In Arte Vicino al Sacro Bosco di Bomarzo. Con intervista ad Antonio Rocca

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 “Per inganno o per arte” chiede su una delle sfingi che accoglie i visitatori all’ingresso del Sacro Bosco di Bomarzo, realizzato da Vicino Orsini nella metà del Cinquecento.

Una delle meraviglie rinascimentali del centro Italia che si snoda all’interno di un boschetto dove Vicino ha creato un itinerario magico, universale, alchemico quanto misterioso.

Visitato e amato da artisti come Salvator Dalì e Michelangelo Antonioni, negli anni in cui era in totale abbandono, poi la sua riscoperta è avvenuta grazie alla famiglia Bettini nel 1954. Molti studiosi hanno cercato di trovare la giusta interpretazione di questo luogo, come Maurizio Calvesi e Paolo Portoghesi.

Negli ultimi anni lo storico dell’arte e ideatore del Festival In Arte Vicino, Antonio Rocca, inizia una ricerca precisa fino ad arrivare “alla soluzione del problema attraverso una vera e propria dimostrazione di carattere logico-filosofico”, come scrive Claudio Strinati nella premessa dell’ultimo libro di Rocca sul Sacro Bosco (Gangemi Editore).

L’idea del Theatro di Giulio Camillo è la chiave di lettura di questo labirinto ermeneutico, la Casa Pendente, le Sfingi, l’antro delle Ninfee, la Bocca tartarea, le Furie, il Teatro, il Drago, il Pegaso, Ercole e Lica, tutti elementi che portano all’apice di una piramide che si conclude ad un Tempietto.

Una lettura in chiave neoplatonica e cabalista quella di Giulio Camillo riscritta in arte da Vicino Orsini con il solo aiuto dei Mosca, scultori di Orvieto. I grandi massi di peperino che già facevano parte del Bosco hanno consentito la costruzione di  tutte le sculture in loco.

Grazie alla passione e agli studi di Antonio Rocca e al totale appoggio dei Bettini (proprietari del Sacro Bosco), ha potuto prendere vita questo Festival basato sull’incontro tra gli artisti moderni che si sono ispirati al Bosco e il parco stesso, in omaggio a Pierfrancesco Orsini detto Vicino (Roma 4 luglio 1523 – Bomarzo 28 gennaio 1585) per il quinto centenario della sua nascita.

“Tutti hanno sognato lo stesso sogno”: così Corrado Augias ha definito questo progetto nella sua Lectio Magistralis sulla figura di Vicino Orsini, durante la serata di pre-aperura di In Arte Vicino, i giardini che si guardano e guardano insieme Bomarzo.

E così fino al 15 settembre 2023 un percorso espositivo a cura di Susanne Neuman, Lucia Pesapane e Antonio Rocca con opere di Niki de Saint Phalle, Paolo Portoghesi e Daniel Spoerri, sarà visitabile nel Boschetto di Bomarzo.

All’interno di un viaggio di conoscenza e attivando un esercizio di memoria si cammina tra le ormai grigie ma imponenti sculture del parco insieme alle opere colorate di Niki de Saint Phallecome Le Grande Diable (1989) o le installazioni di Daniel Spoerri come Otto incubi magri (2002).

Il mostro sorridente (2023) è un’opera site-specific di Paolo Portoghesi che l’architetto ha progettato e realizzato con dei vetri policromi per essere inseriti negli gli occhi della famosa Bocca Tartarea, a ricordare la stessa installazione sita nel suo giardino di Calcata. Opera che è visibile solo per le aperture serali straordinarie, questo per volontà sia di Portoghesi che della Soprintendenza dei Beni Culturali.

All’interno dell’edificio di accoglienza I giardini delle meraviglie è un omaggio a Portoghesi. Negli ultimi mesi durante le fasi di progettazione del festival, la produzione di In Arte Vicino aveva iniziato le riprese di un film sul Sacro Bosco, dopo la morte improvvisa di Portoghesi il girato è stato smontato e ricostruito con i suoi dialoghi su Bomarzo. È un prezioso ed intenso documento sulla conoscenzae sul legame del grande architetto con questo luogo e il suo illuminato ideatore.

Il legame tra questi giardini onirici che gravitano intorno, sia territorialmente che ideologicamente, a quello creato dall’Orsini non è casuale come dice il prof. Rocca, ma disegna una sorta di campo magnetico intorno a Bomarzo. Per questo abbiamo chiesto un piccolo approfondimento a lui.

Antonio Rocca, hai vissuto prima a Roma poi a Todi fino ad arrivare nella Tuscia Viterbese, come hai scelto di vivere a Bomarzo e come è iniziato il tuo studio sul Sacro Bosco e l’arte di Vicino Orsini?

Cercavo un casale nell’area area compresa tra Todi e Roma, luoghi della mia famiglia, e possibilmente prossima a Viterbo, città nella quale ho studiato. Bomarzo è capitata per caso e per caso sono diventato il vicino di Vicino. La mia terra confina con il Parco e così mi sono trovato a studiare il Sacro Bosco e l’Orsini.

Hai raccontato che il festival si è costruito da solo, come se avessi proposto qualcosa che sia la famiglia Bettini che i partecipanti attivi al progetto stesso, stavano aspettando da tempo, com’è andata? 

Mi sono limitato a sottolineare un legame esplicito tra giardini. Avevo già scritto un pezzo per Robinson, anni fa, nel quale richiamavo questo vincolo. L’esistenza di questa rete, seppure implicita, ha reso possibile e facile l’operazione. Le opere si sono integrate con il Sacro Bosco, che non è stato ridotto a sfondo. Direi che si è creata una relazione organica.

Devo ringraziare tutti i giardini e la committenza, che hanno accolto la mia proposta con entusiasmo.

Ora la rete, seppur non formalizzata, esiste e spero che produrrà nuovi frutti.

Info In Arte Vicino

  • A cura di Antonio Rocca
  • Coordinamento organizzativo Rosanna Stoppani
  • Patrocinato dall’Accademia Nazionale di San Luca, con il sostegno dell’impresa culturale Grandi Giardini Italiani e in collaborazione di: Giardino dei Tarocchi (Capalbio, Grosseto), Il Giardino delle Meraviglie di Paolo Portoghesi (Calcata, Viterbo), Hic Terminus Haeret– Il giardino di Daniel Spoerri (Seggiano, Grosseto) e la Scarzuola di Tommaso Buzzi (Montegabbione, Terni).
  • Fino al 15 settembre 2023
  • Sacro Bosco – Parco dei Mostri – Località Giardino, Bomarzo (Viterbo)
  • Per il programma del festival e i biglietti: www.inartevicino.it
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Serena Achilli, studiosa appassionata d'arte contemporanea, è curatrice indipendente e direttore artistico di Algoritmo Festival. Scrive per raccontare la propria contemporaneità cercando con cura pensieri e parole. Ha un Blog in cui c'è tutto questo e altro ancora.

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