Ileana Citaristi e la danza Odissi. Ritrovare sensibilità e benessere nello spettacolo.

Incontro con la danza Odissi. Ileana Citaristi - Foto Piero Bonacci

Argillateatri (The Way to the Indies) ha presentato al Teatro Tordinona  Paesaggi indiani 2016, una breve rassegna di musica, danza e cultura dall’India. Due serate con il patrocinio del I° municipio di Roma Centro e dell’ Ambasciata dell’India a Roma.
La seconda giornata era dedicata all’Incontro con la Danza Odissi, lo spettacolo di Ileana Citaristi.

Alla fine della prima performance il sole indiano (titolo Surya), sprigionato dalla affascinante danzatrice, ci ha abbagliato con la sua sacralità eppure con il suo calore così umano. Era e si sentiva bene il training preparatorio di uno spettacolo del quale saremmo diventati veramente parte, mentre l’artista provava le vibrazioni di ogni parte del suo corpo e della sua anima. Qualcosa che partiva da lontano: un antico codice di gesti, di posture, di espressioni, di suoni registrati, condensati in una danza frutto di insegnamenti trasmessi dagli dei agli uomini per illustrare le gesta di eroi e divinità, con carattere di recita teatrale.

La danza indiana, in origine  veniva considerata sacra ed eseguita nei templi dalle sacerdotesse (devadasi) come preghiera agli dei. Poi fu istoriata in pietra sulle colonne dei templi e divenne ricordo archeologico. Con il suo recupero nell’era moderna la danza classica indiana oggi esprime grazia, bellezza, ma è soprattutto preghiera, una forma espressiva ricevuta, come all’inizio, in dono dagli dei per elevare lo spirito. E questa essenza Ileana Citaristi ha rispettato perché nella sua performance ci ha portato fino alla serenità, alla pace con noi stessi, e alla trascendenza.

Ileana Citaristi vive in India nella regione dell’Orissa dal 1979, dedita allo studio ed alla ricerca dei due stili di danza classica indiana Odissi e Chhau. Per l’Odissi si è formata alla scuola del famoso maestro Kelucharan Mohapatra. Ha fondato la sua Accademia di danza Art Vision a Bhubaneswar nel 1994 dove insegna i due stili. Miti e storie raccontate attraverso l’affascinante linguaggio della mimica danzata dove gestualità, ritmo, melodia si fondono a creare immagini poetiche ispirate appunto alle immagini scultoree dei templi antichi.

Ritorniamo allo spettacolo presentato da Argillateatri. Surya (sole) è stata, come già detto una introduzione molto emotiva perché ci ha pervaso subito della fonte di energia cosmica. Abbiamo partecipato, attraverso i ritmi e le gestualità allo sciogliersi delle onde magiche del corpo sinuoso della danzatrice e attraverso la sua meditazione in movimento siamo andati incontro al seguito. A questo punto Ileana ci ha condotto per mano ai passaggi successivi con piccole spiegazioni, di particolari che possono perdersi, e ci aiutano ad una migliore comprensione, ad un migliore approfondimento sui dettagli del volto, delle mani, dei gesti, degli stati d’animo. Espressioni di gioia, di tristezza, d’amore, mani che indicano numeri, legami, fughe addii.

Pallavi (ritmo). È un sistema ritmico indiano basato su una concezione ciclica che dà vita a infinite possibilità di combinazioni e variazioni di melodie, ritmi, danze, coreografie. Per la danzatrice una fioritura delicata di musica e danza mescolate in un crescendo di gran bravura.

Lajjare sarigali ajo (amore nel bosco). Una ragazza racconta di essere stata portata più volte in un bosco da Krishna, pastore divino che fa dimenticare i problemi del mondo e concede la grazia. E lei è caduta nel pieno abbandono. L’amica ride e tutti ridono. Ho trovato nella gestualità e nella mimica di Ileana Citaristi qualcosa così raffinato, quanto mai ne avessi visto a teatro, sullo stupore della scoperta dell’amore giovanile.

Sharanam (arrendersi, sottomettersi). È la storia di tre meretrici. Mentre tutti sono in procinto di lapidare la Maddalena, Gesù dice: – Chi è senza peccato scagli la prima pietra – E tutti si allontanano. Buddha incontra la cortigiana Ambrapali e la convince a lasciare tutte le sue ricchezze e ad unirsi a lui nella povertà. La terza meretrice attende un ricco cliente pensando ai soldi che porterà, ma non vedendolo arrivare, ritrovandosi triste e sola, scoprirà che il suo vero amante è già dentro di sé ed è il dio Krishna. Sono tre sorelle, anche se di religioni diverse, che fanno i conti con il loro fallimento sociale e diventano capaci di ricostruirsi una vita più spirituale.

Mokshya (ritmo e pace). Nell’uomo c’è la necessità di liberarsi, di uscire dalla capsula del corpo psicofisico fino ad arrivare ad una quiete , un benessere, una serenità emotiva.
Credo sia quello che è successo alla fine dello spettacolo Incontro con la danza Odissi perché il pubblico è rimasto seduto in sala in uno stato di beatitudine, a lungo.

Le danze coreografiche erano tutte creazioni di Ileana Citaristi.

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Pino Moroni ha studiato e vissuto a Roma dove ha partecipato ai fermenti culturali del secolo scorso. Laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 1976, negli anni ’70/80 è stato collaboratore dei giornali: “Il Messaggero”, “Il Corriere dello Sport”, “Momento Sera”, “Tuscia”, “Corriere di Viterbo”. Ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti. Dal 1990 è stato collaboratore di varie Agenzie Stampa, tra cui “Dire”, “Vespina Edizioni”,e “Mediapress2001”. E’ collaboratore dei siti Web: “Cinebazar”, “Forumcinema” e“Centro Sperimentale di Cinematografia”.

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