Arte Compressa #55 – Miro Trubač. Isle of Man per reagire con l’ironia all’alienazione

Miro Trubač
Miro Trubač, Isle of Man, galleria Opere Scelte, Torino, 2018
Miro Trubač
Miro Trubač, Isle of Man, galleria Opere Scelte, Torino, 2018

L’artista slovacco Miro Trubač (Trnava, 1986) ha dato corpo tridimensionale a un nuovo progetto:  Isle of Man.
Il fulcro di questa produzione è la relazione tra gli esseri viventi, analizzata attraverso una lente autobiografica.

Le sculture, infatti, sono prevalentemente figure maschili, che ripropongono con ironia e sarcasmo avvenimenti vissuti in prima persona dall’artista, anche palesatisi nei suoi ricordi d’infanzia e dell’adolescenza, e che egli ha percepito come totalmente stranianti, assurdi o misteriosi, anche se spesso non erano altro che frammenti di normale quotidianità e parte di ciò che lo circonda tuttora.

Lo specifica lui stesso, parlando della sua ricerca:

“Attraverso le mie sculture sto cercando di esprimere le narrazioni che spesso attingono a ricordi e situazioni che mi sembrano paradossali, assurdi e insolubili”

Le opere, che, quindi, hanno radici in una riflessione – appunto -autobiografica, rispecchiano, però, sensazioni e sentimenti spesso condivisi e, soprattutto – attraverso le figure maschili da lui scolpite come una sorta di io ripetuto all’infinito – diventano, grazie al lento e ormai maturo processo concettualistico dell’autore, motivo più corposo di concentrazione su questioni collettivamente sentite: urgenze tematiche, insomma.

Sono, cioè, attivatrici di senso: trasversali analisi sul più generale sistema sociale, con le sue luci e le molte ombre, e “sul ruolo delle persone nella società e sulla loro sostanziale solitudine”, derivante, il più delle volte, “dall’essenza della condizione umana che non può sottrarsi ad alcune regole”; lo sguardo dell’artista, però, ci apre delle possibilità e spiragli di ottimismo che, se non sono risolutivi (l’arte non dà mai soluzioni), sono almeno riflessivi: riconoscendo questi stretti incasellamenti, questi obblighi, tali precetti, è possibile ironizzarci su, sdrammatizzare. Come a dire: il Re è nudo e la fantasia, ma anche la consapevolezza trasformata in ironia – in Miro Trubač copiosamente adottata – distruggerà il potere e una risata vi seppellirà!”. Forse…

 

Info mostra

  • Miro Trubač:  Isle of Man. 
  • Inaugurazione: giovedì 15 marzo alle ore 18.30
  • Galleria Opere Scelte
  • via Matteo Pescatore 11/d, 10124 Torino
  • fino al 7 aprile 2018
  • Orari: da martedì a sabato 15.30-20
  • contatti: T. +39 011 5823026 – M. +39 349 3509087
  • sito: www.operescelte.com
  • www.works.io/miroslav-trubac
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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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