Mercante in fiera di Parma. Per divertirsi con la nostra storia. Un Report

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Mentre chiudono o prendono l’avvio alcune manifestazioni di punta del settore, e in attesa di prossime Art fair, si è svolta anche la più grande kermesse europea del mercato antiquariale e di  modernariato: il notissimo Mercante in fiera di Parma 2023.

A Londra sta per aprire Frieze Masters e a Roma AAI  ha promosso la riedizione aggiornata della Biennale capitolina, in alternanza con quella di Firenze, ottenendo -a quanto pare- un  buon risultato, importante per la Capitale, che sembrava non riuscire ad esprimere un evento all’ altezza della sua storia millenaria, anche collezionistica.

In coincidenza con la Ryder Cup del golf, con i prezzi degli alberghi schizzati alle stelle, Arte e Collezionismo a Palazzo Brancaccio si è chiusa con risultati convincenti, sia per l’ Antico che per il Moderno.

Ma che gli equilibri rischino ad ogni passo di saltare per un settore, marginale sui grandi numeri, ma che dà lavoro a decine di migliaia di operatori, tra cui tanti pregiati mestieri artigianali collegati, dai restauratori ai doratori, dalle case d’ asta a conduzione familiare,  agli studenti d’arte, è sulla bocca di molti. Troppo allarmismo?

I bilanci di tante micro-imprese  si reggono su ricarichi spesso ridicoli, dell’ ordine del 15/30%, su cui volteggiano minacciosi ventilati provvedimenti normativi immaginati da funzionari lontani dalle reali dinamiche del mercato secondario (e primario: gallerie). Ad esempio la tassazione di vendite da privato a privato. In teoria appare giusta. In pratica nessuno può prevedere quale sarà l’artista o l’opera che permetterà un elevato plusvalore a distanza di anni o decenni.

Su qualche decina di beni mobili acquistati nel tempo e rivenduti con “successo” quanti altri caleranno di valore? Si è visto con la contrazione del mobile antico. In quest’ultima stagione anche una parte del design pare subire contraccolpi dal crescere dell’inflazione, che sta definitivamente annientando il risparmio e i margini di re-investimento della media borghesia.

La società, soprattutto in Italia, appare divaricata in due aree reddituali, la più critica delle quali include legioni di giovani che hanno smesso di progettare il loro futuro.

A Parma resiste una kermesse davvero divertente: l’unica nella quale si possono vedere cose come  letti con tendaggi di tipo sei-settecentesco, simili a quelli  degli “hospitium” per viaggiatori e pellegrini; oppure un bidet in pietra del XIX secolo; o una libreria “a ponte” di uno studiolo veneziano (1760) con un passaggio centrale alto 160cm, perché allora la statura media misurava 155cm.  Ed ancora: grandi tavoli rustici, cancellate e porte dei secoli XV-XVIII, che qui sono di casa e non vedrete mai a Maastricht, Londra, Firenze e New York.

Fatta la tara di ricostruzioni e imitazioni che possono gettare nel bric-à-brac più confuso i meno preparati, ma disturbano anche gli spiriti più entusiasti delle arti decorative, è proprio tra questi mille e oltre espositori che vengono a cercare dealers mondiali, art advisors e industriali in incognito.

La speranza di una dritta, o di vedere meglio degli altri, è la vera molla dell’esplorazione che parte il primo giovedì e si protrae per almeno quattro giorni.

Poi, nella calma della settimana, si affacciano gli acquisti più meditativi e concentrati. In questo 2023, dopo le immancabili visite di designer come l’ Arch. Carlo Rampazzi che ha ritrovato due sue sedie del 1987 per la mostra che sta per essergli dedicata o di Vittorio Sgarbi, la tenuta dell’ evento sta nel bilanciamento tra costi e vendite agli operatori esteri (statunitensi, britannici, francesi, cinesi, vietnamiti, indiani).

Il collezionismo privato italiano, esclusa la fascia medio-alta, si assottiglia nonostante la passione per l’arte e il bello sia viva.

Attenzione a non uccidere il bambino in fasce, visto che il mercato dell’arte peninsulare non è mai cresciuto, restando allo 0,6% di quello globale nei dati ufficiali, e sta arretrando ancora. Lasciando queste partite IVA e attività familiari ( molti non saprebbero fare un altro mestiere) all’ impoverimento progressivo della classe media.

Chiuse molte gallerie (resistono solo quelle più internazionali, con sedi estere o perché di proprietà da generazioni)  restano i centri storici straboccanti di negozi tutti uguali e di merci “omogeneizzate”.

I libri d’arte e cultura sono cimeli per vecchi, i cataloghi di molte mostre sono raccolte di fotografie senza saggi degni di questo nome. Piuttosto un racconto che divulga mode ed artisti sempre uguali. E sicuri.

Chi compra spesso cerca la firma, non un’ispirazione. E ritiene di superare in competenza l’ addetto ai lavori, soggetto di bieca mercatura invece che filtro per selezionare il meglio.

Chiave di lettura dell’arte diventa il prezzo online o la banca dati delle aste pubbliche. Strumenti imprescindibili ma insufficienti o fuorvianti se usati in modo pedante.

L’arte più ispirata, quella che migliora la nostra vita e la nostra casa, può essere negli artisti archiviati tra i minori o nelle piccole cose.

Van Gogh morì con talmente tanti quadri invenduti che il fratello, o meglio la cognata, e il nipote molti anni dopo ne fece un’unica donazione allo Stato olandese, dando luogo al Museo omonimo, aperto nel 1972. I collezionisti non lo compravano. Chi l’avrebbe mai detto che quello spostato, come Soutine o Modigliani, avrebbe raggiunto il Parnaso delle Arti?

Tra i fortunati in vita, viceversa, il mercato postumo ne ha puniti molti: da Manzù a Messina, da Cagli a Tamburi. Per carità di patria ci fermiamo qui.

Dunque? Meglio investire per il proprio piacere e in modo proporzionato, studiando e preparandosi all’acquisto,  ma anche per conoscere il nostro passato e il nostro presente. La nostra storia. Il presente ha radici nel passato e fa mettere radici per il futuro. Senza radici l’inaridimento è dietro l’angolo.

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Laureata e specializzata in storia dell’arte all’Università “La Sapienza” di Roma, ha svolto, tra 1989 e 2010, attività di studio, ricerca e didattica universitaria, come borsista, ricercatore e docente con il sostegno o presso i seguenti istituti, enti di ricerca e università: Accademia di San Luca, Comunità Francese del Belgio, CNR, ENEA, MIUR-Ministero della Ricerca, E.U-Unione Europea, Università Libera di Bruxelles, Università di Napoli-S.O Benincasa, Università degli Studi di Chieti-Università Telematica Leonardo da Vinci. Dal 2010 è CTU-Consulente Tecnico ed Esperto del Tribunale Civile e Penale di Roma. È autrice di articoli divulgativi e/o di approfondimento per vari giornali/ rubriche di settore e docente della 24Ore Business School.

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