ViennaFair The New Contemporary 2013. Intervista con le due Direttrici Artistiche Christina Steinbrecher-Pfandt e Vita Zaman

Lo spazio è bianco, estremamente luminoso ed io son seduto ad un grande tavolo anche lui di una bianchezza quasi metafisica, un vento leggero e piacevole cerca di alleviare il caldo molto forte che è sceso in questi giorni su Vienna. Sedute di fronte a me Christina Steinbrecher-Pfandt e Vita Zaman sono per il secondo anno alla guida come Direttrici Artistiche di questa rinnovata versione della Fiera Internazionale dell’Arte di Vienna, su un totale di 5 anni di tempo, per portarla alla ribalta internazionale e risvegliare l’attenzione dei collezionisti. La prima è in avanzato stato di gravidanza, ottavo mese, ma non sembra ne innervosita ne stanca per il clima, ha sul viso un leggero sorriso nel rivedermi, la seconda è impassibile ed a suo agio come sempre.

Christina Steinbrecher-Pfandt è nata in Kazakhstan, ha conseguito un Master alla Manchester University in Arte Contemporanea e per tre anni è stata Direttrice Artistica della Fiera Internazionale dell’Arte di Mosca; nata in Lituania Vita Zaman studia Arte e Storia dell’Arte nonché Fotografia al Royal College of Art di Londra, farà la spola tra gli Stati Uniti e l’Europa occupandosi in particolare di Gallerie emergenti. Queste due giovani esperte sono la prova in carne ed ossa degli intenti propositivi e del percorso che la Direzione intendeva intraprendere: “Volevamo dare alla Vienna Fair un’impronta più internazionale, per questo siamo state chiamate, e rendere il pubblico al di fuori dei confini dell’Austria più consapevole di cosa la manifestazione si riproponga di fare e, come secondo passo, di stimolare quel pubblico a visitarla. La migrazione all’interno della Comunità Europea, nel particolare, e nel mondo più in generale è cambiata in modo esponenziale negli ultimi decenni, così come il turismo culturale, se si viaggia per andare a visitare una Fiera dell’Arte a Parigi o Bruxelles, od anche le Gallerie di Londra, allora quei visitatori possono essere portati anche a Vienna, per questo abbiamo passato l’ultimo anno viaggiando sia fuori che dentro i confini del paese, eravamo delle straniere e dovevamo guadagnarci anche l’attenzione del pubblico locale.” Già dalla scorsa edizione la Vienna Fair ha cercato e trovato anche il modo di differenziare la proposta delle opere esposte in un programma che potesse accogliere le richieste di un pubblico ampio: dai giovani alle famiglie, dai semplici curiosi agli esperti, con un occhio attento agli interessi del pubblico di casa così come di quello internazionale.

Sottolinea Vita Zaman:

“Vienna ha sicuramente una posizione unique, milioni di persone vengono a visitarla come città di cultura posta tra l’est e l’ovest, anche storicamente protagonista di confine, chiusa geograficamente nel mezzo dell’Europa ed aperta al pubblico internazionale. Per questo, penso, che noi possiamo innescare un meccanismo per collegare la Fiera al turismo culturale.”

Il lavoro iniziato la scorsa edizione proseguirà anche quest’anno mettendo al fianco dei collezionisti una Fiera che sia di intrattenimento, attraverso l’arte, per il grande pubblico con una serie di visite guidate alle mostre in corso in città, come Oskar Kokoschka al Leopold Museum od alla, appena rinnovata, Collezione della Kunstkammer del Kunsthistorisches Museum così come il Backstage & Klimt un viaggio dietro i sipari del Burg Theater, tra le visioni del pittore.

“La difficoltà che abbiamo trovato è stata nella capacità di reazione del mercato dei collezionisti, molto conservativi, a cui va ad aggiungersi la lentezza proverbiale della Mitteleuropa per chi voglia acquistare per la prima volta, dove si rende necessario stabilire un rapporto di fiducia e di interesse nel tempo.”

Le due Direttrici riescono ad esprimere nel migliore dei modi il traguardo che si pongono, al fianco della capacità di raggiungerlo lavorando con costanza e chiarezza di vedute.
Christina Steinbrecher-Pfandt mi guarda, tradendo dagli occhi le sue visioni di lungo termine:

“Ma bisogna capire una cosa: il successo di questa Fiera si basa su cambiamenti sociali, rifocalizzare il modo di avvicinarsi all’arte, sia nello spettatore che nel nuovo collezionista, lo spazio che separa il visitare un museo dal comprare un‘opera, cambiare la mentalità.”

In questo stato di cose diventa interessante ed illuminante entrare nella dimensione delle due Direttrici, i diversificati livelli in cui si muovono: dal richiamare l’attenzione del collezionista abituato a ben altri mercati ed affiancarlo a colui che si trova al principio di un tale percorso, dalle Gallerie affermate ai Collettivi di artisti od Organizzazioni Non-Profit fondendoli in uno scambio di energie su fronti confinanti. La Vienna Fair ospiterà nella sezione Diyalog, presente da tre edizioni, Collettivi e giovani Gallerie provenienti dalla Romania come Club Electroputere o KILOBASE BUCHAREST od ancora Salonul de proiecte, a cui si affiancheranno quelle della Turchia e di tutta la regione ed i paesi intorno al Mar Caspio, dal Kazakhstan alla Georgia.

“Abbiamo viaggiato molto e visitato tutti i paesi all’est, sin dall’inizio la nostra idea era di scoprire non solo l’Est Europa ma tutto ciò che si trovi ad oriente da qui, abbiamo creato, quindi, contatti con le Gallerie e gli Artisti da un lato e dall’altro riportato quello che avveniva nei diversi paesi, attraverso il mezzo del blog per esempio, per mostrare quanto le scene siano vive ed interessanti. In alcuni casi le Gallerie devono ancora crescere e svilupparsi, si stabilisce un rapporto con loro visitandole ed ospitandole qui da noi in attesa che maturino.”

In questa edizione della Vienna Fair è stato anche creato un Premio chiamato l’ Happiness Awards per video artisti, il concetto di Felicità emerge in diversi punti del programma.

“Possiamo parlare con chiunque di Felicità su un piano personale ma è molto difficile trasferirla in un contesto professionale, volevamo quindi usarla come provocazione, tra l’altro proprio a Vienna la patria della Psicanalisi, molti paesi partecipano a questa edizione e trovavamo interessante porre un tema, una base di discussione che esulasse dall’arte in senso proprio ma approcciasse l’emozionalità delle parti. In questo percorso diventava inoltre degno di nota il carattere da un lato forse meno esperto dei mercati emergenti dell’arte ma dall’altro ancora direttamente legato a condizioni emotive come la felicità. Ci interessava anche commerciare” non solo in oggetti ma nella comunicazione e nello scambio di concetti. Ecco, volevamo guardare in ed attraverso tutto questo, l’essere felice è uno stato psico-fisico che condiziona tantissimo chi si occupa di arte, nel comprarla e venderla, lasciandosi sempre accompagnare dal sentimento del piacere, abbiamo allora deciso di estendere questa felicità a tutta la manifestazione.”

Per finire, “quale potrebbe essere la cosa che avete visto nei vostri sogni e che vorreste vedere il giorno dell’inaugurazione davanti ai vostri occhi?” chiedo;  l’una mi dice:

“Che sia pieno di giovani”.

L’altra risponde, chiedendo a me:

“e tu cosa vorresti vedere?”

Il cursore diretto sulle immagini visualizzerà le didascalie; cliccare sulle stesse per ingrandire.

Info

  • VIENNAFAIR The New Contemporary 2013
  • Fiera Internazionale dell’Arte di Vienna 2013
  • 10-13 ottobre 2013, Vienna
+ ARTICOLI

Dario Lombardi nasce a Roma, si diploma all’Istituto Superiore di Fotografia. Vive e lavora a Vienna come freelance. Ha affrontato diversi generi nella sua professione, dalla fotografia di scena, teatro e danza, passando per la moda ed arrivando al ritratto. Si confronta negli ultimi lavori con la tematica dell’essere umano ed il suo rapporto con il contesto in cui vive. Nel 2008 espone “Hinsichtlich”, reportage sulla donna che veste il velo come scelta religiosa e come confine tra la sfera privata e pubblica. Nel 2009 pubblica insieme con Gianluca Amadei una serie di interviste e ritratti sulla scena professionale ed artistica dei designers in Polonia, dal titolo “Discovering Women in Polish Design”. Attualmente si occupa della mostra-installazione “Timensions” per il Singapore Art Museum 2012, una ricerca sul rapporto tra l’uomo e lo spazio/tempo.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.