Richard Štipl. Un incontro di Sacro e Profano. Contributo

immagine per Richard Štipl. Un incontro di Sacro e Profano. Contributo

C’è un filo sottile che congiunge l’arte antica e la contemporaneità nelle opere di Richard Štipl, un incontro di Sacro e Profano – in combinazione sapiente di un ideale classico di bellezza e di sperimentazione – che trasmette una potente impressione di forza e dinamismo, pronta a scattare per liberarsi nell’esaltazione del corpo umano.

È un riflesso delle passioni più viscerali della società contemporanea e dei suoi tratti opposti.

Con un linguaggio che si rifà, tra gli altri, alla statuaria di Franz Xaver Messerschmidt, Štipl esalta le espressioni e sviscera il ricreare continuamente se stessi nel corso della vita.

Utilizzando spesso il suo stesso corpo come soggetto delle opere, insiste sulla mutazione continua della propria immagine. Ma siamo lontani dall’idea di autoritratto come autocelebrazione. Piuttosto il suo corpo è un prototipo, uno qualsiasi per esaltare una Natura variegata. Come Nietzsche, quando confessava di essere tutti i grandi nomi della storia; e certo non si ingannava nell’attribuirsi le vite altrui.

Le sculture e i dipinti di Štipl ci mostrano situazioni complesse, dove alcune credenze entrano in contrasto. Sono Dissonanze Cognitive. Erotiche, crudeli, tragiche, beffarde.

In una moltitudine che mette a dura prova l’individuo, lo disgrega e lo condanna alla follia. Ma è il folle pirandelliano, alla fine, ad essere partorito, il quale – senza più “maschere”- si libera delle tante forme impostegli dalle società.

E allora la follia diviene strumento di contestazione delle forme fasulle della vita, l’arma che fa esplodere convenzioni e rituali, riducendoli all’assurdo e rivelandone l’incoscienza.

Ci troviamo di fronte a vere e proprie scene narrative, ricche di gestualità e simbolismi, che si collegano all’immaginario religioso, ma non solo: è il rapporto totale con la storia dell’arte ad essere fondamentale.

In una rivelazione di una realtà cancellata, ovvero rimossa, le sculture e i dipinti diventano lo specchio della relazione inquieta ed enigmatica che Štipl intrattiene con le icone della rappresentazione mediatica: è uno scavare in quello che è il significato profondo dell’immagine nella contemporaneità.

L’impatto è violento: le testimonianze dell’antico vengono rielaborate e lungo questo processo traumatico, vengono decodificate e fatte rivivire sotto una luce completamente diversa.

E se di fronte all’immagine ci troviamo sempre di fronte al tempo, con le opere di Štipl si produce perfettamente quel cortocircuito temporale tra il “qui e ora” del presente e l’immemoriale, così che, per dirla con Benjamin, “l’Ora diviene l’immagine intima di ciò che è stato”. [1]

Ecco che, con in mano un qualsiasi strumento in grado di produrre un segno, Štipl diventa un creatore, che si appropria del passato per trasformarlo, assimilarlo, e dare un altro risultato, fino a guardare con occhi rinnovati.

Forse ha ragione Didi-Huberman quando afferma: “l’orgia degli antichi Dei lascia sempre residui visibili alla posterità […] La forma umana si allontana, ma rimane in sospeso come ultima forma possibile per il desiderio dell’uomo”. [2]

Info mostra Cognitive Dissonance | Richard Štipl
  • A cura di Lucia Rossi, Jaroslaw Sebastian Pastuszak
  • Fino al 12 aprile 2024
  • JSP Art Gallery, Prague – Address: Lázeňská 287/4, Prague 1 – Malá Strana
    Opening Date: February 14, 2024, at 6:00 PM
  • jspartgallery.cz
  • richardstipl.cz

Note

1. Benjamin, I Passages di Parigi, a cura di E. Gianni, Einaudi, Torino 2002, p. 516

2. Didi-Huberman, L’immagine insepolta. Aby Warburg, la memoria dei fantasmi e la storia dell’arte, Bollati Boringhieri, Torino 2006, p. 27.

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Lucia Rossi, laureata in Arte, Spettacolo e Immagine Multimediale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Parma, è scrittrice, contributing editor per riviste d'arte, curatrice di mostre. Vive e lavora a Berlino. Ha diverse esperienze come curatrice indipendente di eventi culturali e collaborazioni per cataloghi d'arte e pubblicazioni.

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