La mostra più visitata d’Italia è alla GAM di Torino. Claude Monet supera di 152.000 visitatori

Claude Monet, La Pie (La Gazza) 1868-1879
Ormai è noto che gli Impressionisti siano tra gli artisti più amati dal grande pubblico. Non solo, ovviamente, data l’immensità estetica e poetica della loro arte, importante per l’innovazione che portò nel linguaggio visivo: ai tempi assolutamente incompresa. Per la verità, ancora oggi si equivoca, generalmente, il cuore della loro riflessione, che si crede incentrata su paesaggi e natura, belle donne con ombrellino e pic-nic quando invece si concentra sulla luce, o meglio: sulla percezione cromatico-luminosa, fatta di sfarfallii dei bagliori, di micro-movimenti della luce, meglio percepibili en-plein-air. Claude Monet lo sapeva bene, lui, considerato il padre dell’Impressionismo, che si sforzava di dipingere ciò che osservava (ponti, boschi, laghetti, ninfee…) “nell’immediatezza del fissarsi della loro immagine nella rètina dell’occhio, nel loro primo apparire alla coscienza”. Erano, quelli, anni di pionieristici studi e scoperte scientifiche, ottiche e chimiche e di azzardi industriali-produttivi che misero sul mercato cavalletti portatiti leggeri, di nuova generazione, e colori ad olio in tubetti prêt-à-porter: l’arte non potette esserne indifferente e cercò una sua grammatica adatta a restituire, nel suo specialissimo modo, queste rivoluzioni. Pagate a caro prezzo, che oggi sono nella Storia dell’Arte (e dell’Umanità), facendo di un’utopia inizialmente distopica un’ambizione e un sogno realizzati.
Alla GAM di Torino è in corso una delle mostre più corpose di questi ultimi tempi in Italia, che non a caso espone più di quaranta capolavori di Monet  provenienti dal Musée d’Orsay. Una mostra blockbuster ma di eccezionale qualità che, infatti, il pubblico ha premiato. Senza temere l’insuccesso, certi di poter “vincere facile”, curatori e organizzatori hanno brindato ai primi positivissimi numeri: dopo 66 giorni di apertura al pubblico, la rassegna ha toccato la cifra straordinaria di 152.000 visitatori, con una media di 2.400 al giorno, posizionandosi certamente, da molte settimane, come la mostra più visitata d’Italia.
“Le punte massime si registrano durante il fine-settimana (con circa 3.000 ingressi giornalieri). Durante i quattro giorni del ponte dell’Immacolata i visitatori sono stati più di 13.100.
Il successo della mostra di Monet alla GAM (il museo ha raggiunto 350.000 presenze da inizio anno) conferma i risultati ottenuti anche dagli altri spazi espositivi della Fondazione Torino Musei: il MAO, grazie al nuovo spazio dedicato alle mostre temporanee e un ricco calendario di attività, ha superato quota 100.000 visitatori, diventando il primo Museo d’Arte Orientale in Italia. Il Borgo Medievale, meta torinese da sempre amata da cittadini e turisti, è stato visitato da 100.000 persone (Rocca/Giardino Medievale e le due mostre organizzate nel 2015). Palazzo Madama, il museo che meglio racconta la storia e identità cittadina, conferma il suo posizionamento con circa 200.000 visitatori.”
La mostra di Monet, nata dalla partnership istituzionale tra la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino – Fondazione Torino Musei, la Città di Torino, il gruppo Skira e il Musée d’Orsay di Parigi, con la curatela di Guy Cogeval, Presidente del Musée d’Orsay e del Musée de l’Orangerie, Xavier Rey, Conservatore presso il Musée d’Orsay e specialista di Monet, e Virginia Bertone, Conservatrice della GAM di Torino, rientra nelle strategie e logiche della Fondazione Torino Musei, sempre più improntate alla collaborazione tra enti museali e sistemi di art sharing: cioè, realizzazione di mostre autoprodotte con altri enti museali nonché con una condivisione di opere d’arte. Progettando un virtuoso fare sistema.
MONET IN NUMERI:
– 152.008 VISITATORI DAL 1 OTTOBRE
– 66 GIORNI DI APERTURA AL PUBBLICO
– 2.400 MEDIA GIORNALIERA:
– 48.632 ABBONATI MUSEI TORINO E PIEMONTE:
– 2.048 (484 solo nel ponte dell’Immacolata)TORINO CARD: (turisti che si fermano almeno 2 giorni in città)
– 12.747 STUDENTI
– 400 LABORATORI, ATTIVITÀ PER FAMIGLIE, WORKSHOP organizzati dal Dipartimento Educativo della GAM
– 7.750 VISITATORI ORGANIZZATI IN GRUPPO
 
Info mostra

ORARI DURANTE LE FESTIVITÀ NATALIZIE: giovedì 24 dicembre: 10.00 – 14.00 chiuso il pomeriggio; venerdì 25 dicembre: chiuso; sabato 26 dicembre: 10.00 – 19.30; giovedì 31 dicembre: 10.00 – 14.00 chiuso il pomeriggio; venerdì 1 gennaio: 14.00 – 19.30 chiuso la mattina; mercoledì 6 gennaio: 10.00 – 19.30

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Paolo Di Pasquale si forma studiando prima Architettura poi Disegno Industriale a Roma, specializzandosi in Lighting design. Nel 2004 è co-fondatore dello STUDIOILLUMINA, dove si occupa principalmente di Architectural Lighting Design e Luce per la Comunicazione: lo Studio progetta e realizza allestimenti espositivi e museali, ideazione della luce, corpi illuminanti, scenografia notturna - nel settore della riqualificazione urbana e in progettazione di arredi (porti turistici, parchi, giardini, piazze etc.)-, piani della luce per alcuni Comuni italiani e spettacoli di luce. Nel 2007 fonda lo Studio BLACKSHEEP per la progettazione di architettura di interni e di supporto alla pianificazione di eventi, meeting e fiere. E' interessato alla divulgazione della cultura della luce e del progetto attraverso corsi, workshop, convegni e articoli. Ha insegnato allo IED e in strutture istituzionali. E’ docente di Illuminotecnica presso l’Istituto Quasar - Design University Roma di nel corso di Habitat Design e in quello di Architettura dei Giardini. E' Redattore di art a part of cult(ure) per cui segue la sezione Architettura, Design e Grafica con incursioni nell'Arte contemporanea. Dal 2011 aderisce a FEED Trasforma Roma, collettivo di architetti romani che si interroga sul valore contemporaneo dello spazio pubblico esistente, suggerendone una nuova lettura e uso con incursioni e azioni dimostrative sul territorio metropolitano.

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