Festival della Letteratura #7. Il ritorno dell’eroe con Michela Murgia, Chiara Valerio e Stefano Jossa

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Michela Murgia
Stefano Jossa, docente di cultura e letteratura italiana alla Royal Holloway University of London, nel suo libro Un paese senza eroi (Laterza 2013) afferma che negli ultimi decenni l’Italia si è popolata di eroi, e dunque non ci sono più eroi.
Eroi sono i calciatori, i giornalisti, i magistrati, le madri, i padri, i medici.
Eroi o persone che svolgono al meglio il loro lavoro? Dove è finito il concetto di eroe come di persona che si sacrifica per gli altri? Può un giocatore di calcio essere un eroe, solo perché facendo un gol salva un campionato? Certo, alcune persone possono essere in qualche modo associate a un concetto di eroismo, ma manca la volontà di sacrificio personale che invece era fondamentale per gli antichi.


Interpellando Michela Murgia e Chiara Valerio su chi fossero per loro gli eroi, le due scrittrici italiane hanno scelto, non a caso, due eroine del mito (antico e moderno): Morgana, per la Murgia e Lady Oscar per la Valerio.
Due eroine ante litteram, due anti eroine, in realtà. L’una identificata nell’immaginario collettivo come la strega cattiva, in realtà persona animata da un forte spirito conservativo in un momento di grandi cambiamenti: in Inghilterra stava entrando il cristianesimo e Artù stava transitando dal mondo misterico e animista a una complessa religione fondata sul senso di colpa.
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Chiara Valerio
Morgana rappresenta il conservatorismo, la volontà di non cambiamento, di non adeguamento verso la novità. Donna madre non madre, amante del fratello, temuta, odiata, amata, essa rappresenta la relazione: con Artù con il quale ha l’unico rapporto sessuale della sua vita, con Ginevra che odiava, con Lancillotto che amava non riamata. Una relazione ancorata all’antico, alla magia, alle nebbie, all’oscuro, contro alla religione della luce e dello svelamento.


Lady Oscar, eroina assoluta per la bambina Chiara Valerio che si identificava nel suo essere neutro, né donna né uomo, è in realtà la donna sottomessa all’uomo, il padre, che decide per lei: tu sarai il figlio maschio che non ho avuto! E Oscar docilmente accetta; cresciuta in abiti maschili e dunque sentendosi uomo, è però amata da tutti, uomini e donne: è la prefigurazione dell’oggetto del desiderio perfetto perché non c’è possibilità di consumo. Essendo oggetto non è sessualmente attiva, e dunque il desiderio nei suoi confronti si può soddisfare anche solo nel ballo, nel farsi vedere, uomini o donne, con lei. Feticcio e mito, figura inconsistente e irreale.

Due scelte inconsuete ma molto precise per le due scrittrici, voci originali e finalmente voci femminili in questo mondo di scrittori uomini.

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Angela Catrani vive a Bologna e si occupa di libri da quando aveva sei anni. Alla classica domanda su quale lavoro avrebbe fatto da grande rispose che avrebbe lavorato con i libri. Tutti pensarono al mestiere (meraviglioso) di libraia, solo sua madre pensò al mestiere di editor e in un qualche modo, con qualche parentesi per mettere al mondo due figli, a fare l'editor Angela ci è arrivata. Lavora per la Cooperativa sociale Il Mosaico, che tra le altre sue attività produce libri per bambini per conto di Bacchilega editore di Imola.

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