Due coppie e una patata.Il teatro che diverte all’Agorà 80

Due coppie e una patata

Un divertissement al Teatro Agorà 80 fino al 15 dicembre. In scena Due coppie e una patata, con un ritmo frenetico basato sull’effetto comico delle entrate ed uscite di scena, sul fuoco di fila delle battute, sulle performance vocali e fisiche.

Come una farsa di Feydeau, con un richiamo alle commedie inglesi off di Michael Frayn, ma con contenuti molto attuali, moderni, che il pubblico tutto giovane ha molto apprezzato. Così al nostro interesse e curiosità sulle tematiche di oggi ha corrisposto spesso un puro e semplice divertimento dei ragazzi, che si specchiavano nei due interpreti, coinquilini compulsivi, accampati in una casa trascurata ed in cerca di lavoro. Con una madre svaporata, eccentrica ed un po’ folle, accompagnata dal suo toy boy giovane di belle speranze alla ricerca di sistemazione.

La commedia, successo nella scorsa stagione al Nuovo Colosseo è stata scritta da Marco Mazzi (interprete di Luca), che si è preso la responsabilità di capocomico, accompagnato nelle sue brillanti e taglienti disquisizioni dalle reazioni della vivace e provocante Laura Monaco (Elena). Mentre Eleonora Pariante (attrice nelle compagnie di Gigi Proietti, Duccio Camerini, Luigi De Filippo ed Alberto Di Stasio), nel ruolo di Giosina, ha saputo pilotare sapientemente, anche come regista, il plot narrativo con la sua pluriennale esperienza di teatro. Infine il giovanissimo Filippo Andreetto (Alessandro), che ha sostituito Aldo Ferrara infortunato, ha contribuito ad inserire il suo caustico vernacolo nord – veneto in una commedia più sudista e sessista.

Molto belli i quadri di scena del pittore Pietro Salerno e le musiche di Stella Ziino. Dai quadri veri al fumetto il passo è stato breve e molte scene debbono molto, se non sono chiaramente ispirate dai fumetti. A partire dalla prima in cui Luca si presenta con una scopa per togliere polvere in giro ma poi la trasforma in microfono per cantare, mentre Elena lecca i pennelli per dipingere un suo quadro. Un iperrealismo che lascia il posto ai dispetti di un amore nascosto, mai rivelato tra i due coinquilini da ben due anni. L’arrivo a pranzo della madre di Elena, Giosina, che doppia letteralmente l’età del suo boyfriend, futuro marito, sconvolgerà il ménage ormai sclerotizzato dei due giovani. Elena per salvare la madre da un matrimonio ai suoi occhi sbagliato, chiederà l’aiuto di Luca, promettendo in cambio, se la cosa avrà successo, se stessa. Luca convinto anche dal fatto che pur focoso siciliano, viene trattato da Giosina come impotente, si impegnerà perché “questo matrimonio non s’ha da fare”.

Ma per arrivare al colpo di scena finale ed alla rivelazione dell’amore tra i due giovani (per Luca vincere l’ingresso in Paradiso) ci saranno prima discussioni ed equivoci sull’alimentazione biologica e vegetariana invece di un buon pollo in pentola. La svampita e leopardata madre di Elena ‘strana, scema e pedofila’, come la qualifica Luca, si riprenderà da uno svenimento (finto) con un dietor con acqua. Elena si proporrà con uno scioglilingua, ripreso poi da tutti, per qualificare comicamente il suo ideale di uomo e di marito. Gli stereotipati noiosi complimenti tra Giosina ed il suo giovane spasimante, pieni di nomignoli zoologici avranno la qualifica di animaleschi. Il bagno e la cucina, degni dei migliori brani di Rumori fuori scena si riempiranno di situazioni nascoste.

Mentre i quattro moltiplicavano gli assalti tra loro, mescolando continuamente le carte, la commedia volgeva alla fine tra i sorrisi di un pubblico giovane nel caldo respiro di un teatro che, come tutti gli altri, attende giorni migliori. Mentre uscivamo nel freddo della sera invernale ho annotato un’ultima frase molto pertinente del testo della commedia: “Quando sei nato, Dio ti ha regalato un cervello, perché l’hai rifiutato?” Verissimo! In fondo andare a teatro non è la stessa cosa che dormire davanti alla televisione.

Ho chiesto al Direttore del Teatro Agorà 80, che compie ormai 34 anni, cosa aveva imparato in tanti anni. “Il genio fa quello che può, il talento fa quello che vuole”. Ha risposto.
Il teatro è anche questo.

+ ARTICOLI

Pino Moroni ha studiato e vissuto a Roma dove ha partecipato ai fermenti culturali del secolo scorso. Laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 1976, negli anni ’70/80 è stato collaboratore dei giornali: “Il Messaggero”, “Il Corriere dello Sport”, “Momento Sera”, “Tuscia”, “Corriere di Viterbo”. Ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti. Dal 1990 è stato collaboratore di varie Agenzie Stampa, tra cui “Dire”, “Vespina Edizioni”,e “Mediapress2001”. E’ collaboratore dei siti Web: “Cinebazar”, “Forumcinema” e“Centro Sperimentale di Cinematografia”.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.