Atmosfera. Una parola che è significato

E.Hopper, Room in New York, 1930
E.Hopper, Room in New York, 1930

Che esistano atmosfere diverse, percepibili distintamente, nessuno ne dubita, ma che esse possano essere oggetto di una analisi che va al di là di una fugace impressione soggettiva è meno noto.

L’uso linguistico della parola è molto ambiguo, perché può avere un significato puramente descrittivo ma anche di giudizio complessivo; recentemente ha anche preso piede il suo corrispettivo inglese, che viene speso largamente in tutte quelle occasioni nelle quali non si sa bene come definire qualcosa di esteticamente comune, evidentemente percepibile ma complesso da definire: il mood.

Eppure le atmosfere sono comunemente usate per spiegare sia un avvenimento quotidiano che la grande situazione storica; vengono usate disinvoltamente in catene causa-effetto, così come per motivare particolari sincronie altrimenti inspiegabili. Le atmosfere permettono di cogliere un sentimento comune e di renderlo implicito in ogni successiva deduzione o rappresentazione, ma con una grande difficoltà.

«Che la loro percezione sia riconducibile o meno alle rapidissime reazioni del cosiddetto cervello emotivo (amigdala e insula anteriore) – ma localizzare una funzione, a maggior ragione in epoca di neuromania, non significa affatto averne spiegato il senso! – quel che è evidente è che la dimensione emozionale-atmosferica ne sa sempre più di noi. Dalla passività (atmosferica) non ci si libera solo perché lo si vuole» (Tonino Griffero).

L’atmosfera non è certamente qualcosa di oggettivabile, ma non è neanche del tutto inventata dal soggetto che la percepisce; essa è puramente significato. «Imparare come rapportarsi alle atmosfere fa del singolo uomo un membro e un interprete critico del mondo in cui oggi viviamo» (Gernot Böhme). Quella vaghezza che situiamo al contorno di tante nostre percezioni e linguaggi non è meno netta e degna di riflessione di ciò che si presenta più nettamente ai nostri sensi; anzi spesso, pensando ai fenomeni di estetizzazione della politica o dell’economia, potrebbe essere più determinante per il rendersi cosciente dei fenomeni sociali.

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Lorenzo Gasparrini Dottore di ricerca in Estetica, dopo anni di attività universitaria a Roma, Ascoli, Narni in filosofia, scienze della formazione, informatica, ora è editor per un editore scientifico internazionale. Attivista antisessista, blogger compulsivo, ciclista assiduo, interessato a tutti gli usi e costumi del linguaggio.

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