Fabrice de Nola e il Genius Loci. Dentro e oltre il racconto del Genio di Palermo

immagine pr Fabrice de Nola

Tra storia e leggenda il Genio di Palermo è una delle più complesse figure mitiche della tradizione del capoluogo siciliano. Di origini antichissime – si ha notizia del genius loci già nelle opere letterarie di Ovidio –, per i romani fu il nume tutelare della vita e della familia, che accoglie nel suo alveo tutto ciò che riguarda l’individuo comprese le attività lavorative e i luoghi abitati.

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Fabrice de Nola, Ercta Glitch, 2016. Olio su tela con AR, cm 200 x 140. Crediti fotografici: Giacomo D’Aguanno

A Palermo, dove la devozione al genius assunse storicamente una notevole importanza, la mostra di Fabrice de Nola Genius Loci. Dentro e oltre il racconto a cura di Desirée Maida, ne celebra il culto attraverso un percorso espositivo che si snoda nella splendide sale del cinquecentesco Palazzo Ajutamicristo.

Proprio nel capoluogo siciliano infatti il culto del genius loci fu talmente vivo che, come risulta da molte testimonianze storiche, la divinità prendeva parte al festino di Santa Rosalia accanto alla statua della Santa protettrice della città. A testimonianza di ciò, le numerose sculture o raffigurazioni del genio esistenti: dalle più antiche, all’ingresso del Porto e a Palazzo Pretorio, a quelle realizzate tra il XV e il XIX sec. come il Genio del Garraffo, alla Vucciria, il Genio di Piazza Rivoluzione, quello di Villa Giulia, il Genio dell’Apoteosi di Palermo dipinto da Vito D’Anna nel 1760 sul soffitto di Palazzo Isnello, il Genio di Villagrazia o di Villa Fernandez e il più recente (fine del XIX sec.), il Genio del mosaico, realizzato da Pietro Casamassima come pannello musivo della Cappella Palatina, al Palazzo dei Normanni.

Attraverso una lunga ricerca, iniziata nel 2010 e ancora in corso, Fabrice de Nola indaga sulla figura del Genio di Palermo e sui significati politici, religiosi e sociali che esso incarna, trasponendone su tela storie, miti, tradizioni e leggende.

“Panormus conca aurea suos devorat alienos nutrit’ (Palermo conca d’oro divora i suoi e nutre gli altri), si legge nell’iscrizione che accompagna la statua custodita all’interno del Palazzo Pretorio. Il motto, secondo l’interpretazione più diffusa sembrerebbe esaltare l’ospitalità della città nei confronti degli stranieri, un tema più che mai attuale e particolarmente sentito dallo stesso de Nola. Da qui prende le mosse la ricerca dell’artista dalle origini ibride e cosmopolita. Di madre italiana e padre belga, de Nola ha infatti vissuto a Milano, Mechelen, Ginevra, Il Cairo, Roma e Tokyo, prima di stabilirsi nuovamente nel capoluogo siciliano nel 2010. Il risultato è uno studio sorprendente che l’artista riesce a trasporre in narrazione attraverso la pittura e le tecniche multimediali, oltrepassando i confini della tela sotto forma di contenuti multimediali fruibili dai telefoni cellulari: è questo il caso di “Palermo”, in cui la figura del Genio è resa irriconoscibile dall’“effetto pixel” che ne offusca i tratti distintivi. Ma il codice QR al suo fianco fornisce l’accesso tramite smartphone alle pagine di Wikipedia a lui dedicate, ricostruendone così l’identità, la storia, l’aura: si tratta del Genio del Garraffo, rappresentazione scultorea del nume tutelare della città realizzata nel 1483 da Pietro da Bonitate in Piazzetta del Garraffo, nel nercato della Vucciria.

Ma gli studi di de Nola offrono al tempo stesso un’occasione unica di riscoperta della storia culturale, politica e identitaria della città.

In mostra anche un dipinto a olio che riproduce su tela un paesaggio digitale di Monte Pellegrino dal titolo “Ercta Glitch,” (è questo il termine con il quale si identifica il comportamento anomalo di un software) di Google Maps 3D. Locus sacro della città, il monte è la dimora della sua santa patrona, Rosalia, ma anche il luogo in cui, prima dell’avvento della religione cristiana, si praticavano culti pagani probabilmente riconducibili alla figura del Genio.

Ai protettori di Palermo, il Genio e Santa Rosalia, è infine dedicata “Motore immobile”, installazione scultorea del 2014 eseguita insieme a Daniele Franzella che accosta le due figure sacre attraverso i loro attributi iconografici più emblematici: nel caso del Genio il serpente, per Santa Rosalia il teschio.

Tutti questi racconti, studi e suggestioni confluiranno nel grande progetto in divenire “Collectio Panormi”, in cui de Nola raccoglie tutte le opere inerenti al progetto, le ricerche e la documentazione sulla figura del Genio utilizzando diversi linguaggi che si ibridano e si influenzano a vicenda.

La mostra, è parte del programma della VII edizione di I-Design e inserita nei programmi di Palermo Capitale Italiana della Cultura e Manifesta 12 Collateral Event.

Info mostra

  • Fabrice de Nola | Genius Loci. Dentro e oltre il racconto
  • A cura di Desirée Maida
  • Inaugurazione: 27 ottobre 2018, ore 17:30 – Fino al 4 novembre 2018 – ingresso libero
  • Palazzo Ajutamicristo
  • Via Garibaldi 41 – Palermo
  • Giorni e orari di apertura: lunedì – mercoledì – giovedì – venerdì 9,00-13,30 / martedì – sabato 9,00-19,00

 

 

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Avvocato, palermitana di nascita ma romana d'adozione, nella sua attività si occupa prevalentemente di diritto d'autore,dei beni culturali e legislazione dello spettacolo. Scrive di arte contemporanea e fotografia, ma anche di lifestyle, cultura e viaggi.

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