Summer Fancy Food Show: non solo cibo

Angela Logan -Mortgage Apple Cakes (FOTO MANUELA DE LEONARDIS)

New York: dai petali organici di rose (rosse), coltivate in una fattoria sulle Ande in Ecuador – da cucinare con un pizzico d’amore e tanta immaginazione, come è scritto sulla confezione della Nevado Roses – alla salsa Otafuku per l’okonomiyaki, uno dei piatti giapponesi più popolari.

L’orizzonte gastronomico è sconfinato al Javits Center di New York, dove dal 29 giugno al 1 luglio si è svolta la 60a edizione del Summer Fancy Food Show, la più grande fiera del Nordamerica specializzata in cibo e bevande.
Tanti gusti, forme, sapori, colori in questo paradiso per gourmet, uno straordinario appuntamento organizzato dalla Specialty Food Association con il coinvolgimento di 2730 ditte internazionali provenienti da 49 paesi del mondo e ospitati nei vari padiglioni (Italia, Cina, Spagna, Francia e Turchia sono quelli più grandi).
Quinoa, riso, fagioli neri e mais; acqua di Creta nelle bottiglie di plastica che hanno la sagoma dei personaggi di Walt Disney; la Challah e gli altri pani della tradizione ebraica; falafel che profumano di cumino; banana chips; yogurt al pistacchio; un’intera tavolozza di risi, tè, spezie indiane (Evergreen Exports, Mumbai).

Tra i tantissimi prodotti trova riscontro, in particolare, l’olio d’oliva presentato negli stand di Italia (Costa d’Oro di Spoleto), Marocco (VMM di Casablanca), Tunisia, Grecia e Turchia: finalmente apprezzato anche (consapevolmente) per le sue notevoli proprietà antiossidanti.
Quanto ad eleganza, impossibile competere con i giapponesi, insuperabili anche nella perfezione della preparazione delle zollette di zucchero (Chambre de Sucre), che si trasformano in sculture in miniatura.

Di prelibatezze ce ne sono veramente tante e fa piacere partecipare al grande successo internazionale del Belpaese che almeno in fatto di food rimane al top.
Non solo taralli, parmigiano, prosciutto crudo, pesto, pomodori pelati, mozzarella di bufala… c’è anche chi sperimenta nuove combinazioni, come La Casearia Carpenedo di Camalò di Povegliano (Treviso) con il suo “Blue ‘61”, un formaggio creato nel 2011 da Antonio Carpenedo per sua moglie Giuseppina, in occasione del loro anniversario di matrimonio. Più di un gioiello, quindi, che combina armonia ed eleganza in questo formaggio cremoso, stagionato per tre mesi nel vino passito e presentato come una torta ricoperta di mirtilli rossi appena colti.

A proposito di dolci, cookies, biscotti e dolciumi fa riflettere la storia di Angela Logan, creatrice della Mortgage Apple Cakes (www.maccakes.com). Angela è una giovane donna vittima della “mortgage crisis” (la crisi del mutuo), che nell’era Bush jr. ha lasciato senza tetto migliaia di americani. Anche lei ha perso la sua casa e si è trovata in gravi difficoltà economiche, ma ha avuto l’idea di mettersi a fare dolci. In un solo giorno ha preparato 100 torte, vendendole tutte. Oggi è un’imprenditrice di successo che continua a fare tutto da sé. Le sue torte piacciono molto (squisita quella al rhum!) e importanti ristoranti e negozi di Teaneck, New Jersey e New York hanno l’esclusiva.
Ancora una volta non solo cibo.

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Manuela De Leonardis (Roma 1966), storica dell’arte, giornalista e curatrice indipendente. Scrive di fotografia e arti visive sulle pagine culturali de il manifesto (e sui supplementi Alias, Alias Domenica e L’ExtraTerrestre), art a part of cult(ure), Il Fotografo, Exibart. È autrice dei libri A tu per tu con i grandi fotografi - Vol. I (Postcart 2011); A tu per tu con grandi fotografi e videoartisti - Vol. II (Postcart 2012); A tu per tu con gli artisti che usano la fotografia - Vol. III (Postcart 2013); A tu per tu. Fotografi a confronto - Vol. IV (Postcart 2017); Isernia. L’altra memoria (Volturnia Edizioni 2017); Il sangue delle donne. Tracce di rosso sul panno bianco (Postmedia Books 2019); Jack Sal. Chrom/A (Danilo Montanari Editore 2019).
Ha esplorato il rapporto arte/cibo pubblicando Kakushiaji, il gusto nascosto (Gangemi 2008), CAKE. La cultura del dessert tra tradizione Araba e Occidente (Postcart 2013), Taccuino Sannita. Ricette molisane degli anni Venti (Ali&No 2015), Jack Sal. Half Empty/Half Full - Food Culture Ritual (2019) e Ginger House (2019). Dal 2016 è nel comitato scientifico del festival Castelnuovo Fotografia, Castelnuovo di Porto, Roma.

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