Troppa grazia di Gianni Zanasi. Apologo sul misticismo visionario della natura.

immagine per Troppa Grazia

Come può la natura difendersi dalla barbara furia umana di distruggere luoghi così suggestivi, unici ed universali nella loro poetica ed estetica?
Con il suo film “Troppa grazia” il regista Gianni Zanasi riesce ad immergerci in un tempo allungato ai ritmi della natura, contro la velocità degli alterati ritmi tecnologici.

immagine per Troppa Grazia
Alba Rohrwacher, Troppa Grazia

Attraverso le misurazioni catastali di due tecnici seguiamo il tempo dei passi lunghi sulla terra riarsa, dei passaggi lenti tra le ferle selvatiche, delle risalite ardue sugli irti colli, delle fresche soste sotto l’ombra di alberi stormenti. In panorami dove l’uomo è solo un puntino nella immanenza della madre terra. 

Paesaggi intorno al suggestivo pianoro della diruta città etrusca di Tarquinia, in una maremma dai colli ondulati, dalle pianure allagate dal giallo delle stoppie, dagli scarti marroni dei campi incolti e dalle erbe selvatiche. Plaghe desertiche e silenziose dove sotto il cielo azzurrissimo si possono sentire incombenti  il tempo e lo spazio in sospensione, in un annichilimento nelle grandiosità e maestosità della natura.

E solo lì, suggerisce il film di Zanasi, immersi nel grembo della madre terra, poter vedere in una apparizione mistica la sua divinità, umanizzata nella madre di Gesù e di tutti gli uomini.

Questo è quello che succede a Lucia (la bravissima Alba Rohrwacher), geometra in crisi di identità, in un mondo in corsa folle verso il nulla dove si sfilacciano i rapporti tra una donna ed un uomo, una madre ed una figlia, una figlia ed un padre, due amiche, una professionista ed il suo datore di lavoro e finiscono in contrasti insanabili, eterni.

Quando la nebbia del luogo comune ottunde le coscienze, quando tutto viene mercificato, il presente quotidiano diventa oppressivo, la troppa materialità in una società divisa, senza più senso civico e sociale (sono tutti corrotti anche i bambini dice il costruttore) diventa fragilità, occorre trovare aiuto nella fantasia mitologica e sacra per impedire l’ultimo sacco della terra. 

Quando Lucia comincia ad avere le visioni, e le rifiuta in un primo momento, il suo scollamento progressivo da un mondo che vive di corruzione, di rivalse, di ipocrisia, di social network, di competitivi sport estremi, si evidenzia in tutta la sua gravità.

Rischia di essere trattata da pazza, da studio psichiatrico, da ricovero, ma reagisce, combatte contro i luoghi comuni, le assuefazioni ad una società solo materiale ma già morta nel suo essere umana.

A questo punto c’è la bravura del regista Gianni Zanasi nel raccontare la banalità dei rapporti, dei dialoghi, delle situazioni, delle tematiche di cui è intessuto il quotidiano, insinuando il pensiero che tutto ciò non vale per quello che è ma per quello che non dovrebbe essere. E’ il bypass per evitare ogni retorica o critica fine a se stessa.

Quando le gru, le betoniere, i camion e tutto il materiale per costruire una nuova lottizzazione (il progetto dell’Onda è un’occasione da non perdere dice l’Architetto comunale) su una terra affascinante ed indifesa diventano l’allerta per una difesa estrema di tutto un territorio, Lucia, sempre più sola, ricorre alle sue visioni per alimentare dubbi e paure (c’è qualcosa di importante sotto questi terreni dice ispirata dalla Madonna).

immagine per Troppa Grazia
Il Manifesto

Fino all’estremo rimedio, una distruzione come in Sodoma e Gomorra, con la natura che mostrerà alla donna nuova i suoi più segreti tesori alle sorgenti della vita umana.

Troppa Grazia.

  • Regia: Gianni Zanasi
  • Produzione: IBC movie – Pupkin Production
  • Distribuzione: BIM
  • Lucia: Alba Rohrwacher
  • Arturo: Elio Germano
  • Paolo: Giuseppe Battiston
  • La Madonna: Hadas Yaron
+ ARTICOLI

Pino Moroni ha studiato e vissuto a Roma dove ha partecipato ai fermenti culturali del secolo scorso. Laureato in Giurisprudenza e giornalista pubblicista dal 1976, negli anni ’70/80 è stato collaboratore dei giornali: “Il Messaggero”, “Il Corriere dello Sport”, “Momento Sera”, “Tuscia”, “Corriere di Viterbo”. Ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti. Dal 1990 è stato collaboratore di varie Agenzie Stampa, tra cui “Dire”, “Vespina Edizioni”,e “Mediapress2001”. E’ collaboratore dei siti Web: “Cinebazar”, “Forumcinema” e“Centro Sperimentale di Cinematografia”.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.