Un libro-ponte fra Napoli e Parigi

immagine per Un libro-ponte fra Napoli e Parigi: Nous irons à Paris. Poesia visuale e sperimentale, arte comportamentale e ambientale. Naples Paris 1971-2021

Grande partecipazione per Nous irons à Paris. Poesia visuale e sperimentale, arte comportamentale e ambientale. Naples Paris 1971-2021, un libro presentato a Napoli presso la sede di Casa Morra Archivi dell’Arte Contemporanea (il 5 maggio scorso).

Curato dall’artista visivo Domenico Mennillo, in collaborazione con Jean-François Bory e Gigliola Fazzini ed edito da Terre Blu, il volume volge lo sguardo  sul versante delle avanguardie artistiche delle città di Napoli e Parigi come terreno su cui intavolare un discorso che rompe i tradizionali assetti storiografici di genere, per creare luminosi e inediti intrecci attraverso un ordito che unisce in un solo discorso linguaggi e dimensioni temporali fra loro apparentemente lontani.

La “radicalità” di questa interessante pubblicazione sta nel dimostrare, Attraverso la documentazione del fare artistico di autori anche giovanissimi presenti nel volume, che, per dirla con Mennillo, le idee delle neoavanguardie “sono girate in tanti modi ma soprattutto sono state assorbite, tradite e rilanciate attraverso progetti artistici inediti, legati sì alle neoavanguardie, ma in maniera assolutamente nuova”.

Nous irons à Paris, uscito originariamente come corposo dossier in Francia, all’interno del n. 9 della rivista internazionale “591”, si concentra su autori e gruppi di Napoli e dell’area campana, legati alle idee e alle esperienze delle avanguardie e delle neoavanguardie artistiche della città di Parigi; spiega Mennillo:

“Il titolo riprende ironicamente quello dell’omonimo film di Jean Boyer del 1950, incentrato sulla storia di tre conduttori della stazione radio sotterranea Radio x e sui diversi musicisti coinvolti nei programmi della stazione.

In questa nuova rilettura del film i tre curatori (Mennillo, Bory e Fazzini), attraverso la rivista “591” in Francia e poi in Italia col volume edito da Terre Blu, in maniera non sotterranea (ma sicuramente legati alle strategie underground delle neoavanguardie artistiche di Napoli e Parigi) coinvolgono artisti, poeti, fondazioni e archivi pubblici e privati per mettere su un dossier inedito e con un taglio storiografico spregiudicato (1971-2021) su alcuni fenomeni centrali per le due città di Napoli e Parigi.

Non nostalgici delle avanguardie artistiche (che hanno terminato il loro flusso vitale di proposte alla fine degli anni ’70), ma progetti che, seppur debitori di idee e immaginari, riescono con nuovi immaginari e proposte a disegnare scenari inediti”.

Nel volume, delle tre parti della sezione italiana pubblicata nel n.9 di “591”, raccolte in una veste grafica accuratamente composta dall’editore Giuseppe Coppola (TerreBlu) – sesta uscita della collana Derive, curata da Luca Palermo – la prima, Nous irons à Paris. Poesie visuelle et expérimental, art comportamental et enviromental à Naples 1971-2021, riporta tutti i contributi presenti dell’edizione francese, così come nella seconda sezione, curata da Jean-Francois Bory,  ad eccezione dell’introduzione dal titolo Amis_testi lineari e verbovisuali italiani.

La terza parte, curata dall’artista visiva e co-curatrice del volume Gigliola Fazzini, Andando dalla Toscana a Parigi. Scarti dalla norma, è impreziosita da un suo testo introduttivo inedito e dalla sequenza di autori come Filippo Sala, Marco Lanza, Miguel Fabruccini.

Particolarmente interessanti, i focus dedicati alle ultime esperienze delle neoavanguardie artistiche napoletane degli anni ’70 che, come si legge dall’introduzione scritta da Mennillo, costituiscono tessere di un’importante storia iniziata già negli anni ’50, col Gruppo 58 e con gli ideatori del gruppo continuum: Stelio Maria Martini e Luciano Caruso, assieme ad altre personalità che operavano in Napoli come Enrico Bugli e Giuseppe Desiato.

E ancora, fra gli altri, Guido Biasi, LUCA (Luigi Castellano) Tomaso Binga, Vincent d’Arista e la Galleria Inesistenete. Nella sezione degli anni ’80 sono invece raccolte esperienze che raccontano il clima dei nuovi esperimenti e delle nuove ricerche, nate subito dopo la stagione appena esaurita delle neoavanguardie artistiche ma in una prospettiva inedita rispetto alle neoavanguardie stesse.

Si pensi al poeta Mariano Baino, alla prosa poetica di Tommaso Ottonieri, al lavoro del Gruppo Es, alla collana discografica, denominata Radio Taxi. Vibrazioni del Sonoro, per l’iniziativa congiunta di Giuseppe Morra, con l’artista Sarenco e le Edizioni Lotta Poetica.

Gli anni ’90 del presente focus raccolgono invece il lavoro di Matteo Fraterno in collaborazione col collettivo Stalker, con una rivisitazione di alcuni tôpoi cari al Situazionismo e quello del drammaturgo Enzo Moscato, con un omaggio scenico ad Antonin Artaud.

Gli anni 2000, infine, sono rappresentati dall’impegno fra arte ambientale e comportamentale di Domenico Mennillo con lunGrabbe, dai lavori dei sound artist Renato Grieco e Sec_, dalla sperimentazione video-sonora del cineasta Andrea Saggiomo, da  Brigata Es.

La “chiusa” del focus presenta un piccolo estratto dalla Lettera del veggente di Arthur Rimbaud, testo centrale per le prime e seconde avanguardie artistiche del novecento, tradotto di recente all’interno delle Opere Complete del poeta francese per l’editore Marsilio dalla napoletana Ornella Tajani.

Alla presentazione, con l’autore è intervenuta Maria De Vivo, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Napoli L’Orientale che con Domenico Mennillo ha duettato, nelle formule del reading, tra racconto letterario e musicale.

La serata infatti è stata intervallata dalle performance sonore del sound artist SEC_ (moniker di Mimmo Napolitano, talento della musica elettroacustica italiana) che attraverso il trattamento di registratori a bobine e un dispositivo elettroacustico ha creato incastri imprevedibili, ricchi di tagli, esplosioni e suoni profondi, oltrepassando continuamente i confini tra analogico e digitale; spiega Mennillo:

Sono molto felice per l’incontro a Casa Morra per l’accoglienza che il volume sta ricevendo da quando è uscito ad inizio del 2023; spero davvero che possa essere utile per chi voglia inoltrarsi negli ultimi 50 anni di sperimentazioni radicali e innovative fra le città di Napoli e Parigi.

Spero che il taglio spregiudicato del volume possa coinvolgere generazioni diverse; sono convinto che bisogna rompere questo clima di stagnazione che imperversa in città e in Italia attorno alcuni fenomeni artistici raccontati all’interno del volume.

Unire esperienze anche cronologicamente così lontane non può che immettere visioni inedite, utili ad un ripensamento e ad un rimescolamento di convinzioni critiche ormai lontane dalle esigenze e dalle prassi estetiche a noi contemporanee.

E l’aver visto questa sera fra il pubblico, artisti fra i protagonisti delle neoavanguardie napoletane degli anni ’60 e ’70, assieme a giovani artisti e curatori, mi fa pensare che il volume possa essere davvero un buon punto d’inizio per altre ricognizioni ed eventi attorno ad esperienze artistiche così care per la nostra città”.

Complici di un’atmosfera emotivamente coinvolgente, molti presenti, infatti sono intervenuti  con lo spirito di chi torna tra amici in un ambiente familiare: fra gli artisti, Enrico Bugli, Rosaria Matarese, Peppe Pappa, Luigi Ariemma, Raffaele Luongo, Antonio Raucci, Pina Della Rossa; fra gli storici dell’arte e curatori: Stefano Taccone, Matteo Vinti, Ilia Tufano, Loredana Troise, Raffaella Morra, Leopoldo Siano, Maria D’Ambrosio e poi ancora Eugenio Lucrezi (poeta), Giuseppe Coppola (editore), Carlo Bugli (scrittore e disegnatore), Andrea Carmarossa e Andrea Gobbi (Teatro delle Bambole), Rosaria Castiglione (lunGrabbe).

L’emozione ha pervaso –  e non poteva essere altrimenti – anche  il breve ma intenso messaggio di Gigliola Fazzini, concluso con l’augurio di “trovare una strada per andare a Parigi, come un polo magnetico che potrebbe forse aiutare a riportare poesia nella vita”.

Da segnalare infine gli autori e gli artisti che hanno contributo alla pubblicazione con saggi, testi e materiali d’archivio, oltre ai curatori, Stefano Taccone, Franco Cipriano, Luciana Berti, Antonello Tolve, Mariano Baino, Tommaso Ottonieri, Enzo Moscato, Aldo Elefante, Ornella Tajani, Matteo Fraterno, Renato Grieco, Mario Francesco Simeone.

Domenico Mennillo (1974) è un artista visivo italiano. Il suo lavoro è indirizzato alla realizzazione di pratiche artistiche legate alla storia della cultura occidentale.

In particolare il suo lavoro è incentrato sulla creazione di installazioni site specific, per le quali realizza anche manufatti e oggetti. Laureato in filosofia, si occupa anche di curatela scientifica di archivi di poesia visuale internazionale, performance e arte ambientale, per i quali cura mostre, work shop, seminari di studi e convegni.

Ha pubblicato oltre venti volumi fra monografie e saggi, dedicandosi inoltre alla realizzazione di libri d’artista non venali, in copia unica o in tiratura limitata.

Suoi lavori sono stati presentati presso Fondazione Morra, Museo Hermann Nitsch Napoli, Fondazione Donna Regina per le Arti Contemporanee, Museo Madre Napoli, Fondazione Campania dei Festival, Museo Macro Roma, Museo Villa Pignatelli Napoli, Museo della Certosa di San Lorenzo Padula, Künstlerverein Malkasten Düsseldorf, Biennale di Venezia. 10. Mostra Internazionale di Architettura, Triennale  Milano.

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Storica e critica d’arte, curatrice, giornalista pubblicista, Loredana Troise è laureata  con lode in Lettere Moderne, in Scienze dell’Educazione e in Conservazione dei Beni Culturali. Ha collaborato con Istituzioni quali la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio di Napoli; l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. A lei è riferito il Dipartimento Arti Visive e la sezione didattica della Fondazione Morra di Napoli (Museo Nitsch/Casa Morra/Associazione Shimamoto) della quale è membro del Consiglio direttivo. Docente di italiano e latino, conduce lab-workshop di scrittura creativa e digital storytelling; è docente di Linguaggi dell'Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e figura nel Dipartimento di Ricerca del Museo MADRE. È autrice di cataloghi e numerosi contributi pubblicati su riviste e libri per case editrici come Skira, Electa, Motta, Edizioni Morra, arte’m, Silvana ed.

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