Spot Home Gallery – quando l’arte è di casa

immagine per Spot Home Gallery: Luca Anzani

Elias Canetti, in uno dei suoi fulminanti aforismi, ci suggerisce un’idea per sopravvivere alla complessità:

«Trovare il cammino attraverso il labirinto del proprio tempo, senza soccombergli, ma anche senza saltarne fuori».

Guardando la nuova Spot Home Gallery in via Toledo a Napoli, inaugurata lo scorso 4 febbraio, sembra che Cristina Ferraiuolo padrona di casa, gallerista e fotografa, abbia interpretato alla lettera le parole dello scrittore bulgaro. L’accogliente  location, si offre infatti come un ideale  labirinto del nostro tempo e lo interpreta così pienamente da renderlo in qualche modo rapsodico, capace di immergersi nel mondo.

Lo spazio è una casa privata di 100 mq. trasformata in un arioso studio dedicato alla fotografia di ricerca, dove gli ospiti sono accompagnati alla scoperta di preziosi viaggi intersemiotici, distanti dalla rapidità contemporanea; mi spiega la Ferraiuolo:

Spot Home Gallery è per me un nuovo punto di partenza; il nome è quello del negozio di cine foto di mio padre ubicato proprio qui difronte a questa casa che era il suo studio, divenuto, nel tempo, la mia dimora. Mi sono avvicinata alla fotografia grazie a lui e dopo aver vissuto un percorso professionale diverso da quello artistico, alla fine è prevalsa la mia passione: ho quindi lasciato Napoli e vissuto a lungo a Parigi, dove mi sono formata frequentando ambienti artistici stimolanti da cui sono nate conoscenze interessanti e preziose amicizie tutt’oggi vivissime”.

L’evento inaugurale, Andamento lento (fino al 30 giugno), è la risultanza  di questo complesso ordito meditativo ed esperienziale vissuto dalla gallerista. Si tratta di una collettiva internazionale composta da otto seducenti personalità (compresa quella della stessa Cristina Ferraiuolo), attraenti per il loro temperamento, per la loro forza, per il loro sguardo rivolto verso se stessi e la città: Michael Ackerman, Morten Andersen, Luca Anzani, Martin Bogren, Lorenzo Castore, Adam Grossman Cohen e Richard Pak,  pur se spesso di transito nella nostra città, per la prima volta espongono anche a Napoli le loro fotografie ispirate al capoluogo partenopeo, realizzate nell’arco di un ventennio:

Per questa prima tappa ho selezionato amici fotografi la cui opera è come una dichiarazione di intenti circa la mia linea artistica; si tratta di caratteri che sanno esprimere in maniera soggettiva il loro modo di stare al mondo, che prendono dalla realtà ciò che serve per nutrire la propria immaginazione”.

Dinanzi ai nostri occhi non un soggetto unico, né una sceneggiatura definitiva, ma materiali eterogenei, parole, visioni, immagini che vaporizzano la realtà mediante tracce evanescenti di tempo interiore inconfessato, inatteso, che interroga, per aprirsi a un discorso estetico di linguaggi eclettici.

Ecco dunque le ruvidità di Michael Ackerman, che si estendono senza soluzioni di continuità, dissolvendo  i confini geografici, facendo vibrare increspature e pieghe; le finzioni destabilizzanti di Morten Andersen, che assorbono ogni possibile esteriorità sotto la città continua; le elevazioni di Luca Anzani, che come sensori attestano la messa in crisi di una visione compatta e organica della metropoli; gli attraversamenti di Martin Bogren, che nascono da passeggiate senza meta ma col cuore impegnato e palpitante, dentro l’anatomia di una polis non più perimetrabile; le torsioni di Lorenzo Castore, che filma addensamenti e cesure, scarti improvvisi e intervalli perduti di emergenze antropologiche e sensibilità sociali; le frontalità di Cristina Ferraiuolo, che con un atteggiamento poetico tassonomico misurano i labili margini di volti e corpi scolpiti dal tempo in sincopati spazi di azione e riflessione; le atmosfere stupite di Adam Grossman Cohen, collocate in profondità metafisiche, che negano  ogni riferimento riconoscibile;  l’intimità di Richard Pak, ricercata in uno spazio pubblico dietro “tende di fortuna”.

In un momento storico particolarissimo, in cui l’arte diventa cifra aguzza per decodificare il mondo e il tempo che viviamo, Cristina Ferraiuolo scrutando la vita con l’occhio raffinato di chi pensa alla fotografia come a un’attività complessa tesa fra la sfera dei sentimenti, delle esperienze, della vita sociale, è riuscita a realizzare un dispositivo riflessivo diligentemente impaginato, dinamico, fresco e agibile; mi svela a tal proposito:

La fotografia è un’arte economicamente accessibilee come gallerista intendo proporre sia emergenti che fotografi con percorsi già consolidati, rappresentati anche da altre importanti gallerie internazionali, le cui opere si attengono quindi al valore di mercato già definito, e anche fotografie che sono in open edition, quindi a prezzi più contenuti. Accanto a loro vi sono anche fotografi altrettanto talentuosi ma meno noti, le cui quotazioni sono abbastanza moderate ”.

Nella luminosa galleria, dove dalle vetrate si può scrutare dall’alto il fitto via vai della storica, centrale e amatissima arteria napoletana, i visitatori si trattengono di buon grado. Si avvicinano alle opere (quasi le sfiorano) scrutando i dettagli, le trasparenze, le ombre, attraverso cui sembrano ritrovare l’incipit di una dimensione di benessere spirituale.

Se la qualità di un luogo si desume anche dalla capacità di promuovere curiosità, ricerca, riflessione, confronto-conforto, Andamento lento centra perfettamente questo provocante intento.

Info mostra

  • Andamento lento / Michael Ackerman, Morten Andersen, Luca Anzani, Martin Bogren, Lorenzo Castore, Adam Grossman Cohen, Richard Pak
  • fino a giugno 2021
  • Spot Home Gallery, via Toledo 66, Napoli
  • prenotazione obbligatoria
  • www.spothomegallery.com
  • info@spothomegallery.com

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Storica e critica d’arte, curatrice, giornalista pubblicista, Loredana Troise è laureata  con lode in Lettere Moderne, in Scienze dell’Educazione e in Conservazione dei Beni Culturali. Ha collaborato con Istituzioni quali la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio di Napoli; l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. A lei è riferito il Dipartimento Arti Visive e la sezione didattica della Fondazione Morra di Napoli (Museo Nitsch/Casa Morra/Associazione Shimamoto) della quale è membro del Consiglio direttivo. Docente di italiano e latino, conduce lab-workshop di scrittura creativa e digital storytelling; è docente di Linguaggi dell'Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e figura nel Dipartimento di Ricerca del Museo MADRE. È autrice di cataloghi e numerosi contributi pubblicati su riviste e libri per case editrici come Skira, Electa, Motta, Edizioni Morra, arte’m, Silvana ed.

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