Condivisione ed unione fra editori e librai indipendenti per tornare a leggere

Quando si parla di crisi dell’editoria, quando si esaminano le statistiche delle vendite o il calo dei lettori (sembra che anche i grandi autori oggi non vendono più di 1500 copie), quando si contano le librerie che hanno chiuso, in realtà di cosa si parla?

Il più delle volte di quello che “fa mercato”, delle grandi catene editoriali, del mainstream, di ciò che produce denaro insomma, denaro che, in questa epoca difficile, sta venendo a mancare ovunque.

Eppure l’editoria, ormai da parecchi anni, è fatta anche (e a mio avviso soprattutto) dagli editori indipendenti. Piccoli e medi. Imprese individuali, associazioni o cooperative: sforzi, sfide, specializzazioni, solitudine finanziaria.

Alcuni giorni fa, presso la Casa delle Imprese di Roma, nell’ambito dell’assemblea congressuale di Cna Piccola Editoria, si è parlato molto di questo settore che riveste un ruolo molto importante nella società proprio perché propone nuovi infiniti modi di leggere, mette in campo continui progetti di lettura lontani dai best seller e stimolanti per il pubblico. Esordienti, giovani autori, ristampe, argomenti di nicchia, innovazioni. Dove altro si possono educare, addirittura allevare ed elevare i lettori se non fra le pagine dei libri editi dalle case indipendenti? E come chiamare a raccolta questo pubblico, per diffondere il prezioso lavoro dei piccoli e medi editori?

Nel corso dell’incontro della Cna la risposta è stata unanime: coinvolgendo le librerie indipendenti; sì proprio quelle che continuano a chiudere perché sono davvero isolate, sole, testimoni di una utopia che, in alcuni casi, stenta ad avere seguaci. Come solo a Roma hanno fatto ben 10 librerie storiche nel corso del 2012.

In sala erano presenti 50 piccoli e medi editori e circa 20 librerie indipendenti. E l’alleanza tra piccoli editori e librerie indipendenti è stata una delle strade indicate per uscire dalla crisi.

Ma “lavorare insieme” non è facile. Si tende sempre a vedere il nemico in colui che fa la tua stessa strada, che ti “toglie” possibilità, mentre quasi sempre è vero proprio il contrario: in rete le possibilità aumentano.

E’ quello che hanno detto Daniele Galimberti della Libreria Xxsmall con la sua testimonianza di “libraio indipendente da tutto” e Marcello Ciccaglione, fondatore della catena di librerie romane Arion che da sempre è pronto a lavorare e collaborando.

Le potenzialità, nel Lazio, rimangono molto alte: la popolazione di lettori della regione è infatti superiore alla media nazionale: 48,5% contro il 46,8%. Solo qui, infatti, con 180 piccoli e medi editori, si concentra la maggior parte degli operatori del settore.

Centottanta -come dice Emiliano Guerra, portavoce della CNA Editoria Romache sono pari ad altrettante individualità che ogni giorno provano a cambiare qualcosa. Oggi i piccoli editori fanno libri perché è la passione, l’amore per la diffusione della cultura a guidarli, non certo la remunerazione. Dovrebbe bastare poco per connetterci, e purtroppo non ci si riesce sempre, ma noi sentiamo il bisogno di provarci. Associarci è una strada percorribile.”

Parte da qui, dunque, il tentativo di invertire una tendenza culturale che permetta di far dialogare gli editori fra loro e con i librai, un tentativo che conta sull’appoggio della CNA Roma, ma anche della CNA Nazionale e di altri operatori del settore che si sono schierati a favore di questa strada anche con soluzioni pratiche (sviluppo delle nuove tecnologie, sostegno alla lettura, proposte per una gestione imprenditoriale di aziende a forte vocazione culturale…) e cerca di coinvolgere tutti coloro che hanno a cuore la situazione degli indipendenti.

Di coinvolgere anche i lettori che raccontino cosa chiedono ad un editore e ad un libraio, che condividano il modo in cui entrano in una libreria ed i libri che scelgono o non scelgono ed il motivo delle loro scelte.Perché si sa, un pubblico che legge di più diventa un pubblico più consapevole.

E con sempre più voglia di leggere.

 

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Laureata in lingue e letterature orientali, viaggiatrice e fotoreporter ha vissuto per alcuni anni fra India, Nepal e Sri Lanka per approfondire i suoi studi sull'archeologia e l'arte del subcontinente indiano e come inviata di alcune testate locali. Tornata in Italia comincia a lavorare nell'editoria ma è sempre pronta a riprendere la sua vita nomade e piena di scoperte. Quando non viaggia naviga ininterrotttamente sul web.

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