Fabio Mauri ed Ebrea. Rituale antinazista, fantasmi totalitari e (cattiva) coscienza collettiva. Per il Giorno della Memoria

Così scriveva il grande artista Fabio Mauri (Roma 1926 – 2009) a proposito del suo Ebrea, performance articolata, comprensiva di installazione con oggetti, riassunta in una mostra complessa con possibilità di riallestimento reiterato:

“Mi sento ebreo ogni volta che posso e patisco ingiusta discriminazione”. 

Ebrea era e resta un’opera/azione piena di afflato sacrale e con un chiaro e radicale carattere ideologico atto a esplorare “l’esperienza del turpe” – come ebbe a dire l’autore stesso – e a denunciare, facendo rivivere, le responsabilità della Germania nazista ma anche, pur con colpe diverse, dell’intera Europa e di collettività e culture che non reagirono con forza e tempestività, per motivi ancora da analizzare con accuratezza e onestà storica, morale e intellettuale.

Presentata nel 1971 con apparati critici di Furio Colombo e Renato Barilli, ebbe un accompagnamento testuale dello stesso Mauri.

Esordì ad ottobre, alla Galleria Barozzi, Venezia e fu riproposta in seguito più volte dall’artista: alla galleria Acme Studio di Brescia, alla galleria La Steccata di Parma, poi alla galleria di Liverani, La Salita di Roma.

Seguirono, nel 1972 Tra rivolta e rivoluzione. Immagine e progetto, Museo Civico, Bologna, a cura di Franco Solmi, nel 1974, alla Galleria Cenobio Visualità, Milano, nel 1978; Metafisica del quotidiano, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna, a cura di Franco Solmi; Artist in Residence, Western Front Society, Vancouver, Canada.

Negli anni Novanta, ecco di nuovo presentata (1991) a Palazzo dei Congressi, Roma; l’anno dopo allo Studio Casoli, Milano e in Molteplici Culture, Convento di S. Egidio, Roma, a cura di Carolyn Christov Bakargiev; nel 1993  è alla XVL Biennale d’Arte di Venezia, ne I punti cardinali dell’arte,  a cura di Achille Bonito Oliva.

Poi nel 1994 alla poderosa, bellissima retrospettiva Fabio Mauri. Opere e Azioni 1954-1994, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (allora chiamata GNAM) a cura pure di  Carolyn Christov Bakargiev, e della Sovrintendenza di Augusta Monferrini.

A seguire: Four Italian Masters of Contemporary Art, Smith’s Gallery, Londra; 1995: Il sogno del cavallo, Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea, Cassero Senese, Grosseto, a cura di Giorgio Celli; 1996: Jewish Works, Avivson Gallery, Londra; 1997: Festival dell’Orangerie, Ginevra, a cura di Marina Engel; Retrispettiva Das Böse und das Schöne. Male e Bellezza. Kunsthalle, Klagenfurt; 1998: 20 Mostre a La Salita del 1960 al 1978, Spazio per l’Arte Contemporanea, Tor Bella Monaca, Roma, a cura di Daniela Lancioni; 1999: Collane e Perle della Galleria La Salita, Istituto Nazionale per la Grafica, Roma.

Gli anni Duemila vedono Ebrea proposta a Belvedere Italiano – Linee di tendenza dell’arte italiana dal 1945 al 2001, Castello Ujazdowskie, Varsavia, a cura di Achille Bonito Oliva e in Voice, Image, Gesture: section from The Jewish Museum’s Collections 1945-2000, al Jewish Museum, New York (2001); 2002:  Ipotesi di collezione, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Roma.

E ancora nel 2003: Retrospettiva L’Ecran Mental, Studio Nacional des Arts Contemporains, Le Fresnoy Lille, a cura di Dominique Paini;  nel 2004: Ori d’Artista. Il gioiello nell’arte Italiana 1900-2004, Museo del Corso, Roma; Attraversare Genova. Percorsi e linguaggi del contemporaneo anni ’60-’70, Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, Genova, a cura di Sandra Solimano; 2005: V° Giorno della Memoria, Teatro Sociale / GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo, a cura di Giacinto di Pietrantonio.

Seguono: 2012 – Fabio Mauri, THE END, Palazzo Reale, Milano, a cura di Francesca Alfano Miglietti; 2014: Fabio Mauri, Fondaciòn PROA, Buenos Aires, a cura di Giacinto Di Pietrantonio; 2015 – Fabio Mauri I WAS NOT NEW, Galleria Hauser&Wirth, New Yorka cura di Olivier Renaud-Clément; 2016: Fabio Mauri Retrospettiva a luce solida, Museo MADRE, Napoli, a cura di Laura Cherubini e Andrea Viliani; 2018: Fabio Mauri. With Out, Hauser & Wirth, New York.

Un rituale antinazista, fantasmi totalitari e (cattiva) coscienza collettiva: questo e tanto altro troviamo in quest’opera, Ebrea, ancora oggi tragicamente attuale.

Scrisse Mauri:

“In Ebrea l’operazione è fredda. E indelicatamente culturale. Ricompio con pazienza, con le mie mani, l’esperienza del turpe. Ne esploro le possibilità mentali. Estendendone l’atto, invento nuovi oggetti fatti di nuovi uomini. Intralcio di sfuggita la sicurezza laica del design contemporaneo così fiducioso nel progresso con pazienza con le mie mani…”

La scena è essenziale, l’azione asciutta: una donna, giovane e nuda, afferra un paio di affilate forbici lucenti e si taglia una ciocca dei sui folti capelli; la tiene nelle mani la incolla su un piccolo specchio da toilette che le è davanti; ripete con lentezza, senza parlare mai, quel gesto più volte, taglio dopo taglio, azione dopo azione, quasi con eleganza, componendo con quei lunghi, vaporosi piccoli ciuffi un’immagine terrificante: la stella di David.

Questo ricordo e queste immagini, sempre disturbanti, sono il nostro piccolo contributo a questa edizione della giornata della memoria. Per non dimenticare che la Storia siamo noi…

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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