IndipendenteMente #124. I Senzavoce. L’angosciante distopia di Giuseppina Mellace e Maria Delfina Tommasini.

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I Senzavoce (Edizioni Progetto Cultura) di Giuseppina Mellace e Maria Delfina Tommasini è un romanzo intrattenente che invita anche a riflettere con attenzione su ciò che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni: il nostro pianeta sta infatti lanciando delle grida d’aiuto sempre più disperate, e ne abbiamo avuto prova, ad esempio, proprio in quest’ultimo periodo, con la Romagna devastata da forti alluvioni.

Ormai siamo giunti quasi al punto di non ritorno, ed è il momento di sensibilizzare tutti, non solo i governi, e di attuare misure drastiche per non arrivare alla catastrofe totale.

immagine per IndipendenteMente #124. I Senzavoce. L’angosciante distopia di Giuseppina Mellace e Maria Delfina Tommasini.Questa apocalisse, che oggi ancora potremmo evitare se ci dessimo tutti da fare, è ben raccontata nel romanzo distopico I Senzavoce di Giuseppina Mellace e Maria Delfina Tommasini; siamo alla fine del terzo millennio, e quel punto di non ritorno è stato superato da un pezzo, portando a conseguenze drammatiche.

«Il riscaldamento globale aveva raggiunto livelli inaccettabili sia per l’umanità intera sia per la Terra; non esistevano più i ghiacciai nell’Artico e anche nell’estremo sud del pianeta la situazione era ormai collassata con effetto domino sulla catena alimentare degli animali che, come i pinguini o gli orsi bianchi, erano scomparsi.

Il livello del mare si era alzato al punto d’inghiottire chilometri e chilometri di coste, cancellando l’arcipelago delle Maldive o città costiere come la splendida Venezia di cui ora si potevano ammirare i ruderi solo con dei sottomarini o con immersioni nelle caldissime acque dell’adriatico che a mezzogiorno sembravano bollire.

Lo stesso era accaduto per Miami e Amsterdam e a parte dell’Olanda le cui dighe non avevano retto la forza delle onde oceaniche sempre più alte e violente.

Le foreste, quelle poche rimaste, prendevano fuoco quotidianamente e l’aria diventava ogni giorno più irrespirabile, costringendo la gente a girare con maschere che avevano anche lo scopo di refrigerare l’organismo esposto a temperature elevatissime».

Questo è il tragico scenario con cui si apre l’opera: le persone sopravvissute vengono chiamate i “senzavoce” perché le temperature insopportabili e l’abbassamento critico della qualità dell’aria hanno costretto tutti a rintanarsi in casa, e col passare degli anni la mancanza di comunicazione ha portato all’atrofizzazione delle corde vocali.

A trarre vantaggio da questa situazione è stata Urzeja, una scienziata che ha preso il potere di un mondo ormai indifeso, e si è trasformata in una tirannica regina.

Le autrici ci raccontano del suo regno di terrore e delle azioni coraggiose di un gruppo di giovani che faranno l’impossibile per riconquistare la libertà, e per riportare luce in un mondo tornato all’oscurantismo del medioevo.

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Antonella Quaglia è una content editor e organizzatrice di eventi. Laureata in DAMS Cinema a Bologna, ha conseguito un Master in Management degli eventi artistici e culturali a Firenze. Dopo aver lavorato nel settore dell’organizzazione di mostre d’arte, segue diversi corsi in editoria e collabora con uffici stampa e riviste del settore.

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