare la sexy Abbe Lane, che donò a Mimmo una sua ciocca di capelli. E poi: lo stilista Valentino, sempre raffinatissimo; il genio della regia Alfred Hitchcock, il grande, scontroso Peter Sellers; il bel Peter O’Toole; Audrey Hepburn, che incarnava una principessa innamorata meglio di tutte (Ann, coprotagonista con Gregory Peck del cult Vacanze Romane, 1953, di William Wyler), da Oscar: alla Taverna era sempre in compagnia del marito Mel Ferrer. Ecco Rossano Brazzi (ritratto con dedica e firma autografa di uno degli attori italiani più noti negli Stati Uniti, dove è stato per lo più chiamato a interpretare il ruolo del latin lover); e Sophia Loren e Gina Lollobrigida in una risaputa competizione in cui pareggiano, per bellezza e charmes, nelle foto con dedica che ciascuna lasciò al patron della Taverna.

Tra le foto, quelle di un’altra icona glamour: Veruschka; la modella e attrice era un’habituée della Taverna Flavia e nelle sue dediche – pure all’incanto – fa spesso riferimento alle insalate che Mimmo inventava per lei (tra cui quella a suo nome: a base di lattughella, sedano, ovoli, tartufo bianco e scaglie di gruyére).

In questo pantheon di memorabilia ci sono anche Charlton Heston, che nel 1959 aveva girato il Kolossal Ben-Hur scorrazzando per Cinecittà in vespa e… tunica e sandaloni (il film uscì nelle sale italiane l’anno dopo), e Burt Lancaster nelle vesti del principe di Salina, il ruolo rivestito ne Il gattopardo di Visconti: la foto in asta è bellissima.

E mentre scorrono sotto ai nostri occhi le immagini delle divine e dei vari divi del Cinema, non si può fare a meno di immaginare la Taverna piena, le portate che sfilano, innaffiate dal buon vino, talvolta troppo; e tante risate, qualche battibecco e i tavoli bene apparecchiati, con commensali quali Gloria Swanson, Rock Hudson, Danny Kaye, Henry Fonda, Carrol Baker, la splendida attrice lanciata dalla Warner Bros come la nuova Marilyn Monroe, Yul Brynner, di nero vestito in una foto di scena – di Angelo Pennoni – di Indio Black, Sai che ti dico: sei un gran figlio di…, 1970, spaghetti-western dell’italianissimo Frank Kramer/Gianfranco Parolini; Claudia Cardinale, ragazza e mozzafiato,  Ben Gazzara, Silvana Pampanini, Sylva Koscina, il fascinoso George Peppard, Irène Papas (in una foto, eternata sorridente, sono riportati due timbri: “I.M. Agency s.r.l.” e “Pietro Pascuttini”), James Mason (di cui c’è un ritratto di scena timbrato da Ken Danvers); Bibi Andersson, una delle muse di Ingmar Bergman; le telegeniche gemelle Kessler e quel geniaccio di Alighiero Noschese.

Sono presenti anche le dive della commedia sexy all’italiana anni’70, i cosiddetti B-movie oggi riscoperti e adorati soprattutto da Quentin Tarantino che li ha sdoganati ufficialmente dal sotto-cinema in cui erano relegati; tra queste, nelle foto: Agostina Belli, Gloria Guida, Barbara Bouchet, Edwige Fenech.

E mentre i paparazzi scattavano scoop talvolta rincorsi dai soggetti poco inclini a farsi immortalare e palesare lo scandalo di turno – Walter Chiari che, pizzicato con Ava Gardner, insegue il fotografo Tazio Secchiaroli in via Veneto a Roma, nel 1957 mentre un altro paparazzo, Elio Sorci, eterna la scena con un’indimenticabile fotografia – e ai tavoli della Taverna arrivano prima o poi tutti, compresi Joan Collins, Anthony Perkins (perpetuati anche dalle foto di Umberto Pizzi), Lisa Gastoni, Bice Valori, Paolo Panelli, Gino Cervi, Tony Curtis, David Niven, Alberto Sordi, Philippe Leroy, una giovanissima Geraldine Chaplin; un virile Burt Raynolds; l’affascinante Robert Wagner; Giorgio Albertazzi; un Alberto Lionello in una strepitosa doppia immagine riflessa nello specchio (sul verso il timbro “Tommaso le Pera”); un tenebroso Angelo Infanti; una Raffaella Carrà ancora scura di capelli e corteggiata da Frank Sinatra, pure presente alla Taverna e con più foto in asta...

C’è soprattutto lei, Elizabeth Taylor, la diva dagli occhi viola oggetto dell’amor platonico di Mimmo. E’ una sodale affettuosa, Liz, che ricambiava “Mister why” – come lo aveva ribattezzato – con  piccoli segnali di amicizia anche per ringraziare della sala a lei dedicata nel ristorante, una sorta di tempio consacrato anche all’amore, passionale e burrascoso, sbocciato nel 1961 con Richard Burton.

La coppia a Roma giungeva spesso, e fu impegna a girare negli studi di Cinecittà le riprese di Cleopatra, il film più costoso della storia del Cinema, uscito in Italia il 30 gennaio 1964 per la regia di Joseph L. Mankiewicz. Della Taylor – della quale in asta molte foto – Mimmo conservava una teca-cornice a forma di ventaglio contenente un paio di sandali verde-azzurri, di pelle finissima, che la diva gli lasciò dopo una folle serata di balli scatenati a piedi scalzi, mentre Vincent Minnelli e Kirk Douglas pare battessero il ritmo della danza con le mani e i fotografi  scattavano a raffica…

Nobili e regnanti, da Soraya, la principessa triste, a re Gustavo di Svezia, ai reali di Grecia, a Nixon, vicepresidente degli Stati Uniti, ai sovrani di Monaco, Ranieri e Grace sono passati di lì, in tempi complessi e rutilanti in cui in molti si rifugiavano nei bei locali della Roma by Night tra cui spiccava proprio la Flavia: si legga, a tal proposito, il godibilissimo libro di Franca Foffo, E le stelle stanno a mangiare. La dolce vita continua (prefazione di Tullio Gregory; 2010, Sovera Edizioni).

Tra gli ultimi frequentatori del ristorante Linda Grey, Liza Minelli, Al Pacino, Dustin Hoffman, Ben Kingsley, Woody Allen, Diane Keyton, Bo Derek, Sylvia Cristel (indimenticabile Emmanuelle, firma una sua foto anni ’80 con: “Viva il calcio”!), Pedro Almodovar, Jodie Foster, Sharon Stone, Quentin Tarantino, Sylvester Stallone, Hugh Grant, Pierce Brosnam, Chuck Norris, Steven Segal in divisa bianca su un set, la tigre Kabir Bedi, il compianto Thomas Milian, l’iconica e formosa Serena Grandi, l’immancabile Ilona Staller/Cicciolina e una procace Anne Nicole Smith che abbozzò un piccante  spogliarello…

Poi arrivarono – e figurano tra le foto – alcuni protagonisti televisivi nazionalpopolari come Simona Ventura, Alba Parietti, la Marini, attori di fiction e vips vari più o meno conosciuti e talentuosi, che in ogni caso, sinceramente, son poca cosa in confronto al corposo glamour dei decenni precedenti.

Decenni, sì, e allure riassunti nelle foto e nei cimeli in asta (tra cui pure un prezioso carteggio di Pietro Mascagni e un lotto Maria Callas, comprendente foto e negativi anche inediti e personali, privati, della divina soprano: ma questi sono tutt’altri Lotti), esposti a Roma (radunati in To Mimmo with love), a Palazzo Caetani Lovatelli, Piazza Lovatelli al civico 1, sino all’8 maggio (ore 10.30-14.00 / 15.00-19.00) fino all’asta,  il 10 maggio 2019 ore 15,30.

La sala Taylor nella Taverna Flavia
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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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