Luisa Lambri – Linee. Lines a Napoli

immagine per Luisa Lambri - Linee. Lines a Napoli

Le linee ci collegano al mondo. Stabiliscono un orizzonte che ci lega alla terra quando guardiamo il mare. Uniscono il passato al presente e mirano con speranza al futuro condiviso. Nel mondo dell’arte indicano delle tracce che percepiamo come continue, ossia una sequenza ininterrotta di punti. Sono uno degli elementi dinamici fondamentali della comunicazione visiva. Dei segni prodotti da uno strumento mosso dall’artista, un gesto che si svolge nel tempo, così non vengono percepite istantaneamente come accade per il punto e l’osservatore segue l’andamento della forma. Sono una componente fondamentale con una funzione strutturale perchè consentono di tracciare le forme e i volumi dei soggetti, definendo gli spazi architettonici in cui viviamo.

Spesso non esistono nella realtà, ma sono un’astrazione che ci permette di evocare un’immagine in modo chiaro ed agevole. Nell’ambito della rappresentazione grafica, vengono tracciate da un mezzo che scorre su una superficie, in questo modo acquistano una propria espressività. Possiamo classificare le linee in funzione della loro lunghezza, del loro andamento, della loro direzione e del loro spessore.

Queste riflessioni trovano una corrispondenza concreta nella creatività artistica di Luisa Lambri (1969), che ha focalizzato la sua attenzione sulle linee che generano uno spazio vissuto ed astratto attraverso un nuovo lavoro fotografico, visibile nella mostra personale, Linee. Lines, allestita nelle sale della Thomas Dane Gallery di Napoli e curata da Douglas Fogle e da Hanneke Skerath.

I suoi lavori si dividono fra l’astrazione fotografica e l’esplorazione spaziale dell’architettura. Gli elementi delle sue composizioni si riducono fino a far emergere una percezione trascendentale della luce e dello spazio. Il suo stile è caratterizzato da un’enfasi di linee e griglie: nelle istantanee seriali isola i dettagli per costruire letture personali e intime degli ambienti. In esse è possibile percepire riferimenti all’Astrattismo Geometrico del primo Novecento, al movimento Light and Space della California meridionale, al Neoconcretismo brasiliano e al Minimalismo.

Il percorso espositivo nella galleria partenopea prende in considerazione due momenti storici a Napoli e dintorni: gli affreschi all’interno degli scavi di Pompei del I secolo a.C., e gli elementi costruiti dal designer italiano Gio Ponti (1891-1979), per gli interni del Royal Continental Hotel del capoluogo campano e dell’Hotel Parco dei Principi di Sorrento. Queste opere fotografiche sono esposte insieme alle nuove ricerche della Lambri sulla linea, indagata anche dall’artista concettuale polacco Edward Krasinski (1925-2004), e da quello californiano Doug Wheeler (1939).

Ad accogliere i visitatori sono gli scatti della fotografa milanese che esplora l’uso della luce, delle linee e dell’orizzontalità nei lavori e nelle installazioni ambientali di questi due artisti. La Lambri ha fotografato le caratteristiche linee blu, lunghe linee orizzontali realizzate con lo scotch, che Krasinski ha applicato sopra le sue opere, fra di esse e sui muri, ad una altezza di 130 cm, creando una nuova visione astratta che separa in due le sue stampe fotografiche, dando vita ad un continuum emotivo, dove le linee condensano la distanza tra arte, ambiente e spettatore. Queste strisce astratte blu rimandano alla divisione ottica tra terra e cielo o alla separazione tra suolo e mare. L’artista amplifica le qualità umane congiunturali del nastro blu, applicandolo al muro all’altezza media del cuore umano.

Inoltre, crea una inversione speculare di questa traccia nelle sue fotografie all’installazione, Light and Space, di Doug Wheeler, collocata sulla parete opposta. Negli scatti, un segno grafico orizzontale di luce bianca attraversa il nebbioso bagliore blu della foschia ottica di Wheeler, per suggerire un paesaggio marino azzurro e ultraterreno, simile a quello del vicino Mar Tirreno ben visibile dalla galleria d’arte.

Dopo aver passato gli ultimi decenni a perfezionare la sua tecnica immortalando architetture moderne e contemporanee, Luisa Lambri si avventura nella dimensione archeologica con una serie di nuovi lavori che analizzano gli affreschi classici di Pompei, restituendo degli spazi astratti attraverso la geometria delle linee decorative delle cornici.

Una particolare attenzione è stata rivolta alle pareti interne della Casa degli Amanti, della Stanza di Leda e l’Atrio di Narciso e della Casa di Giulia Felice. Anche se le pitture murali mostrano una eloquente connotazione figurativa, l’interesse è rivolto ai modi in cui gli artigiani pompeiani hanno usato le linee per definire e valorizzare i ritratti di patroni e miti allegorici che decorano queste residenze.

Osservando i suoi scatti, si nota la costante indagine per mantenere vivo un tema come l’identità e la condizione umana del popolo pompeiano, in simbiosi alle infinite possibilità di rappresentazione della realtà per mantenerne vivo il ricordo e la memoria. Le sue fotografie educano a guardare ciò che è sempre stato sotto i nostri occhi, ma che abbiamo sempre dato per scontato.

La ricerca del dettaglio ha l’obiettivo di non lodare in modo entusiastico e con una solennità talvolta eccessiva le linee decorative degli artigiani, a volte ornate con fiori o fogli di vite, ma ha il compito di far “fiorire” questi elementi in maniera autonoma. Siamo davanti a un’operazione rigorosa che decentra lo sguardo del visitatore per indirizzarlo verso una prospettiva nuova. Le linee diventano una astratta geometria di rovine. E’ un processo che proietta la sua creatività verso il Minimalismo e procede per sottrazione dello spazio.

 

Nelle fotografie realizzate osservando i progetti di Gio Ponti per il Royal Continental Hotel di Napoli e l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento, si concentra sulla radica degli armadi a muro dell’architetto milanese che ha disegnato nel 1953. Ad un primo impatto, la cucitura verticale della composizione è di difficile decifrazione. Sembra di trovarsi di fronte ad un materiale riconducibile al marmo. Solo la ricerca del dettaglio, per linee austere e pulite create dalle venature, ci riporta alla presenza delle ante dell’armadio realizzate con il legno. Emergono in superficie esuberanti astrazioni ambrate, caratterizzate da un certo dinamismo, in cui la linea che divide simmetricamente la foto, genera nuovi spazi e prospettive.

Una simile tensione tra materiale organico e linee funzionali riconducibili alla corrente Modernista, è visibile nella fotografia di una finestra a forma di oblò, progettata da Gio Ponti per l’albergo di Sorrento, costruito nel 1961. Incastonato nel muro a forma di rombo, questo blocco di vetro agisce come una lente acquosa che incornicia la rigogliosa vegetazione dei giardini dell’hotel. Nell’immagine della Lambri, la finestra fluttua in un campo nero e gioca con la relazione spaziale tra interno ed esterno, offrendoci un accesso a un altro mondo.

Luisa Lambri. Untitled (Parco dei Principi, #01), 2020
fine art pigment print 91.1 x 76.6 cm. 35 7/8 x 30 1/8 in. ©Luisa Lambri. Courtesy the artist and Thomas Dane Gallery.

Archeologia e architettura contemporanea diventano luoghi di contemplazione e di ridefinizione dello spazio attraverso un uso rigoroso di linee geometriche ed astratte. La Lambri costruisce combinazioni di tracce su una superficie per esprimere una bellezza generale, animata dall’urgenza di dover far qualcosa, di estrarre ogni cosa da essa. Le linee verticali e orizzontali sono guidate da una sua intuizione, create con armonia e ritmo, divenendo una vera e propria opera d’arte.

Info mostra

  • Linee. Lines | Luisa Lambri
  • A cura di Douglas Fogle e da Hanneke Skerath
  • fino al 2 ottobre 2021
  • Thomas Dane Gallery
  • via F. Crispi 69, Napoli
  • +39 081 1892 0545 – naples@thomasdanegallery.com
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Luca Del Core, vive e lavora a Napoli. E' laureato in "Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali" presso l'Università degli Studi "Federico II" di Napoli. Giornalista freelance, ha scritto per alcune riviste di settore, per alcune delle quali è ancora redattore, e attualmente collabora con art a part of cult(ure). La predisposizione ai viaggi, lo porta alla ricerca e alla esplorazione delle più importanti istituzioni culturali nazionali ed internazionali, pubbliche e private.

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