Joan Fontcuberta. Cultura di Polvere. La Fotografia il Tempo la Memoria la trasformazione e il caso

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E’ un grande fotografo, il catalano Joan Fontcuberta (Barcellona, 1955), da sempre interessato a indagare (e manipolare) le frontiere tra visibile e invisibile, reale e illusorio, verità e finzione. Lo fa anche stavolta, nella sua personale a Roma titolata Cultura di Polvere (a cura di Francesca Fabiani), in corso fino al 29 settembre all’Iccd e nata dalla residenza d’artista presso l’Istituto (e tra i progetti vincitori del PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura).

immagine per Joan Fontcuberta, Trauma, 2022 - mostra Cultura di polvere, ICCD, Roma 2023.
Joan Fontcuberta, Trauma, 2022 – mostra Cultura di polvere, ICCD, Roma 2023.

La residenza ha portato al dialogo, e quindi alla serie di foto e alla mostra, con le collezioni storiche dell’istituto. Cultura di Polvere restituisce un lavoro straniante, che analizza il deterioramento e parallelamente la possibilità o impossibilità dell’immortalità della fotografia e quindi ci porge quel senso tragico del tempo narrato nei secoli da filosofi, poeti e scrittori.

Ingigantendo strappi, macchie, muffe, graffiature, stratificazioni di polvere e batteri presenti sui fotogrammi del fondo del principe Francesco Chigi Albani della Rovere (1881-1953), Fontcuberta ci rivela un universo solitamente celato allo sguardo e sottovalutato nella sua bellezza ma anche spietatezza che ci palesa l’ineluttabile.

La fotografia è dunque soggetta alla trasformazione e al dissolvimento a causa di accidenti che ne sciupano l’integrità: la vitalità della Natura e della chimica e del passare del tempo di fatto trasformano, quasi alchemicamente, immagine e materia di base che diventando, involontariamente, campo di allevamento e di battaglia dei microrganismi che ne intaccano la composizione e ne mutano conformazione e (ovviamente) linguaggio.

La condotta dei batteri, pertanto, colpisce la superficie della foto creando casuali nuovi paesaggi dalle strutture surreali, biomorfiche, facendo morire, quindi, la foto e, per estensione la Fotografia così come essa è e deve essere ma facendo nasce altro che contiene il fantasma dell’immagine di partenza. Come avviene, come è, in fondo, nello scorrere del tempo e nella Vita.

Non è un po’ quello che ci mostrarono Marcel Duchamp e Man Ray, nel 1920, con Élevange de poussière, capolavoro aperto a significati e letture e sottotesti reticolari?

immagine per Marcel Ducamp & Man Ray Élevange de pousssière, 1920
Marcel Ducamp & Man Ray Élevange de pousssière, 1920

L’opera fu generata dall’accumulo fortuito di polvere per mesi posata sul Grande Vetro (Mariée mise à nu par ses célibataires, même, 1915-1923, Philadelphia Museum of Art) di Duchamp e fotografato dall’alto da Man Ray come una sorta di territorio incerto e perturbante, surrealista, dadaista e pre-concettuale.

Se polvere eravamo e polvere torneremo, questa, la polvere, ha dimostrato e ancora dimostra una sua vitalità e una versatilità – pur senza coscienza – nell’essere informe: è proprio questo, l’imperfetto informe, che la fotografia di duchampiana e manrayana, e di Fontcuberta, ma anche di Chigi e di un archivio intero, contraddice: raggirando ogni perdita di perfezione, di forma e di memoria pur qui esistenti. Esaltando, al contempo, la meravigliosa bellezza e sensatezza della trasformazione, della Natura, del Tempo e… del caso.

Info mostra Joan Fontcuberta | Cultura di polvere

  • A cura di Francesca Fabiani
  • Fino al 29 settembre 2023
  • Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione – via di San Michele 18, Roma
  • Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 18:00 (escluso festivi)
  • Modalità d’ingresso: gratuito
  • Evento nell’ambito del progetto vincitore di PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura
  • Catalogo: Joan Fontcuberta Cultura di polvere, edito da Danilo Montanari Editore
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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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