Sculture in Campo – Parco Internazionale di Scultura Contemporanea a Bassano in Teverina

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Nuvole, Bruno Ceccobelli

Bassano in Teverina è un piccolo paese arroccato su uno sperone tufaceo che si affaccia sulla valle del Tevere in provincia di Viterbo con poco più di 1.200 abitanti.  Qui la scultrice romana Lucilla Catania alcuni anni fa decide di acquistare un terreno, all’inizio con la sola esigenza di abbandonare la Capitale, dove viveva e aveva il suo Studio, per scegliere un suo spazio in cui lavorare più tranquillamente, poi con l’obiettivo di condividere e rendere pubblico questo luogo con altri scultori. Così nasce Sculture in Campo. Il progetto è ora esteso sul territorio bassanese, iniziato nei luoghi di Casetta Lola e il Querceto e implementato con altri spazi sia all’ingresso di Bassano, con la Valle delle Presenze che nel borgo con  Ipogeo e Progetti. Proprio in Via delle Fonti, all’interno della parte più antica del paese, oltre a Lucilla Catania sono presenti altri artisti con delle piccole gallerie, come Andrea Fogli, Tommaso Cascella con il Cervo Volante e il fotografo Marco Paolini.

Sculture in Campo è sempre in continuo progredire, l’intero progetto ogni anno aggiunge opere, tutto coordinato da un comitato scientifico composto dalla Catania e da Roberto Gramiccia, Cesare Biasini Selvaggi, Cecilia Canziani e Anna Maria Panzera. 

Molti gli artisti presenti con i loro lavori per citarne alcuni: Bruno Ceccobelli, Ines Fontenla, Paolo Garau, Alberto Timossi, Vittorio Messina, Paolo Grassino, Roberto Pietrosanti, Luigi Pixeddu, Francesca Tulli,  Ines Fontenla, Licia Galizia.  

Tra le ultime acquisizioni al Querceto notiamo Io sono lento, opera di Renzogallo, il quale ha realizzato una scultura che è una celebrazione alla lentezza, come ci dice:

“Guardo e raccolgo luci, ombre, nuovo spazio, poi…altro passo. Ora più luce e anche qualche suono si unisce e si lega allo sguardo. E di nuovo un altro passo, poi un altro ancora, con una finestra più ampia… e ancora… Lentamente… tutto si somma e, finalmente, io sono il mio sguardo.’”

In una società ormai strutturata sulla velocità dei ritmi e delle immagini che ci travolgono la vita, Renzogallo riflette sul tempo e sul bisogno di fermarsi per avere la possibilità di dilatare per poi focalizzare pensieri ed emozioni, assecondare i tempi della natura in un’indagine continua della conoscenza e dell’ascolto.

La lentezza che non è flemma, ma ricerca nel mettere bene in chiaro passato e presente, in una forma di analisi ricognitiva profonda e produttiva. Nell’opera Io sono lento i tubi rossi formano architetture in gioco con la luce naturale del sole, mentre a terra le ombre sono quelle disegnate dall’artista, ma create dal vento, nell’assoluta unicità tra uomo e natura.

Artista attivo già dalla fine degli anni ’60 è nel 1985 che inizia a lavorare su grandi sculture e installazioni realizzate con vari materiali come bronzo, carta, argilla, legno, reti metalliche vetri e cavi d’acciaio. Renzogallo così ha concentrato la sua ricerca artistica sul rapporto tra l’essere umano e l’ambiente, naturale e culturale, e le sue opere si innestano in un tessuto oltre lo spazio e il tempo, studiate e create per luoghi specifici proprio come per Sculture in campo.

Nella collezione  sono presenti anche  Davide Tagliabue, Simone Cametti, Gisella Chaudry e Daniela Palluello, vincitori del concorso Call for Artist 2020 promosso da Sculture in Campo e rivolto ad artisti under 40. Inoltre nel settembre 2021 sono state installate le opere di Simone Bertugno, Claudio Palmieri,  Fiorella Rizzo e Tito Amodei.

In particolare la Fondazione Bertugno Molinier ha presentato il lavoro di Giano  con l’inedita performance IANUS/ES-PAN, un’azione-concerto dell’artista Simone Bertugno. La Fondazione è nata da poco e ha l’intento di creare nuove forme di contatto e connessione tra gli operatori culturali e la sua filiera produttiva a livelli locali ed internazionali, cercando supportare anche giovani artisti come Aura Monsalves Muñoz che a Bassano in Teverina ha presentato l’opera sonora Heleobia Spinelli.

Non resta che andare a visitare un parco diffuso dove arte contemporanea e paesaggio possono dare occasione di studio e riflessione, seguendo una linea di percorso tra il borgo e la campagna e, parallelamente, una possibilità nuova di valorizzazione basata sul rapporto tra il luogo e le opere stesse.

Info

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Serena Achilli, studiosa appassionata d'arte contemporanea, è curatrice indipendente e direttore artistico di Algoritmo Festival. Scrive per raccontare la propria contemporaneità cercando con cura pensieri e parole. Ha un Blog in cui c'è tutto questo e altro ancora.

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