Saul Leiter. La retrospettiva di un maestro della Street Photography.

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Saul Leiter (Pittsburgh, 3 dicembre 1923 – New York, 26 novembre 2013), fotografo (e pittore) statunitense, i cui primi lavori negli anni ’40 e ’50 costituirono un importante contributo a quella che venne riconosciuta come la Scuola di Fotografia di New York, è stato un vero fotografo di strada, di quelli che escono dal proprio studio e percorrere vie e marciapiedi cercando la vita on the road e, nel suo caso, il suo ritmo, il dinamico caos rutilante e la gioia dell’esistenza urbana in gran parte nel quartiere dell’East Village in cui si era trasferito nel 1952.

Questa vitalità la si coglie nelle vetrine affollate di merci, nelle insegne al neon, nei cartelli, nei visi dei passanti, nei colori luminosi, nei taxi che sfrecciano o imbottigliati nel traffico, nella pioggia su ombrelli e gente che corre, nel movimento, nel fuori-fuoco, nelle trasparenze e nelle sovrapposizioni, nei riflessi e nelle superfici sbiadite, attraverso le sue “complesse inquadrature che rivelano particolari inaspettati, a volte in primo piano, altre sullo sfondo”.

“Ho semplicemente guardato il mondo, senza essere preparato a nulla.”

“Non ho una filosofia (…). Ho una macchina fotografica”.

Con le sue immagini, pittoriche ed evocative pur nel rispetto onestissimo della realtà, fu capace di spalancare “nuovi orizzonti” nonostante delimitasse le sue panoramiche “al piccolo spicchio di mondo che si trova davanti alla sua porta”.

 “Una finestra ricoperta di gocce di pioggia mi interessa più della fotografia di un personaggio famoso.”

Contrasto ha da poco pubblicato Saul Leiter. La retrospettiva, un bellissimo volume, unico in Italia, per celebrare il centenario della nascita di questo maestro della fotografia attraverso un viaggio nel suo ampio archivio (selezionando qui 340 immagini, in bianco e nero e a colori) in forma di monografia molto completa.

Nel volume, i testi di Margit Erb e Michael Parillo – direttori della Saul Leiter FoundationAdam Harrison Levy, Michael Greenberg, Lou Stoppard e Asa Hiramatsu raccontano l’arte di Leiter, accompagnati da una cronologia dettagliata che ne ripercorre la vita e la carriera.

Nato a Pittsburgh nel 1923 e destinato a seguire le orme del padre, rabbino noto per i suoi studi sul Talmud, da adolescente Saul Leiter abbandona gli studi religiosi appena si appassiona alla pittura e alla fotografia, ciò anche grazie al suo giovanile incontro con l’espressionista astratto Richard Pousette-Dart (8 giugno 1916, Saint Paul, Minnesota – 25 ottobre 1992, New York), che stava già sperimentando con la fotografia e spinse l’amico a fare altrettanto.

Leiter fu tra i primi, già nel 1946, a utilizzare le storiche pellicole a colori Kodachrome, per i suoi scatti, adoperando spesso pellicole scadute per cercare particolari viraggi. Ma in quegli anni, la fotografia a colori è considerata arte bassa, minore, adatta solo alla pubblicità, quindi con un carattere prevalentemente commerciale, seppure, spesso, alto, e comunque come linguaggio applicato.

Leiter, che non abbandona la sua propensione multicolor, lavora quindi principalmente come fotografo di moda, per riviste come “Elle”, “Esquire” e “Harper’s Bazaar”, pur mai sottovalutando l’impegno in progetti personali.

Passeranno quasi 40 anni prima che la sua straordinaria fotografia artistica venga riscoperta: solo nel 2006, infatti, la pubblicazione della prima monografia di Leiter, Early Color, rivela al mondo le sue opere, composizioni radicalmente innovative, e una padronanza del colore rivoluzionaria, influenzata dall’espressionismo astratto in parte grazie proprio all’artista, sodale e in qualche misura mentore, Pousette-Dart, tra i fondatori della New York School of Painting.

Leiter riuscì sempre a cogliere e a restituire, oltre al dinamismo della vita moderna sulla strada, la sua straordinaria, coloratissima bellezza:

“Ho grande rispetto per certe nozioni di bellezza anche se per alcuni sono ormai idee vecchio stile. Certi fotografi pensano che, ritraendo la tristezza delle persone, stiano trattando un tema serio. Io non penso che l’infelicità sia più profonda della felicità.”

Saul Leiter. La retrospettiva

  • Contrasto edit.
  • formato: 25,4 x 30,5 cm
  • pagine: 352
  • fotografie: 340 a colori e in b/n
  • confezione: cartonato
  • prezzo: 69,00 euro
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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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