La memoria è un sentiero che si biforca. Nasce la digital library del quartiere Montesacro di Roma

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“Pensa il giro: una ricercatrice scopre il nostro progetto e lo mette su fb, per curiosità ci capito e leggo il commento di Carmine, che contatto, il quale mi presenta Mario Santilli, che mi presenta suo figlio, che mi parla di questo ristorante [Villaverde ndr], a cui scriviamo e che tu contatti contemporaneamente tramite qualcuno del comune”.
Ho ricevuto questo messaggio stamattina da parte di Lorenzo Mori, presidente dell’associazione di innovazione culturale Riverrun, che a sua volta lo ha ricevuto da Davide Madeddu che segue insieme a noi il progetto “Digital Library” di Montesacro online a questo link: https://oltreaniene.riverrun.it/.

Riverrun opera dal 1997 nel mondo della cultura e applica i processi creativi dell’arte a progetti sperimentali dal forte impatto sociale.

Realizza progetti che spaziano dall’educazione non formale allo sviluppo locale, dall’innovazione sociale alla rigenerazione urbana, dall’economia circolare alla democrazia partecipativa, tutti accomunati da un’attenzione massima verso la sostenibilità: sociale, ambientale ed economica.

Utilizza strumenti come il teatro, la gamefication, le nuove tecnologie, lo storytelling, il podcasting e l’arte della relazione con l’obiettivo di modificare le forme della società per renderle più inclusive ed eque, aumentando consapevolezza, coinvolgimento diretto e responsabilità nei cittadini.

Ieri pomeriggio nello spazio “Insieme per fare” abbiamo restituito alla cittadinanza i risultati raccolti fin qui dell’archivio digitale realizzato a partire da quest’anno – in un processo pressoché infinito – con il contributo del Municipio Roma III Montesacro, insieme a Paolo Marchionne, presidente del Municipio, Luca Blasi, assessore alla cultura, Matteo Pietrosante, assessore alle politiche giovanili, Biancamaria Rizzo, assessore all’urbanistica e Nastassja Handank, presidente della commissione cultura. Tutti presenti, come ha sottolineato Paolo Marchionne, per dimostrare con convinzione sostegno e partecipazione al progetto e alla sua riuscita.

Davide e Lorenzo sono oggi al ristorante Villaverde a scansionare un centinaio di foto che tra qualche giorno potremo vedere tutti online perché di fatto il progetto che realizziamo da qualche tempo a questa parte parla di un processo.

Questa raccolta è iniziata nel mese di settembre, il progetto ha mosso i primi passi al Centro Anziani, si è poi diretto verso le botteghe storiche e ora è in dialogo con singoli cittadini e con istituzioni come l’Atac che ha già fornito grande documentazione topografica delle prime linee urbane di collegamento del quartiere con il centro città.

Un archivio digitale di quartiere raccoglie le memorie di un luogo e dei suoi abitanti, si divide in sezioni (Architettura e territorio, storia e identità, sport e tempo libero, vita quotidiana, contenuti multimediali) ed è il risultato di un lavoro di coinvolgimento della cittadinanza, delle associazioni e delle istituzioni che rende questo archivio, però, qualcosa di diverso dal luogo virtuale in cui collocare materiali, racconti, documenti storici.

La partecipazione attiva lo rende al contrario un vero e proprio memoriale partecipato (gratuito, open source e creative commons) in cui gli abitanti tra qualche mese potranno direttamente inserire immagini, documenti e ricordi del proprio vissuto personale, custoditi nelle proprie case, per costruire assieme un grande archivio digitale di comunità, un puzzle che si compone pezzo per pezzo, un potenzialmente infinito album di famiglia.

È uno strumento che permette di unire materiale e immateriale, citando Luca Blasi, e come sottolinea Lorenzo Mori, possiamo farlo adesso perché questa è la nostra ultima opportunità di conservare la storia di un quartiere che ha 100 anni, i cui pezzetti si vanno perdendo via via con la morte della seconda generazione degli abitanti.

L’incontro di ieri pomeriggio è stato, come tutto in questo progetto, un nuovo sentiero che inizia a biforcarsi. Lavorare sulla memoria storica di un quartiere vuol dire raccoglierne tutte le testimonianze per ricomporre un quadro che ne racconti una intera, grande, collettiva.

Oggi siamo in grado di offrire attraverso i contenuti della digital library mappe, foto di archivi personali, documenti storici, podcast, immagini di personaggi celebri, raccontando tanto le vite familiari quanto la politica di Montesacro.

In questo territorio Menenio Agrippa pronuncia il suo apologo nel 494 a. C. ai plebei in rivolta che avevano abbandonato la città. Qui anche Simón Bolivar, per devozione nei confronti di Menenio Agrippa, pronuncia il 15 agosto del 1805 il suo giuramento con cui promette di lottare per donare la libertà al suo popolo.

La biforcazione di apre ancora segnando un sentiero che va nella direzione della fiducia nei confronti del nostro lavoro – non siamo persone del quartiere, dobbiamo essere sempre accompagnati da persone di fiducia per entrare nelle case a rovistare negli album di famiglia – e uno invece verso l’obiettivo che si cela dietro il lavoro di raccolta e catalogazione, ovvero riattivare la socialità e i rapporti all’interno di una comunità: quella catena di contatti che Lorenzo e Davide hanno innescato e che si intersecano oggi per terminare al ristorante Villaverde e poi domani chissà.

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Specialista in letteratura ispano americana, ha conseguito il dottorato di ricerca in "Studi Euro Americani" con una tesi sulla guerra delle Malvinas-Falkland analizzata attraverso la produzione letteraria argentina. Ha tradotto Memorie dal Calabozo di Mauricio Rosencof ed Eleuterio F. Huidobro (Iacobelli editore, 2009), Le leggende del nonno di tutte le cose di Mauricio Rosencof (Novadelphi, 2011) e Olio su tela di Gina Picart (Novadelphi, 2014). Svolge attività di promozione della lettura attraverso la collaborazione con festival letterari o il coordinamento di gruppi di lettura. Lavora presso la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, che organizza il Premio Strega, come assistente di direzione. Per Iacobelli Editore ha pubblicato Il piccolo libro vegano (2019).

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