Marc Augé dei non luoghi e dell’umanità in movimento

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Marc Augé ha influenzato l’Arte, la Fotografia, ma anche il Cinema, l’Architettura e molta narrativa contemporanea con la sua analisi filosofico-antropologica sul quotidiano e sui suoi luoghi, “assenti”, a-relazionali, a-storici, quelli del transito massificato e indifferente, della solitudine, di un fine contrattuale (aeroporti, stazioni, centri commerciali, piazze di snodo, aree di servizio etc.), quindi senza carattere, identità e cultura: i “non luoghi di cui le nostre città abbondano e che denotano (non)scelte urbanistiche, sociali e anche politiche.

immagine per Marc Augé dei non luoghi e dell’umanità in movimentoIl filosofo, l’etnologo, lo scrittore, l’antropologo, se ne è andato all’età di 87 anni nella sua Francia (Poitiers, 2 settembre 1935 – Poitiers, 24 luglio 2023). Ci lascia un bagaglio di nuove riflessioni e conoscenza inestimabile sul presente con una visione a lungo raggio:

“Essere contemporanei significa porre l’accento su quanto, nel presente, delinea qualcosa del futuro”.

“Futuro e Avvenire sono due espressioni della solidarietà essenziale che unisce individuo e società.”

E il futuro comprende anche la rifocalizzazione dell’essere umano nei suoi spazi, mutevoli:

“L’essenza dell’umanità è in movimento”.

“Le migrazioni del nostro tempo sono piuttosto una nuova forma di urbanizzazione, il che implica che la città come era stata concepita in precedenza è in evoluzione”.

I suoi insegnamenti sono di fondamentale rilevanza: a partire dall’idea – come scrivono dal Festivalfilosofia di Modena, diramando la triste notizia della morte di Augé, amico e membro del Comitato scientifico – che le nostre attitudini e azioni culturali sono immerse in sistemi simbolici che è indispensabile studiare con gli strumenti dell’antropologia: una disciplina che Augé, grande specialista del terreno africano, ha praticato anche rivolgendo quel particolare tipo di sguardo alle nostre società, nella convinzione che, per essere intelligibili, i processi culturali implichino che nella loro analisi ci rendiamo stranieri a noi stessi.”

Così, la prerogativa relazionale può assumere la giusta luce: in ogni contesto e situazione, in ogni comunità e posto, anche un nonluogo, che solo così può assumere una sua vera ragion d’essere e un valore.

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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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