Simone Lingua accende la lanterna di Fuksas con Ombre di luce

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Ombre di Luce è l’installazione cinetica di Simone Lingua, a cura di Tiziana Tommei, promossa e organizzata da Domus Art Gallery Athens e presentata a Roma alla Lanterna di Fuksas, struttura realizzata dallo Studio Fuksas e che attraversa i quattro livelli del palazzo dell’ex Unione Militare a Roma.

Simone Lingua, classe ’81, collabora con l’architetto Roberto Baciocchi nella progettazione delle facciate di Prada a Las Vegas, Shanghai e Sydney, e sono gli anni in cui iniziano le sue prime sperimentazioni cinetiche, a partire quindi dal 2010, mentre il suo importante percorso espositivo comincia nel 2016.

Le esperienze che lo hanno guidato fino ad oggi, gli hanno permesso di realizzare Ombre di Luce stravolgendo e rispettando e integrando La Lanterna con la sua istallazione site-specific.

L’arte cinetica si sviluppa negli anni ’60 – ’70 del Novecento e prevede un coinvolgimento dello spettatore grazie al movimento che lo fa interagire con l’opera attraverso l’attivazione meccanica o manuale, o il mutamento dei pattern visivi.

La trasformazione è l’essenza di quest’arte e avviene grazie ad elementi dinamici che sono costruiti scientificamente e hanno una componente razionale. È un procedere metodico che attiva i sensi dello spettatore che, spostandosi, vede l’immagine cambiare, mentre altre volte si attiva un meccanismo, per l’appunto, manuale o meccanico.

Solitamente le opere cinetiche hanno caratteristiche geometriche, astratte, aniconiche che colpiscono per le componenti percettive e non emozionali.

Il primo Manifesto a cui si può far risalire un precedente dell’arte cinetica è del 1952: il Manifesto del Macchinismo di Bruno Munari che preconizza un mondo dove le macchine avrebbero sostituito l’uomo e l’unica possibilità per l’uomo sarebbero stati gli artisti. Mentre nel 1955, a Parigi alla Galleria Denise René, si svolge la mostra Le Mouvement che pone le basi del movimento cinetico.

Victor Vasarely, che partecipa all’esposizione, insieme a Pontus Hutlén, redige Il Manifesto giallo in cui si dice che l’opera, concepita plasticamente, prevede che “le sue metamorfosi si effettuano in seguito allo spostamento reale dell’osservatore.”

Però il termine Arte Cinetica, che ne decreta la sua definizione effettiva, viene coniato nel 1960 in occasione della mostra Kinetische Kunst al Kunstgewrbemuseum di Zurigo.

Da questo momento, fino al 1973 verranno organizzate una serie di mostre di questo movimento a Zagabria dove il critico Marko Mestrovic e Getullio Alviani faranno esporre i principali gruppi europei di arte cinetica di quel periodo tra cui gli italiani Gruppo T e Gruppo N. Negli anni ‘60 del Novecento vi saranno mostre importanti dell’arte cinetica al MoMA di New York, alla Biennale di Venezia, a Documenta 3 di Kassel, mentre nel 1966 Julio Le Parc vincerà il Gran Premio della Pittura alla Biennale di Venezia, così come Gianni Colombo alla Biennale di Venezia del 1968.

Negli anni 2000 vi è stata una riscoperta di questo importante Movimento e Simone Lingua fa parte proprio delle nuove leve dell’arte cinetica.

La sua installazione site-specific per La Lanterna di Fuksas si integra con le linee, le luci e le ombre dello spazio architettonico creando una coerenza espositiva che va a integrare lavori realizzati tra 2015 e 2020 in plexiglass e acciaio supermirror.

Essi portano ad un’esperienza immersiva attraverso i suoni e le luci che pretendono un ruolo attivo dello spettatore; spostandosi, esso ha una visione diversa delle opere; lo coinvolgono sia percettivamente che cognitivamente. Ogni isola, a cui dà vita l’artista, comprende opere selezionate che cambiano nella forma e nel colore a suggerire un movimento continuo, anche se esso è illusorio.

Protagonista è la geometria, iniziando dalla lingua che si espande dal cuore della Lanterna che consente di vedere da vari punti di vista i Cubi Cinetici.

Essi hanno diversi colori e diverse dimensioni, mentre poi tutto si estende alle isole, per l’appunto, che si identificano con Quadri Cinetici di dimensioni medie, Cupole Cinetiche in plexiglass, ed infine il Quadro Cinetico, un pannello di 90 centimetri per lato; mentre Il Cilindro Cinetico che si trova all’esterno, realizzato con acciaio supermirror, dialoga con la città. Lo spettatore si immerge totalmente nei lavori quando incontra gli specchi che lo integrano facendolo diventare parte del tutto.

Importante il rapporto tra luogo e installazione che grazie alle superfici specchianti assume un rilievo decisivo perché le architetture si proiettano nelle opere, e l’acciaio e il vetro della Lanterna sembrano figure che continuano a vivere in esse.

Dal testo della curatrice Tiziana Tommei:

“Sotto la volta di copertura della terrazza panoramica, al punto più alto dove affiora la Lanterna – struttura che attraversa i quattro livelli del palazzo dell’ex Unione Militare riqualificato su progetto di Massimiliano Fuksas – Simone Lingua ha concepito, muovendo dall’osservazione del contesto, un disegno che rievoca le linee dell’architettura e, con esse, la trama di luci e di ombre che il tessuto architettonico proietta nel vuoto. Un vuoto, dunque, abitato in superficie da forme astratte, geometriche e dinamiche, che mediante l’intervento dell’artista vengono riverberate, come in uno specchio, e tradotte in elementi reali, ossia segmenti metallici interconnessi e concentrati in masse puntuali di un percorso che traccia i confini dello spazio dell’arte internamente a quello dell’architettura.”

Simone Lingua fin dai suoi inizi espone in Italia e all’estero.

Nel 2018 firma il progetto Ninfea, installazione temporanea realizzata per la Vasca della Piazza della Sorgente del borgo termale di Bagno Vignoni. Nello stesso anno realizza Contemporary Illusions, sperimentazioni basate su di un concept di installazione artistica che vede l’uso di specchi applicati a monumenti ed edifici storici.

Nel 2021 firma la collaborazione con Bvlgari per l’Expo di Dubai ideando in esclusiva per la Maison l’opera Sotiria: installazione cinetica e site-specific di 150 mq, destinata alla sezione centrale del Padiglione Italia e ispirata al tema Beauty Connects People.

Nel 2022 realizza due sculture per fontane, Sphera 9.0 e Sphera 7.0, per la città di Gaeta, e Nuance, disegno progettuale parte di Contemporary Illusions e destinato alla ciminiera del complesso industriale Ex AVIR a Gaeta. L’artista, che vive in Toscana da 1998, collabora con Tiziana Tommei che dal 2017 cura il suo lavoro.

In pochi anni Simone Lingua è riuscito ad arrivare ad un linguaggio personale che lo contraddistingue e con cui realizza opere di alta caratura.

simonelingua.it

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Claudia Quintieri, classe ’75, è nata a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Lettere indirizzo Storia dell’arte. È giornalista, scrittrice e videoartista. Collabora ed ha collaborato con riviste e giornali in qualità di giornalista specializzata in arte contemporanea. Nel 2012 è stato pubblicato il suo libro "La voglia di urlare". Ha partecipato a numerose mostre con i suoi video, in varie città. Ha collaborato con l’Associazione culturale Futuro di Ludovico Pratesi. Ha partecipato allo spettacolo teatrale Crimini del cuore.

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