Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione

Acc. San Luca Coll. Marchini. Foto Andrea Veneri

La straordinarietà della mostra Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione, allestita fino al 22 aprile nelle sale e lungo la sontuosa scalinata dell’Accademia Nazionale di San Luca, è tutta centrata nel fatto che, attraverso le oltre centrotrenta opere di settantasette artisti (da Carla Accardi ad Alberto Ziveri), si ripercorrono momenti salienti, non solo dell’attività della Galleria d’Arte La Nuova Pesa, ma, anche, quelli dell’arte, della storia dell’arte e della storia in generale, grande e piccola, della città di Roma come del nostro Paese.

È sorprendente appurare come una passione, trasformata in impegno, sia stata in grado di seguire, individuare e, col senno del poi, anche costruire, quel sostrato intellettuale e artistico, lentamente entrato nel DNA sia di un folto pubblico che della cultura di un lunghissimo arco di tempo.

La curatela di Fabio Benzi, Arnaldo Colasanti, Flavia Mattiti, Italo Tomassoni, coordinati da Gianni Dessì, ha voluto tessere proprio questa trama evidenziando, oltre che con le opere, anche attraverso foto di famiglia (raccolte nella preziosa sezione Una storia per immagini), quanto fosse vicendevolmente permeata l’attività della Galleria con la cultura artistica romana e nazionale, sottilmente e acutamente suggerito nel titolo “una storia nell’arte”.

Con un allestimento ben curato e un certosino lavoro sugli archivi (una fonte inesauribile che il MAXXI, come il Palazzo delle Esposizioni e come pure la Galleria d’Arte Contemporanea del Comune di Roma, stanno mostrando tutto il loro valore storico-artistico), accompagnato altresì dal prestito di opere entrate in collezioni pubbliche e private, è stata così ricostruita la brillante storia, artistico-politica, della famiglia Marchini.

Una storia iniziata nel lontano 1959. Alvaro Marchini, imprenditore, politico, comandante partigiano, medaglia d’oro della Resistenza, cofondatore della società che stampò il quotidiano organo del Partito Comunista, l’Unità, nonché collezionista d’arte, apre a via Frattina la galleria La Nuova Pesa, esordendo con la mostra “31 autori e 31 opere del rinnovamento artistico italiano dal 1930 al 1943”, e l’intento di mostrare le opere di quegli artisti più innovatori, soprattutto del neorealismo.

La prima fase, attestata tra gli anni 1959-1976, che vede la sede prima a via Frattina e poi a via del Vantaggio (1961), è strettamente legata all’attività di Alvaro Marchini il quale, seppur chiusa la galleria, ha continuato a collezionare e a interessarsi di arte fino ai suoi ultimi giorni (24 settembre 1985).

La seconda fase, invece, è strettamente unita alla figlia di Alvaro Marchini, Simona, che nell’ottobre del 1985 apre una nuova galleria a via del Corso (dov’è tuttora la sede), mantenendo però la stessa denominazione di quella del padre, completando l’attività espositiva con iniziative legate alla musica, al teatro e alla letteratura.

E i testi dei cataloghi, firmati da personaggi del calibro di Roberto Rossellini, Italo Calvino, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti, attestano quanto la galleria fosse un dinamico attrattore culturale di quegli anni.

Le opere, selezionate tra quelle che hanno segnato importanti tappe nella storia di Alvaro e di Simona Marchini e della galleria, riunite anche grazie al prezioso contributo di diversi prestatori, sono un susseguirsi di finestre che, in simultanea, si affacciano su inesauribili scenari.

Partendo, quindi, dalle sale del terzo piano, dove le opere si affiancano a quelle della collezione dell’Accademia, proseguendo lungo lo scalone elicoidale borrominiano, attraversando il Salone d’Onore, sempre nel costante raffronto con la collezione, il percorso si conclude nel giardino, nel portico e nelle sale del pian terreno.

Tuttavia, un percorso non solo attraverso le sale dell’Accademia ma, come detto, anche della Storia, che copre tutto il Novecento, arrivando fino ai giorni nostri, con opere di artisti contemporanei.

Visitando, dunque, la mostra, numerose sono le osservazioni cui ognuno è orientato a elaborare, a partire dalla constatazione dei personaggi che hanno frequentato la galleria, ma anche il notevole e puntuale lavoro curatoriale e scientifico messo in atto per predisporre questa mostra. Che si avverte fin dall’inizio allorquando si possono ammirare le opere suddivise in specifiche sezioni che attestano altrettanti distinti momenti.

Sono, infatti, sei (Tra Italia e Francia, Parigi, Vedute e visioni, La realtà della storia, Tra cielo e terra, L’artista e i suoi modelli) le sezioni sviluppate nelle sale del terzo piano, che riuniscono i lavori, alcuni spettacolari e noti a pochi (vedi Dittico di Villa Borghese/Paesaggio romano, 1910, olio su tela, 52 x 177 cm, di Giacomo Balla), di Georges Braque, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Filippo De Pisis, Juan Gris, Fernand Léger, Albert Marquet, René Magritte (con La science des réves, del 1950), Pablo Picasso, Ardengo Soffici, Edita Broglio (col suo delicato olio su tela Uova fresche, 1928-29), Corrado Cagli, Antonio Donghi (e la sua raffinatissima Bagnante, 1933), Renato Guttuso, Leoncillo, Carlo Levi, Osvaldo Licini, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Mirko, Giorgio Morandi, Fausto Pirandello, Antonietta Raphaël, Alberto Savinio, Carlo Socrate e Francesco Trombadori, elenco riportato per far cogliere appieno il livello dell’intera esposizione. Livello che si mantiene ugualmente alto nel Salone d’Onore con i disegni di Scipione, Renato Guttuso, Ernst Ludwig Kirchner, Otto Dix e George Grosz, e le opere di Carlo Levi, Alberto Ziveri, Renzo Vespignani, Titina Maselli, Alberto Gianquinto, Piero Guccione, Gianluigi Mattia e Franco Mulas (col sorprendente Nous sommes tous indésiderables, 1969).

È a metà della rampa borrominiana che viene evidenziato quella sorta di passaggio di testimone, con l’inizio dell’attività di Simona Marchini, con le opere di Marco Lodola, Luca Patella, Giuseppe Salvatori, Salvo, Cesare Tacchi (con Cosa, del 1991). Man mano che si scende, lentamente si arriva fino ai nostri giorni con Maurizio Mochetti (con l’essenziale Freccia nera, 1974), Andrea Aquilanti (Albacini, 2022) Nobuyoshi Araki, Bizhan Bassiri, Sigfrido Martin Begué, Enrico Castellani, Fabrizio Corneli, Gino De Dominicis, Daniela De Lorenzo, Stefano Di Stasio, Marilù Eustachio, Pietro Fortuna, Alberto Garutti, Giuliano Giuliani, Rebecca Horn, Paolo Icaro (l’incantevole Uno, due, tre, 1998), Jannis Kounellis, Mimmo Jodice, Felice Levini, H.H. Lim (con l’attualissimo Senza titolo/Saggezza, 1994), Fabio Mauri, Gerhard Merz, Flavio Micheli, Hidetoshi Nagasawa, Shirin Neshat, Roberto Pietrosanti (Senza Titolo, 2017) Vettor Pisani, Alfredo Pirri, Annie Ratti, Mariano Rossano, Andrea Santarlasci, Toti Scialoja e Michele Zaza.

Info mostra

  • Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione
  • a cura di Fabio Benzi, Arnaldo Colasanti, Flavia Matitti, Italo Tomassoni – coordinamento di Gianni Dessì
  • fino 22 aprile 2022
  • Accademia Nazionale di San Luca, Palazzo Carpegna – piazza dell’Accademia di San Luca 77 – Roma
  • Ingresso gratuito su prenotazione: prenotazioni@accademiasanluca.it
  • Orari: chiuso domenica e lunedì; da martedì a sabato 10.00/19.00
  • Info: www.accademiasanluca.eu; t. 06 6798848 – 06 6798850 selezionando l’interno della portineria
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Daniela Trincia nasce e vive a Roma. Dopo gli studi in storia dell’arte medievale si lascia conquistare dall’arte contemporanea. Cura mostre e collabora con alcune gallerie d’arte. Scrive, online e offline, su delle riviste di arte contemporanea e, dal 2011, collabora con "art a part of cult(ure)". Ama raccontare le periferie romane in bianco e nero, preferibilmente in 35mm.

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