Bisogna reinventarsi per migliorare togliendo limiti e impedimenti all’andare in nuove modalità. Nuvole di colori e memoria riempiono corpi in attesa di un qualsiasi segnale, una modifica all’andamento qualunque, un test genetico per continuare ad errare senza una strategia banale.
Tonde o quadre, sezionate o no, ogni sagoma, in Alba, di Andreas Steinbrecher (alla Shazar Gallery di Napoli) evoca sommessa volontà di farcela nella pittura che scivola in superficie per mano di un angelo in picchiata ad accarezzare il sottile lino, a correre sui paesaggi come uccello migratore in cerca di ricovero per nido. Una pittura custodita, timida e complessa, osa, osserva, si vanta per beltà.
I corpi spezzettati avviano unione tra immaginazione e carne fatta di pensiero impiantato e sicuro a ripiegare nutrimento di se stesso. Silhouettes semplici a contenere volumi pieni di nostalgica natura del passato, teste come grandi uova a ricordare sapienza, allegoria di inquietanti occhi animali come fanali sull’ignota attesa.
Per non cedere a dissolvenze del futuro, tocca ricomporre, riavvicinare i frammenti invisibili della psiche minacciata da velocizzazione e annientamento del tempo di contemplazione. Emergenza di risaldare il quesito del bosco, il puzzle d’esistenza dove ritrovarsi a coltivare, con il solo sguardo, il proprio magnifico giardino interiore.
Info mostra: Andreas Steinbrecher | Alba
- fino al 15 maggio 2024
- Shazar Gallery, Via Pasquale Scura, 8 Napoli
- info@shazargallery.com – shazar@virgilio.it
Enza Monetti è una artista italiana, vive a Napoli, scrive di mostre per un’indagine approfondita che ritiene completi il suo fare arte e che propone al pubblico nello specifico sviluppo civile della relazione tra creatività, pensiero, psiche.
Convinta che l’arte sia la visionaria ricerca di umana autenticità che aiuti ad uscire dalla zona di rassegnazione e abitudine, con un suo sguardo trasversale, guidata dall’emozione per i lavori dei suoi colleghi, noti o meno, propone l’esperienza personale, nutrita di valore poetico ed empatico, come esercizio di riflessione per se stessa, e proposta di lettura altra, per coloro interessati al contemporaneo.
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