Gibellina Burri e il Grande Cretto. Audioghost68 di Robert Del Naja e Giancarlo Neri. Intervista con Giancarlo Neri prima

Già nel 1984 Gibellina, nella figura del suo sindaco Ludovico Corrao (http://www.artapartofculture.net/2011/08/31/archivio-approfondimenti-agosto-2011-insights-archive-august-2011/ – n.7) aveva dimostrato una certa lungimiranza ma, soprattutto, una certa sensibilità per l’arte. Dall’incontro di questi due fondamentali elementi, lungimiranza e sensibilità, nacque una tra le opere più straordinarie del secondo dopoguerra: il Grande Cretto di Alberto Burri. Anche se la storia è nota, di sicuro val la pena ricordare che l’intera straordinaria operazione fu la conseguenza di un tragico evento. Il terremoto del 1968 che, in una manciata di secondi, distrusse diversi paesi della Valle del Belice, radendo al suolo Gibellina. In quel momento si pensò che la soluzione migliore fosse quella di costruire una nuova Gibellina. Detto, fatto. E l’attuale cittadina, una tra le città con un notevole patrimonio di arte contemporanea, sorse a ben 18 km in linea d’area dalla Vecchia. Però Burri, allorquando fu invitato, non volle realizzare un’opera nella Nuova, bensì nella Vecchia Gibellina. Nacque così la gigantesca opera di land art: un immenso sudario bianco che doveva ricoprire/inglobare le macerie del paese distrutto dal sisma. Purtroppo entrambi, né Corrao né Burri, riuscirono a vedere completato il loro sogno (Burri muore nel 1997 e Corrao nel 2011), perché i lavori si fermarono nel 1989 senza portare a termine il progetto originale, che prevedeva un’enstensione di 86mila mq, contro i 66mila realizzati. Ma con lo scoccare del centenario della nascita del grande artista italiano (val la pena anche di ricordare che da pochi giorni il Guggenheim di New York ha inaugurato una gigantesca mostra dedicata a lui), il Grande Cretto, a marzo del 2015, ha visto finalmente la sua conclusione.

Nel mentre, si è verificata una ulteriore congiuntura positiva, che ha visto un’altra volta l’incontro di amministratori illuminati con artisti illuminanti. Un anticipo c’era stato già nel 2010, ma questa volta il tutto si investe e riveste di un significato simbolico, ancora più profondo e suggestivo per la speciale ricorrenza. Giuseppe, o meglio Peppe Zummo, Assessore alle Attività Culturali, Promozione e Sviluppo Turistico, Politiche dello Sport e del Tempo Libero Giovanile di Gibellina, ha invitato Giancarlo Neri a realizzare una nuova installazione nel Grande Cretto affinché anche Gibellina partecipi alle importanti celebrazioni dell’artista umbro. Così, da questo invito, è nato il grandioso evento di questa sera. Audioghost68 coinvolge, oltre a Giancarlo Neri, anche Robert Del Naja (Massive Attack), la partecipazione di Percussion Voyager e Max Passante, in un’opera appositamente progettata per il Grande Cretto. Cretto, luci, suoni e mille attori, oltre ad essere l’inaugurazione ufficiale del completamento del Cretto, è un grande omaggio allo stesso Burri. Il tutto prenderà avvio alle ore 20.

E’ Giancarlo Neri che ci racconta qualcosa prima dell’importante appuntamento di questa sera.

Chiediamo: dove ti trovi in questo momento? E cosa stai facendo?

“Sono qui al Cretto e stiamo finendo di montare le radio. Il tempo adesso è bello: c’è il sole. Nei giorni scorsi c’è stato un violento nubifragio, che aveva ricoperto le strade di fango, rendendole impraticabili. Ora le hanno liberate, con un grande sforzo colletivo.”

Quante radio?

“In tutto sono 250 radio a batterie dalle quali, dalle ore 20, sarà trasmessa in FM la colonna sonora in diretta dalla RCV Radio Network.”

Quante persone prevedi?

“Sicuramente saranno di più di quelle che si sono registrate, ma le persone che saranno dotate delle torce a LED da indossare sulla fronte, sono solo mille.”

Quindi ti aspetti degli imprevisti?

“Cerchiamo di prevedere al massimo, al 100% e perciò non ci dovrebbero essere imprevisti. Abbiamo già fatto le prove delle radio e delle torce e sono andate bene.”

Ho letto che qualcuno non è contento di questo intervento …

“Sono polemiche del posto, qualcuno che afferma che il Cretto non dovrebbe essere inaugurato perché ancora non è stata effettuata la stesura di bianco su tutta l’opera. Difatti, attualmente, è netta la distinzione tra la parte di recente realizzazione e quella precedente. Ma questa sarà la seconda fase del restauro già in programma.”

Quindi, qual è l’atmosfera?

“L’atmosfera è ottima e si tocca con mano lo sforzo enorme di tutta l’amministrazione locale e non solo, e soprattutto della gente del posto, che mi accoglie con grande calore. E fino adesso, oltre il cattivo tempo dei giorni scorsi, non c’è stata alcuna difficoltà.”

C’è chi sostiene che il silenzio del luogo è rotto dal ronzio delle pale eoliche, è vero?

“Assolutamente no: le pale non si sentono. E la valle continua a rimanere avvolta nel silenzio.”

Anche nel 2010 facesti un altro imponente intervento: 1000 sedie con altrettante luci che illuminavano per intero la distesa del Cretto. Qualcosa di simile si ripeterà stasera …

“La volta precedente c’era un palco e delle orchestre che suonavano. Però c’è sempre il concetto della luce.”

…e come mai ti ritrovi nuovamente al Cretto?

“E’ capitato e ho accettato senza alcuna esitazione.”

Ma come si svolgerà il tutto? C’è una programma preciso? Come avete selezionato i partecipanti? E come si recheranno al Cretto?

“No, nessuno schema, nessuna coreografia. L’unica indicazione che sarà data è che dovranno illuminare dove c’è il buio. Le persone arriveranno, saranno dotate delle torce, si metteranno tutte intorno al perimetro del Cretto e, dopo il segnale che partirà dalle radio, con questa trasmissione fantasma, accenderanno le torce, e inizieranno a camminare tra i vicoli del Cretto, in assoluta e grande libertà. Sarà il caso a determinare il disegno. Col fine di portare la luce dove non c’è. Perché gli spettatori sono pensati anche come attori. Non c’è stata una selezione: è stata aperta una pagina facebook contenente tutti i riferimenti e le modalità per partecipare. E abbiamo avuto una buonissima risposta. Ognuno provvederà autonomamente a raggiungere il Cretto.”

Com’è nata quest’opera?

“E’ nata al telefono. E mi è venuta in mente questa formula. E sono stato contento che l’assessore Peppe Zummo mi abbia invitato per realizzare questo evento per la celebrazione. Con Robert Del Naja già stavamo pensando di voler fare qualcosa al Cretto, ma avevamo in mente di farla più in là nel tempo. Invece poi l’Assessore ha voluto mettere in piedi tutto ciò per dare ancora più risalto al fatto che il Cretto è stato completato. E lui, sin da subito, si è fortemente impegnato perché il progetto si realizzasse, ha duramente lavorato come uno della squadra.”

Quanto dura il tutto?

“50 minuti la trasmissione, a cui seguirà una seconda parte che diventerà quasi una festa, ma non è parte integrante del nostro progetto.”

Cosa ti aspetti?

“Sono curioso, perché è la prima volta che lavoro con luci LED. Ma sono molto contento del sound  che si propagherà nel Cretto.”

Come hai trovato il Cretto?

“Non in uno stato di abbandono ma certamente merita tanta attenzione.”

Hai accettato di realizzare questo intervento perché era nel Cretto o per omaggiare Burri?

“Per tutti e due i motivi. Perché per me è un grandissimo privilegio essere tra coloro che celebrano il grande Burri, che è un artista eccezionale, ma soprattutto perché ho già realizzato un altro intervento nel 2010, ed essere richiamato, è stato un vero onore. Ma ora ti devo lasciare…”

…d’accordo, ci sentiamo domani per il bilancio e per sapere com’è andata…

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Daniela Trincia nasce e vive a Roma. Dopo gli studi in storia dell’arte medievale si lascia conquistare dall’arte contemporanea. Cura mostre e collabora con alcune gallerie d’arte. Scrive, online e offline, su delle riviste di arte contemporanea e, dal 2011, collabora con "art a part of cult(ure)". Ama raccontare le periferie romane in bianco e nero, preferibilmente in 35mm.

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