La nostra identità non la disegnano i confini. Latitudo Art Projects e le Cosmicomiche

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C’è stato un tempo in cui per essere importante, famoso e amato dalla gente, dovevi saper fare (bene) delle cose. Io c’ero e, bisogna ammetterlo, quel tempo conteneva l’onda lunga della guerra, le generazioni che avevano sofferto la fame, il dolore quotidiano, le umiliazioni, la violenza.

Quel tempo è finito e per tornare, purtroppo, bisognerà attendere altre sofferenze, le uniche che insegnino a mandrie di superficiali senza attenzione che contano solo la responsabilità, il talento, la visione e l’empatia. In una parola: la cultura, participio presente del verbo coltivare.

In questo tempo di pressapochismo e manipolazione, dove follower sono scambiati per leader, dove per governare ogni cosa basta fare i sondaggi, quindi fare quello che la maggioranza vuole, non quello che invece le minoranze colte hanno sempre fatto meglio – stando ai risultati, non alle opinioni – contano la suggestione, l’immagine senza indagine, le cariche di partito e quelle istituzionali, l’autorità invece che l’autorevolezza, la comunicazione prima del contenuto, lo slogan al posto dell’evidenza, la retorica che ha avvelenato i pozzi dell’intelligenza critica e autonoma.

In questo ambito, e con questo sentire, come molti sanno nel 2010 abbiamo fondato l’associazione culturale ARTEPRIMA, per occuparci degli ultimi che, in realtà, abbiamo scoperto – ma lo sapevamo – sono i primi. In 11 anni abbiamo fatto, condiviso e imparato tante cose in quelle che il mainstream chiama periferie per comprendere appieno che il vero problem solving si nutre di difficoltà ed esclusione, e che lì crescono sani gli affetti, le intelligenze più vive, la solidarietà, la convivenza.

Almeno un tempo, ora nemmeno più in quei luoghi è così facile scorgere gli unici vantaggi e le uniche valenze che il bieco e cieco efficientismo da caserma lascia respirare sotto la narrazione per sudditi del successo prima del valore.

In pratica, chi vive ai margini, almeno per noi, vive al centro dove fervono ibridazioni ed evoluzioni di ogni genere, peccato però che il pensiero e la comunicazione prevalenti non consentano nemmeno a chi ci vive di percepire tali ricchezze. Che sono ricchezze reali, non retorica da periferia dell’autenticità.

Noi lo sappiamo bene perché, in questo come in molti altri casi, chi parla spesso non ha mai esperito il tema di cui parla e invece di cogliere l’occasione di imparare, critica senza sapere. Tutti complessi anche questi.

Quando abbiamo chiuso ARTEPRIMA, nel 2021, abbiamo fondato il network Cascino Progetti che ha preso la parte progettuale dell’associazione e l’ha fatta diventare community e centro nevralgico di decine di professioniste e professionisti in tutto il mondo che lavorano con l’approccio Art Thinking, cioè inserendo pratiche dell’arte nei processi di ogni sistema complesso, da monte a valle, dall’industria al commercio, dall’agricoltura all’urbanistica e oltre.

Ma le attività no profit di esplorazione dei luoghi geniali e delle culture nascoste, con cui portavamo imprese, investitori e amici a indagare a fondo le realtà di homeless e quartieri difficili per imparare a guardare le loro infinite bellezze, ci mancano moltissimo; i nostri famosi e amatissimi Art Walking, education nomade ed errante per apprendere dappertutto e conoscere le origini del mondo, hanno prodotto consapevolezza e sguardo evoluto, questo ce lo dicono tutti.

Ne abbiamo fatti circa duecento in 11 anni, a volte insieme a Carlo Infante e la sua Performing Media, invenzione geniale di psicogeografia evoluta.

Oggi ne facciamo molto meno; il tempo e le energie che servono per sopravvivere in un mondo distrutto dai cervelli distratti sono limitati, per cui ci piace raccontare quello che fanno i nostri amici, i nostri partner, persino i nostri concorrenti; perché in un mondo intelligente non esiste competizione, esistono l’ammirazione, il coraggio, l’amore e l’accoglienza. Senza i quali semplicemente il mondo muore. La competizione è una roba per complessati, ancora una volta.

Allora vi racconto il progetto Città Foresta, Le Cosmicomiche, un’idea meravigliosa della mia amica, partner e concorrente controcorrente Benedetta Carpi de Resmini, storica e critica di arte contemporanea, fondatrice di un altro meraviglioso progetto, Magic Carpets, entrambi messi in opera con la sua società di produzione culturale Latitudo Art Projects.

Con il filo conduttore delle Cosmicomiche di Italo Calvino, racconti fantastici scritti negli anni ’60 dove il paradosso creativo rompe le dittature del vocabolario e genera nuovo immaginario, si è dato vita a nuovi corpi-collettivi, dal disegno al suono, dal teatro all’architettura, dall’arte alla passeggiata meditativa.

Modalità di Art Thinking ed Embodied Education, come le chiamiamo noi, in cui simboli di quartiere e identità sottotraccia hanno ripreso forma alternativa di nuova generazione, trasformando la percezione standardizzata di bambini e adulti rispetto alle enormi opportunità dei luoghi in cui vivono.

Gli artisti sono intervenuti nello spazio urbano e nelle aree verdi, creando momenti di coinvolgimento, confronto, co-creazione e riflessione, favorendo l’inclusione, la coesione sociale e la comunicazione interpersonale. Sono nate nuove e autentiche relazioni con il gioco intelligente dell’Art Thinking.

Dice Benedetta:

“Attraverso pratiche artistiche partecipative e processi collettivi di costruzione di opere, gli artisti hanno creato nuove narrazioni e nuovi cosmi, incoraggiando la socializzazione, la creatività e la condivisione di valori e di esperienze. Città Foresta – Le Cosmicomiche ha condotto i residenti verso la sperimentazione di nuovi linguaggi e ha dato loro la possibilità di riappropriarsi della quotidianità dei luoghi e dello spazio pubblico”.

Ha ragione, al Trullo io c’ero, ho visto, ma soprattutto ho sentito l’energia di giorni nuovi e buoni, direbbe Claudio Lolli, quando i bambini ci hanno insegnato che siamo tutti Enea, come la performance di Filippo Riniolo e Julia Jenewein ha messo in luce, partendo dal presupposto che il fondatore di Roma era un migrante e che Roma è tutta, non solo il centro asfissiato di turismo becero e defertilizzante.

Perciò non esistono ultimi, non esistono esclusi e soprattutto le nostre identità non le disegnano né i confini, né i burocrati che di quei territori sconfinati di libertà, gioia ed emozioni non ne sanno assolutamente più nulla.

Com’è andata? Dopo 20 giornate laboratoriali iniziate a Luglio 2023, più di 170 partecipanti e 5 quartieri coinvolti, sabato 14 ottobre ha avuto luogo nel bellissimo quartiere del Trullo, tra Casaletto ed EUR, la presentazione delle opere collettive e partecipate con artisti, adulti e bambini realizzate nell’arco di tre mesi nei quartieri di Labaro, Laurentino, Corviale, Tufello e, appunto, Trullo.

Li avete mai visti? Sono luoghi costruiti per aggregare, con cortili e giardini ovunque per vivere e convivere, ma molte aree sono lasciate al degrado, eppure si potrebbe fare moltissimo, per esempio far rinascere la percezione corretta di quanto sia vitale condividere la vita nei vicinati; un valore che ci ha consegnato il mondo intatto dopo milioni di anni, mentre noi lo distruggiamo ogni giorno e restiamo appartati nei nostri appartamenti, non a caso. Anzi, a casa.

Sono state messe in scena performance itineranti, laboratori artigianali con adulti e bambini, blitz artistici, mostre, persino trasmissioni radiofoniche autogestite; tutto è servito ad animare e rianimare le strade dei quartieri, a riportare abitanti e visitatori ad incontrarsi, a portare in emersione le vere valenze delle persone, ben oltre slogan e definizioni da Catasto.

Pensate se riaffidassero la progettazione, il PNRR, la rigenerazione urbana agli artisti (migliori) e ai curatori: queste cose succederebbero ogni giorno, sarebbero innestate per sempre sia nei palinsesti culturali annuali, sia nel tessuto urbano, imprenditoriale, edilizio e ambientale.

Un po’ come le città d’arte che, da millenni, chissà perché, attraggono, seducono, aggregano e producono ricchezza. Opere pubbliche interattive (non digitali, ovviamente, perché l’esperienza passa solo dalla fisicità e il termine immersivo serve solo ai pescatori perché i pesci abbocchino) che stimolano e richiamano abitanti e visitatori di ogni età e di ogni ceto, da ogni parte, perché il quartiere ridiventi quello che era un tempo: un enorme co-working dove le idee erano libere di circolare e inseminare le menti fertili di chiunque, oltre steccati, confini e categorie obsolete. Come avviene nei distretti culturali di mezzo mondo.

Tanto per dimostrare, ancora una volta, che l’ordine non è armonia, e l’umano non è ordine.

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Nato Matera, laureato in Scienze politiche nel 1989, dal 1990 al 2000 è Direttore delle Risorse Umane in tre diverse multinazionali (Montedison, SNIA e Ace Int.l). Oggi è un Contemporary Art Consultant e Cultural Projects Curator e si occupa di arte da parete e arte da processi: arte da collezione a beneficio di privati, appassionati e collezionisti, arte come pratica e approccio progettuale art thinking oriented per imprese di ogni genere, istituzioni e rigenerazione culturale, urbana e territoriale.

Come Art Consultant in_forma e supporta le scelte di collezionisti, acquirenti e appassionati di arte contemporanea nella selezione di opere d’arte di ricerca e di alta qualità, nell’analisi del miglior rapporto qualità prezzo e nella progettazione di intere collezioni, in Italia e nel mondo.

Come Cascino Progetti si occupa di strategie, ideazione e realizzazione di contenuti, interventi temporanei, installazioni permanenti, inserimento di arte e artisti a monte dei processi di ogni tipo di azienda e attività, di rigenerazione culturale e urbana di città, borghi, territori e paesaggio (insieme al mio Advisory Board e ai miei Partner che si occupano di heritage management digitale, architettura, design, economia della cultura e diritto societario).

È stato ideatore, promotore e co-autore del Manifesto Art Thinking siglato al MAXXI a Giugno 2019 insieme a scienziati, artisti, imprenditori, architetti, ingegneri e professionisti di ogni genere. Tra le altre cose ha ideato e curato la prima e la seconda edizione del Premio Terna per l’arte contemporanea con Gianluca Marziani (2008-2009). È stato membro della Commissione dei quattro esperti della Regione Puglia per il Piano strategico per la cultura (2016-2017: riallocazione di 480 MLN di Euro), ideatore e curatore del progetto Matera Alberga per Matera Capitale Europea della Cultura 2019, curatore di diversi progetti culturali per ENEL, Deutsche Bank, Helsinn, SAS Business Intelligence, UBI Banca, Bosch Security System, Fiera Milano, Macro Roma, MAXXI, Comune di Roma, Comune di Matera e altri.

Ha insegnato Organizzazione del Mercato dell’Arte e Progettazione culturale per i Master del Sole24Ore e della RUFA (Roma University of Art), e visiting professor di alcune università italiane e americane. Infine si occupa anche di education & edutainment; progetta e realizza workshop e webinBar sull’arte e la sua relazione con la psiche, sui benefici per l’intelligenza degli individui e la crescita e lo sviluppo di sistemi, territori e imprese. Scrive per Art a Part of Cult(ure), magazine on line inserito nel Codex dell’ADI (Associazione Design Industriale) per le valenze culturali del format, dove cura una sua rubrica su arte, evoluzioni ibride e mostre nel mondo, chiamata I racconti del Cascino.

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