Ciak si gira – Caina estrema e grottesca narrazione su xenofobia, migranti e interscambio vittime e carnefici

Caina è il film è fra i 21 titoli iscritti agli Oscar: un’opportunità e un riconoscimento importante, raggiunti dal regista Stefano Amatucci e dal cast del suo film, composto da Luisa Amatucci,  Isa Danieli, Helmi Dridi, Gabriele Saurio.

Molti di loro, degli attori, noti al grande pubblico per Fiction di grande successo – La Squadra, Un posto al sole, Capri etc. – sono straordinari e a prescindere da questa esperienza e popolarità, tanto da risultare credibili in un film da “grande schermo” anche per un loro curriculum di tutto rispetto (Isa Danieli, ad esempio, vanta collaborazioni con il grande Eduardo De Filippo).

Prodotto da Movieland e distribuito da  mOOviOOle, ha una sceneggiatura firmata dallo stesso Amatucci e da Davide Morganti, autore dell’omonimo romanzo (Ediz. Fandango Libri) da cui il film si ispira liberamente.

Il film è un lavoro estremo e coraggioso sull’orrendo tema dell’immigrazione selvaggia, degli interessi connessi e dell’inevitabile razzismo. In un presente visionario e distopico, sulle spiagge di un generico Mediterraneo, si consuma la vicenda di Caina e si analizza il suo rapporto vittima- carnefice con il magrebino Nahiri, al centro di una vera e propria guerra di civiltà.

La protagonista in passato era una killer su commissione, uccideva con freddezza e agiva con disprezzo, era specializzata nell’ammazzare gli extracomunitari, perché il suo è un animo xenofobo, violento e con un odio viscerale per tutto ciò che non appartiene alla sua lingua, alla sua razza e soprattutto alla sua religione: incarna infatti i luoghi comuni e le paure di chi ha una rozza visone dell’Islam. Ora Lei passa le sue notti in spiaggia dove fa un mestiere particolare, la “trovacadaveri”: il suo compito è quello di raccogliere tutti i corpi annegati degli extracomunitari che dall’Africa cercano di arrivare in Italia e che il mare riversa sulla riva.

Lei sente i morti parlare, avere paura, lamentarsi, ne ascolta le sofferenze, le angosce, le delusioni. I cadaveri arenati vengono smaltiti sciogliendoli nel cemento in un centro di smaltimento statale.

Lei guadagna 15 al lordo, su ogni annegato. Nahiri, tunisino, anche lui fa il “trovacadaveri”, ma è abusivo. Insieme ad un gruppo di immigrati irregolari, per sopravvivere, vanno in giro rubando dalle rive i cadaveri degli immigrati, vendendoli sottobanco al centro di smaltimento grazie alla connivenza della sua dirigente, l’anziana signora Ziviello, che opera nel malaffare.

La merce è difficile da recuperare, così gli abusivi decidono di annegare a mare quelli che arrivano vivi. Nahiri non ci sta e abbandona il gruppo offrendosi di lavorare per Lei sottomettendosi a essa. Si scrutano diffidenti, si annusano come belve. Si scatena tra i due una guerra di civiltà. Ambedue vivono, però, con la costante paura di essere derubati dagli altri abusivi extracomunitari.

Reduce da un importante successo internazionale di critica e pubblico – Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Spagna, Australia, Argentina, Uruguay, Estonia, Portogallo –  Caina (prodotto da Movieland e distribuito da mOOviOOle) è l’opera prima al cinema di Stefano Amatucci che, dopo una lunga esperienza come regista televisivo (Un posto al sole e La squadra).

Protagonisti di questo lungometraggio una quasi demoniaca Luisa Amatucci nei panni di Caina; un tenero e, per certi versi, fragile Helmi Dridi nei panni di Nahiri; il realistico Gabriele Saurio nei panni del cinico Taurul. Un’impagabile Isa Danieli, interprete della cinica Signora Ziviello.

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Paolo Di Pasquale si forma studiando prima Architettura poi Disegno Industriale a Roma, specializzandosi in Lighting design. Nel 2004 è co-fondatore dello STUDIOILLUMINA, dove si occupa principalmente di Architectural Lighting Design e Luce per la Comunicazione: lo Studio progetta e realizza allestimenti espositivi e museali, ideazione della luce, corpi illuminanti, scenografia notturna - nel settore della riqualificazione urbana e in progettazione di arredi (porti turistici, parchi, giardini, piazze etc.)-, piani della luce per alcuni Comuni italiani e spettacoli di luce. Nel 2007 fonda lo Studio BLACKSHEEP per la progettazione di architettura di interni e di supporto alla pianificazione di eventi, meeting e fiere. E' interessato alla divulgazione della cultura della luce e del progetto attraverso corsi, workshop, convegni e articoli. Ha insegnato allo IED e in strutture istituzionali. E’ docente di Illuminotecnica presso l’Istituto Quasar - Design University Roma di nel corso di Habitat Design e in quello di Architettura dei Giardini. E' Redattore di art a part of cult(ure) per cui segue la sezione Architettura, Design e Grafica con incursioni nell'Arte contemporanea. Dal 2011 aderisce a FEED Trasforma Roma, collettivo di architetti romani che si interroga sul valore contemporaneo dello spazio pubblico esistente, suggerendone una nuova lettura e uso con incursioni e azioni dimostrative sul territorio metropolitano.

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