Savon de Marseille #3. A Marsiglia dove abita il Made in Italy. Francesco Neri al timone dell’Istituto di Cultura

Francesco Neri

È uno di quei luoghi che a Marsiglia conoscono tutti. La costruzione è quella tipica del ventennio fascista, con quel classicismo tipico del “deco”.  È qui, all’Istituto culturale di Marsiglia, che incontro Francesco Neri, direttore da circa un anno. Quarant’anni, amante della scrittura, sposato, tre figli e bolognese. Sì perché solo un bolognese doc poteva inventarsi l’atelier della pasta sfoglia in collaborazione con Casa Artusi di Forlimpopoli. Il che può apparire una delle tante iniziative che insegue l’onda  della moda per i fornelli mentre qui , dove stroppiano la carbonara mettendoci la crème fraîche,  è davvero un toccasana.

E poi la cucina fa parte della nostra cultura

Mi dice con l’aria di chi, al di là del tono tranquillo, ha una sua determinazione.

Mi mostra la sede, dove c’è anche un teatro, un tempo molto attivo.

Neri  però non è affatto uno con le mani in mano. In un anno ha arricchito il sito dell’Istituto, ha messo in piedi un programma culturale che ha visto la partecipazione di personaggi come Stefano Benni e Mogol, ha aperto momenti di riflessione come la tavola rotonda sull’Islam e l’Europa con Franco Cardini e Abdessalem Souikile, imam e presidente dell’associazione marsigliese La Plume des savoirs.

Quest’ultima è stata un’iniziativa che ha visto una grande partecipazione da parte di cittadini di fede islamica. Edo è stato davvero positivo. In molti hanno apprezzato il dialogo e il tono con cui si è costruito. Il che in un paese come la Francia non capita sempre. Probabilmente la laicità da questo punto di vista crea atmosfere diverse”.

Laureato in Storia Antica frequentando prima l’Università di  Bologna e successivamente quella di Genova, Neri ha vinto il concorso per addetto culturale nel 2008. Prima di approdare a Marsiglia la sua esperienza precedente è stata il Luxemburgo.

“Immagino l’approccio!” gli dico mentre passeggiamo nella sede di rue Fernand Pauriol.

Sono due realtà davvero all’opposto. Ma questo è stimolante. Specialmente in una città come Marsiglia in cui la presenza italiana ha lasciato un segno importante”.

Che ingredienti usa per costruire il programma dell’Istituto?

Credo che, al di là del budget, sia importante proporre iniziative che ci rappresentino e che riflettano la nostra identità. Infatti siamo molto aperti alle scuole e nei nostri programmi  si passa dal cinema alla musica, dalla letteratura allo spettacolo di burattini”.

In cottura un concerto per la festa della musica “Umbria Jazz”, un incontro con Federico Iarlori e Svevo Moltrasio, attori e registi della serie web RITALS, commedia autoironica sulle avventure di due espatriati, la partecipazione al Festival di Avignone con lo spettacolo di Emma Dante.

Attento lettore Francesco Neri ama anche scrivere.

Sì – dice timidamente –  sto lavorando, tempo permettendo, a un testo

E la famiglia?

Fortunatamente per i miei figli il trasferimento a Marsiglia, dopo il Luxemburgo, ha avuto il vantaggio di ritrovare la lingua francese

E sua moglie?

Mia moglie è insegnante. Da un paio di mesi abbiamo avuto una bambina. Si chiama Agata. Ed è marsigliese”.

Mi spiega come si accede al timone di un Istituto di Cultura Italiano.

Si partecipa a un concorso, come nel mio caso. Mentre in alcune sedi particolari, come Parigi o New York, è un incarico che può essere ricoperto da esterni”.

Carlo Lucarelli, Luigi Bernardi. Gli autori bolognesi, lo si capisce da come ne parla, sono nella sfera letteraria sentimentale. E Bologna?

Ci sono nato, c’è la mia famiglia e ci torno sempre con piacere. È una città che amo”.

Nostalgia?

“No, il lavoro è tanto. L’istituto di Marsiglia ha un territorio vasto, da Montpellier a Tolosa fino alla Corsica”.

Improvvisamente il corridoio si affolla.
Che succede?

È uno dei corsi di lingua italiana – dice sorridendo – c’è sempre molta partecipazione”.

Giovani donne, uomini di mezza età, una frequentazione a dir poco eterogenea. Ognuno con il suo italiano. “La più bella lingua del mondo!” dice qualcuno con l’adorabile imperfezione della pronuncia.
Saluto Francesco Neri lasciandomi dietro le spalle un pezzetto d’Italia e, banalmente, ripenso alla pasta sfoglia. Quando si dice nostalgia.

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Stefania Nardini è romana, giornalista e scrittrice, vive tra Marsiglia e l’Umbria. Per i tipi “Pironti” ha pubblicato “Matrioska”, una storia sulla condizione delle donne in Ucraina e “Gli scheletri di via Duomo”, noir ambientato nella Napoli anni ’70. Autrice di “Jean Claude Izzo, storia di un marsigliese” (ed. Perdisa Pop nel 2011 e riproposto da E/O nel 2015), biografia romanzata del grande autore francese, ha continuato a raccontare Marsiglia in “Alcazar. Ultimo spettacolo” noir- storico pubblicato da E/O nella collana Sabot Age.

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