Burocrazzismo e Arte di Antonio Bisaccia. Tra le urgenze riplasmare il sistema e sburocratizzare

Burocrazzismo e Arte di Antonio Bisaccia

“Le due molle della cultura sono la nozione di valore e quella di conservazione” 
– Jean Dubuffet

Accademie di Belle Arti, Conservatori di Musica, Istituti Superiori per le Industrie Artistiche, Accademia Nazionale di Danza e Accademia Nazionale d’Arte Drammatica sono cinque realtà che coesistono dietro l’acronimo di AFAM (Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica).

AFAM è un massimo comune denominatore che da circa venticinque anni non riesce a rigenerarsi con le opportune riforme.

Quali sono i motivi e gli interrogativi che ne rallentano l’adeguamento sono molteplici e, laddove individuabili, non chiarissimi a causa della generalizzante speculazione del termine ad esso iscritto: burocrazia.

Ma proprio il predetto termine si sovrappone ad una emarginazione di quei settori creativi e operativi funzionati nella formazione didattica dell’arte, così forti da generare un “razzismo inesauribile” in tutte le varie professioni di insegnati e di formatori di ogni ordine e grado.

Nel suo recente libro Burocrazzismo e Arte, edito per Castelvecchi Editore, Antonio Bisaccia, sviluppa nella narrazione una disamina profonda sulle azioni legislative serie da adottare con urgenza indipendentemente il colore politico di coloro che se ne faranno vessillo.

La formazione artistica è universale e le norme già  esistenti, aggrovigliatesi nei lunghi decenni, sono state pensate con una approssimazione discriminatoria.

immagine per Burocrazzismo e Arte di Antonio BisacciaBisognerà quindi riplasmare il sistema da cima a fondo. Con una filologica comparazione,  tra l’idea di Stato e di riversata malevolenza verso la società dell’arte,  Bisaccia nella sua consecutio narrativa – con accorta ed erudita ironia – non si esime nel portare in rassegna rilevanti valutazioni di pensiero storiche contestualizzandole al sistema AFAM: da John Kenneth Galbraith a Giosuè Carducci, da  Awake Brain Surgery a George Lakoff.

L’ultima parte del saggio è decisamente incentrata su proposte tematiche, soluzioni, passaggi difficili ma decisivi che ad esempio il ministro Manfredi aveva individuato in una strada da percorrere: la legge delega.

Adesso toccherà alla neo ministra Cristina Messa entrare nella complessa compagine del Comparto AFAM, risolverne buona parte delle criticità trovandone equilibrate risposte a tutte le varie domande che giacciono su quel tavolo permanente, nato con il D. M. n.29 del 15 Aprile 2020.

Bisognerà anche trovare risposta al precariato dai docenti ai contrattisti a quanti attendono per i prossimi mesi l’uscita della graduatoria nazionale, denominata 205 bis, l’aumento dell’organico, così come occorrerà dar vita, senza ulteriori rimandi alla nascita dei Dottorati per l’attività di Ricerca.

Ma aspettando, occorre che – dopo questo lungo anno deficiato dal Covid –  le attività didattiche possano, con tempestività, far fronte alla grave onda d’urto dei nuovi disagi prodotti dalla seconda ondata di quest’anno accademico con tutti i problemi  che si assommano alle carenze già preesistenti.

Bisaccia mostra con orgoglio il tricolore del sistema AFAM come un drappo che dovrebbe esserne – usando una sua felice espressione – il fiore all’occhiello di ogni italiano.

Non a caso il sottotitolo scelto dall’autore è profetico come un diario di bordo per un capitano che deve orientare la bussola per indirizzare la nave in mezzo ad un oceano: Cronaca  di  unequiparazione  cosmetica nellAlta  Formazione  Artistica, Musicale  e  Coreutica.

Il valore del nostro Made Italy con tutta la sua creatività artistica che opera in una cantieristica vivente ha però, prima di tutto,  necessità di essere supportato da azioni concrete e solerti per permetterne la conservazione e il rimodernamento.

Burocrazzismo e Arte, scritto da Bisaccia, con una prefazione di Tommaso Montanari, con immediata semplicità e chiarezza, con consistente sottigliezza e visione, giunge a sensibilizzare la coscienza di qualsiasi lettore, sulle suddette e sofferte argomentazioni, spesso ignorate e per questo, da molti, sconosciute.

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Storico dell’arte, curatore, saggista e docente, Gabriele Romeo si è laureato in Scienze e Tecnologie dell’Arte all’Universita di Palermo e ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bologna. Ha preso parte al corso di alta formazione ICON, per curatori, presso la Fondazione Fotografia di Modena. Ha curato il Padiglione dello Stato Plurinazionale della Bolivia alla 57ª Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Insegna Storia dell’arte contemporanea, Fenomenologia delle arti contemporanee, Storia delle arti applicate ed ha tenuto il corso di Linguaggi Multimediali all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Autore per la casa editrice Skira, con una prefazione di Mark Gisbourne, del testo da lui scritto ed illustrato #HASHTAGART. Ha curato mostre in Italia e all’estero dedicate ad artisti internazionali ed emergenti, collaborando a Venezia con la Fondazione Bevilacqua La Masa. Membro di AICA International, Open Section (International Association of Art Critics).

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