Progetto tEssere. Il racconto attraverso la tramutazione del filo.

L’arte del filare e del tessere è tanto antica quanto lo è la civiltà umana.
Ce lo racconta Progetto tEssere, molto più del nuovo calendario 2023 di KromatoEdizioni, un vero e proprio prodotto editoriale di grande bellezza ideato da Evelina Barone con le fotografie di Claudio Drago e le opere di sei artiste della tessitura: Rita Lazzaro (siciliana residente in Germania che con il progetto WIR  utilizza il cucito per tessere comunità); Jonida Xherri (dall’Albania, che intreccia fili in tappeti per rivendicare i diritti di chi è straniero e creare appartenenza); Aurora Mica (di Siracusa, che realizza tappeti in cerchi di donne, per accompagnare ciascuna a individuare e liberare il proprio sé più autentico); Rossana Taormina (che, dallo spazio utopico di Gibellina, opera un recupero della memoria, con la costante volontà di salvaguardare delle esistenze anonime); Sylvie Clavel (artista parigina che realizza sculture guidata dal desiderio di esternalizzazione, di distacco da sé stessi) e Saba Najafi (artista iraniana residente a Milano, che conduce, da sempre, un lavoro sulla memoria).

Attorno alla tessitura si costruisce la storia delle donne. Anticamente si tesseva per mano e voce femminile; tutte le donne del passato, le dee, le figure femminili del mito filavano e, nel mentre ci si dedicava al lavoro della mano e all’arte magica di incrociare fili, si annodavano anche racconti, vite, pensieri e destini: Eva, Aracne, Penelope, Circe, Arianna, fino alle nostre nonne, o fino a noi che riprendiamo a infilare, maglia dopo maglia l’uncinetto per rendere un filo un oggetto concreto.

Filare, pensare e, soprattutto narrare, sono alla base di quella che conosciamo come la filosofia del filatoio, la principale forma di espressività spirituale di innumerevoli, remoti centri di civiltà primitive dove, in luoghi chiusi, popolane e regine spesso segregate,  si dedicavano alla filatura e alla tessitura, tramandando oralmente e segretamente multiformi storie e una visione del mondo diversa e più inclusiva di quella ufficiale trasmessa pubblicamente con la scrittura, i codici, i libri, l’università.

Non a caso, infatti, la tessitura, per quanto venerata, divenne presto temuta e relegata ai margini, come una trama segreta che le donne selvagge usavano contro l’uomo civilizzatore.

La tradizione tessile siciliana è, a sua volta, un linguaggio capace di comunicare l’incomunicabile, una storia che nasce tra le mani che lavorano per il “corredo” fino a trasformarsi in industria manifatturiera. La Sicilia è una frazzata ericina, un merletto nisseno, il ricamo di un paliotto palermitano, lo sfilato di Vittoria o l’opulenza lineare dello sciamito arabo, un vero e proprio libro per immagini.

Questi “libri intessuti” surono il mezzo con cui le donne cominciarono a scrivere un linguaggio in codice che racchiudeva gli accadimenti quotidiani, la loro sapienza, la conoscenza delle piante (che servivano anche per tingere i fili del telaio),  le paure, le speranze, i desideri segreti, la natura, gli uccelli, il vento, la luna.

Attraverso il QRcode presente sul calendario sarà, inoltre possibile ascoltare alcune interviste a tessitrici che lavorano su telai di fine ‘800 e ascoltare la colonna sonora composta per l’occasione dal duo CurAmunì, dal titolo Sciamitu.

Il 13 gennaio verrà inaugurata ad Ispica presso l’ex chiesa della Sciabica, una mostra con le opere delle artiste coinvolte e una installazione nello spazio esterno alla mostra, coinvolgendo gli abitanti del quartiere, per omaggiare Maria Lai.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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