Prometeo di Gabriele Vacis: il suono plurale della libertà

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Prometeo di Eschilo – in prima nazionale – porta in scena un gruppo di giovani attori diplomati allo Stabile di Torino diretti da Gabriele Vacis, che firma anche la drammaturgia, nella sua prima volta al Teatro Olimpico di Vicenza che per il 75° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico, ha scelto come tema Domani nella battaglia pensa a me” con la direzione artistica di Giancarlo Marinelli.

L’esperienza di Vacis come docente al Teatro Stabile di Torino è proseguita con la scelta di accompagnare gli allievi nel percorso di messa in scena della tragedia.

PEM, acronimo di Potenziali Evocati Multimediali, questo il nome della compagnia, un gioco di parole che fa il verso ai PEM, i Potenziali Evocati Multimodali, un tipo di analisi che in medicina  viene utilizzata per misurare il tempo di reazione dei muscoli agli stimoli e su questo aspetto ha lavorato il gruppo di interpreti per sollecitare il pubblico sottoponendolo a stimolazioni ad un livello più profondo.

A guidarli nell’indagine sul corpo, la voce, il suono e la loro disseminazione nello spazio interiore ed esteriore è Vacis, maestro di narrazione e di contagio della parola con le sue declinazioni sonore e drammaturgiche, laddove l’attore non è portatore del verbo scenico sul piano intellettuale ma è la parola a farsi attrice, a spezzare il corpo e la voce ricercando la relazione con il significato del testo attraverso la danza, il canto, l’incontro tra gli attori prima che con i personaggi.

Un allestimento fedele al testo classico che si trasforma di fronte alla contingenza degli eventi, perché alla prima il gruppo di attori arriva già con alcune presenze in meno e alla seconda replica ancora altri componenti vengono meno tanto che il regista diventa narratore per orientare il pubblico – un pubblico splendidamente punteggiato di spettatori giovanissimi – di fronte alla mancanza di alcuni personaggi previsti e solo in parte affidati agli attori rimasti in scena.

Vacis presente in scena dall’inizio alla fine osserva e interviene definendo la potenza della ribellione di Prometeo alla divinità, la forza profetica di chi ha il coraggio di essere libero e di preannunciare che tutto finirà, che quella forza non durerà per sempre.

Un uomo che osa dire no alla necessità e al dovere e mette in discussione gli dei, che non si piega anche quando viene punito per il suo oltraggio, che affranca gli uomini con il fuoco emblema del pensiero libero, del progresso e dell’indipendenza grazie al sapere, alla techne, abilità e ingegno per padroneggiare la realtà senza essere schiavi del volere divino.

Non ha paura Prometeo, non si lascia convincere e trascina su quella rupe alla quale è incatenato tutto il genere umano, dimostrando che è possibile non vivere nel timore ma diventare artefici del proprio destino.

Questa carica rivoluzionaria si traduce in canto, corale come nella tradizione greca ma anche indagine individuale dell’attore impegnato con la voce e con il corpo nell’esplorazione dei propri strumenti interpretativi sempre in relazione con il resto del gruppo, tanto che non si può distinguere un protagonista univoco perché il corpo di ciascuno cessa di essere uno, l’uno è reso in scena dall’incontro con l’altro e questo Prometeo ha un corpo scenico plurale in uno spazio come quello del Teatro Olimpico denso di classicità senza alcun elemento scenografico, scosso da un’energia pienamente figlia del Caos, frenesia ma anche studio attento della voce e della sua declinazione polifonica.

In occasione degli incontri con gli autori previsti in concomitanza con gli spettacoli all’Olimpico, Gabriele Vacis ha  approfondito la visione di Prometeo in William Golding, scrittore britannico, e in Luigi Meneghello,  che ne è stato il traduttore: lo si incontra nel romanzo di Golding La folgore nera e Meneghello a partire da Golding gli riserva particolare attenzione in uno dei suoi articoli per la rivista di Adriano Olivetti Comunità alla fine degli anni Cinquanta. Segno che in ogni epoca ritorna e si rinnova nel presente storico il significato extra scenico di un’opera capace di interrogare e di fornire chiavi di interpretazione del reale.

Gli spettacoli del 75° Ciclo deiClassici al Teatro Olimpico sono promossi dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, l’Accademia Olimpica e la Biblioteca Civica Bertoliana, con la collaborazione di Arteven Circuito Regionale Multidisciplinare, del Teatro Quirino di Roma, di Enfi Teatro, del Teatro Ghione di Roma, di Savà Produzioni Creative e Tema Cultura Academy.

Prometeo

  • Regia di Gabriele Vacis, con la collaborazione di Roberto Tarasco per la scenofonia e Riccardo Di Gianni per il suono.
  • Assistente alla regia Daniel Santantonio.
  • Cori a cura di Enrica Rebaudo.
  • Con: Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera (gruppo PEM Potenziali Evocati Multimediali).
  • Produzione KHORAteatro, CMC/Nidodiragno, PEM Potenziali Evocati Multimediali.
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La Sicilia non solo terra d'origine ma luogo dell'anima, culla del teatro e fonte di ispirazione dove nasce l'amore per la scrittura. Dopo una laurea in Comunicazione e una specializzazione in Discipline dello spettacolo, scelgo di diventare giornalista e continuare ad appassionarmi alla realtà e ai suoi riflessi teatrali e cinematografici.

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