Giuseppe Penone. I suoi alberi alle Terme di Caracalla sono idee e indicatori di urgenze

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Giuseppe Penone espone alle Terme di Caracalla i suoi alberi senza tempo ma che il tempo considerano e raccontano alludendo a quello necessario all’artista per creare, alla Natura per crescere e mutare, alle specie animali per vivere e dunque pure alla relatività della percezione.

Penone (Garessio, 3 aprile 1947), già protagonisti dell’Arte Povera, come molti sodali di quel periodo ha poi portato avanti una propria ricerca in piena autonomia, restando comunque fedele a molti di quei postulati, che potevano rimandare a un’epoca pre-industriale e ritrovare forze e qualità archetipiche e un più autentico rapporto Uomo-Natura per un’affermazione etica e politica dell’essere umano e per un approfondimento dei valori dello spirito e delle verità innate nell’arte.

Sperimentatore di enorme potenza e raffinatezza intellettuale e visiva, ci ha consegnato una produzione fertile e straordinaria dove in massima parte dominano la scultura e l’installazione: come anche nel caso di questa mostra, titolata Idee di pietra; qui l’artista ha scelto di inserire le quattro le opere – Identity (2019 -alluminio, bronzo), Triplice (2011 -bronzo, pietre di fiume), Idee di pietra, Olmo (2008 -bronzo, pietre di fiume) e Idee di pietra, Ciliegio (2011 -bronzo, pietre di fiume) – nel percorso di visita nel sito imperiale per meravigliare e abbracciare emotivamente il visitatore che lo attraversa.

L’albero è un elemento costante della ricerca e del lavoro di Giuseppe Penone: nella stessa Roma ne svetta già uno, dal 2017, quasi una vedetta innalzata a Largo Goldoni, davanti allo Showroom Fendi, Maison del lusso, che l’ha finanziata.

L’artista inizia a realizzare questi suoi alberi, senza foglie, scarni ed essenziali, verso la fine degli anni Ottanta; sono fusioni da matrici tratte da vere piante e che a queste somigliano molto in tutto; palesano una conoscenza e una riflessione sulla crescita del vegetale quasi vissuta, non solo esaminata; e considerano nella costruzione e nel senso di queste sculture anche ciò che non si vede ma circonda tutto ed è vitale: l’aria.

Non a caso Penone è uno degli artisti più… ecologisti  – senza dover tirare sempre in ballo Joseph Beuys, che, in questo più mistico, pure… docet  – ovvero che nella sua produzione, eloquente e allo stesso tempo evocativa, porta una moltitudine di investigazioni, oltre che filosofiche e afferenti allo specifico dell’Arte, ambientali, con un pensiero relativo alla necessità di un rapporto paritario con la Natura (con un’inevitabile riferimento all’Antropocene) e rimandando a una più sana consapevolezza (accettazione?!) del ciclo Vita/Morte/metamorfosi, in cui tutto si trasforma e mai si distrugge e il tempo – rieccolo qui! – ha posto rilevante: un’aggiuntiva correlazione (virtuosa) che le sculture-albero di Penone parrebbero proporre, ovvero tra Fisica e Metafisica…

Certamente, questa ulteriore mostra del nostro artista in questo antico complesso termale può apparire, agli addetti ai lavori e ai palati più esigenti, un codice-Penone ormai prevedibile, già ampiamente sperimentato e visto, ma alla luce dei tempi attuali è non solo sempre efficace ma si carica di contenuti costantemente nuovi.

Del resto, cos’è un’idea se non qualcosa, come afferma lo stesso artista, “che si è formata sommando gli innumerevoli pensieri precedenti, levigata dallo scorrere del tempo, compattata dal peso dei ricordi, incrinata dai dubbi e dalle incertezze che si insinuano tra i pensieri separandoli?”

Info mostra: Idee di pietra. Giuseppe Penone a Caracalla

  • fino al 30 ottobre 2022
  • promosso dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro
  • prodotto da Electa
  • curato da Francesco Stocchi
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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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