Gli dei ritornano. I Bronzi di San Casciano, al Quirinale

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Fino al 29 ottobre 2023, al Palazzo del Quirinale è in corso la mostra Gli dei ritornano. I Bronzi di San Casciano, dove sono mostrati per la prima volta al pubblico gli straordinari reperti ritrovati nel 2022 a San Casciano dei Bagni in provincia di Siena.

Il percorso espositivo si concentra sull’evoluzione della grande tradizione della lavorazione del bronzo nella zona delle acque calde intorno all’antica città-stato etrusca di Chiusi.

Ci si concentra dunque non solo su San Casciano, ma anche su tutti gli altri luoghi della zona, attraverso oltre venti statue e statuette, migliaia di monete di bronzo e ex-voto anatomici, che si fanno testimonianza di come le acque del territorio venissero legate a culti e riti sacri. Non a caso, nei secoli sono sempre state utilizzate anche a scopo terapeutico.

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La mostra si articola lungo otto sezioni: Tra bronzo e acqua termale nel territorio di Chiusi; Alla scoperta di San Casciano dei Bagni; Il Fulgur Conditum; La Fonte sacra; L’incontro con l’orante; Il togato; Apollo e la medicina; Il regime delle offerte.

La prima sezione racconta e introduce una delle regioni più ricche di acque termo-minerali di tutto il nostro paese, quella intorno a Chiusi, città etrusca che ricevette la cittadinanza romana nell’89 a.C., grazie a un procedimento più graduale e meno violento rispetto ad altre zone dell’Etruria. Di seguito, la seconda sezione pone il suo focus sul territorio di San Casciano dei Bagni, dove si possono individuare oltre quaranta sorgenti di acqua calda, lungo il corso del torrente Elvella.

Fra queste, la maggiore è il cosiddetto Bagno Grande, con 25 litri di acqua al secondo, a oltre 40 gradi.

Là i Medici fecero costruire una piscina e un portico sulle antiche rovine di un santuario etrusco – come testimoniano due altari, uno per Apollo e l’altro per Esculapio e Igea, rinvenuti nel 1585 – e vi venne ritrovata una copia in marmo dell’Afrodite di Doidalsas. Nel 2004 vi si è scoperto anche un piccolo deposito votivo. A conclusione di questa sala, tre tombe provenienti dalla necropoli di Balena.

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Al santuario etrusco e romano del Bagno Grande dedica un focus la terza sezione.

Emerso in parte fra il 2020 e il 2022, era stato eretto in età antica accanto a una vasca costruita in blocchi di travertino, che venne ristrutturata sotto l’imperatore Tiberio, nel I secolo. Le offerte votive più antiche sono costituite da statue risalenti al III e al II secolo a.C., rinvenute a quasi oltre tre metri sotto un compatto strato di tegole.

Da questo strato provengono invece soltanto un fulmine in bronzo e una freccia in selce che potrebbero rappresentare un fulgur conditum, ossia il rito del fulmine sepolto, secondo il quale ciò che veniva colpito da un fulmine doveva essere sepolto nel luogo stesso dell’accaduto, insieme al “fulmine stesso”. Si trattava infatti di un vento visto come prodigioso.

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La quarta sezione si concentra sui riti e sui culti che, per oltre settecento anni, si avvicendarono attorno all’acqua termale del Bagno Grande e alle sue proprietà taumaturgiche.

Fortuna Primigenia e Apollo sono le divinità inizialmente accostate a queste pratiche, a cui poi si aggiunsero anche Esculapio, Igea e Iside. Ad essere all’origine del culto è però la sorgente stessa, venerata come “Fonte”.

Nella quinta sezione, l’intelligenza artificiale ci mette davanti alla figura di un orante con chitone e mantello, indagata nel suo ruolo di offerta e di offerente anche nella sesta.

Importante è notare che, per secoli, le dediche legate all’acqua calda siano state in bronzo: il materiale stesso veniva scelto come offerta, infatti.

Qui ci si concentra in particolare sulla figura di un togato con tunica e mantello che avvolge il corpo, che ricorda l’Arringatore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, rinvenuto a Pila, vicino Perugia.

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La settima sezione riflette sulla figura di Apollo, divinità che abbraccia il santuario in epoca etrusca e romana; l’ultima, invece, si concentra sul sistema delle offerte, metalliche e vegetali, che continuarono ad essere deposte anche dopo la deposizione dello strato di tegole, almeno fino alla fine del IV secolo d.C.

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Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, con il sostegno del Direttore Generale Musei, Massimo Osanna, garantiscono con l’acquisto da parte dello stato una sede museale adeguata al tesoro toscano; il Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano.

Chissà che emozione deve essere stata vedere in quel lontano 1981 al Quirinale l’esposizione dei Bronzi di Riace, chi c’era se lo ricorderà, come è certo che ricorderò io questa mostra, che ritengo essere un’occasione imperdibile per vedere e ammirare un’eccezionale scoperta, che seguita da un idoneo intervento di restauro, ha ben restituito all’Italia e al mondo intero, opere etrusche, repubblicane e imperiali, strappate dal caldo fango delle aree delle terme dove giacevano da 2300 anni.

L’esposizione è aperta al pubblico grazie al volere del nostro amatissimo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ed è visitabile fino al 29 ottobre 2023, il martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica.

La visita dura un’ora ed è al costo di € 1,50 e la prenotazione è obbligatoria ed è effettuabile sul sito cinque giorni prima della visita.

Immaginando anche cosa accadrà e quali scoperte ancora ci riserva questo magnifico territorio, lasciamoci trascinare dalla corrente dolce di quelle valli -che ben conosco e alle quali mi legano rapporti di amicizia- in un viaggio magico alla scoperta di tradizioni e materiali che hanno contraddistinto parte della storia del nostro meraviglioso paese.

Presto credo, sapremo cosa accadrà nell’area delle terme e del santuario, dato che il responsabile dello scavo Jacopo Tabolli con tutto il gruppo di lavoro amplieranno le ricerche e lo scavo intorno allo spazio che circonda la vasca, alla ricerca della scuola di medicina o la clinica, che a detta degli archeologi certamente un tempo era attiva nel territorio.

Gli dei ritornano. I Bronzi di San Casciano

  • Palazzo del Quirinale
  • 23 giugno – 25 luglio 2023 | 2 settembre – 29 ottobre 2023
  • palazzo.quirinale.it
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Maestro d’arte, si diploma all’Istituto d’Arte Silvio D’Amico di Roma - è qualificato Restauratore di Beni Culturali e si occupa della conservazione di opere d’arte per mostre Nazionali e Internazionali. Cura costantemente progetti, consulenze, per la manutenzione e la conservazione e restauro di Beni Culturali, in Italia e all’estero, sia per Enti Pubblici che privati e collabora con alcune Università. Nel 2012 al Campidoglio, è stato insignito dell’onorificenza, “Premio Personalità Europea dell’Anno”, dal Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo. Presenta Convegni e ha pubblicato diversi suoi lavori in volumi scientifici d’arte. Scrive e realizza video per i Social Network sui temi: arte, ambiente e umanità. Già Consulente di Governo per la Struttura di Missione degli Anniversari Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nomina da conservatore-restauratore: del Centro Europeo Cultura Turismo e Spettacolo, Roma; del Comitato Scientifico del MUGA - Museo Garibaldino di Mentana e del MUCAM - Museo Civico Archeologico di Mentana e dell'Agro Nomentano.

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