Arte compressa #65. Marco Gastini disegna nel vuoto

immagine per Marco Gastini
Marco Gastini, Come era alto, 2006, ardesia e fusioni di alluminio su plexiglas, 202x130cm
Disegnare sul vuoto. I plexiglas di Marco Gastini è un po’ anche una mostra omaggio al grande artista torinese recentemente scomparso e di cui l’Archivio sta reparando un catalogo ragionato.

Nato a Torino il 30 gennaio 1938, nome storico della pittura italiana con declinazioni anche nella scultura, ha portato avanti riflessioni fortemente concettualistiche e ha avuto un’attenzione privilegiata per lo spazio, che ha saputo così bene approfondire, descrivere, dominare; talvolta, anche abitare, come nell’opera site specific nella Galleria Umberto I fatta di neon e titolata L’energia che unisce si espande nel blu, 2009, per Luci d’Artista a Torino.

Gastini è parte di quella Storia dell’Arte fatta da protagonisti classe ’30 e ’40 che portavano e portano avanti una ricerca raffinata e allo stesso tempo radicale.

Se ne è andato a 80 anni di età dopo aver lottato con un male insidioso per circa 10 anni ma sempre impegnato nella sua ricerca e in nuovi progetti (tra cui la sua importante mostra, prevista per la primavera, alla Galleria Giorgio Persano di Torino).

Ora una nuova mostra di Gastini, curata da Marco Meneguzzo, si sta per inaugurare; consta di una significativa selezione della produzione su supporto trasparente e intende guardare a questo speciale modo di concepire il materiale da parte di Gastini, non solo come a un geniale artificio analitico e concettuale, ma come a uno strumento espressivo più ampio, adatto anche ad azioni più emotive e a segni più espressionisti. Per questo, il pubblico si troverà di fronte a un nucleo di c.a. 20 lavori appartenenti a vari periodi della sua carriera, in modo da poter ricontestualizzare in un percorso personale e coerente quel che sinora era stato collocato in una casella troppo definita della storia dell’arte italiana e inquadrare questa produzione su plexiglas – non molto ampia, ma significativa e continuativa – nelle scelte personali dell’artista che vanno ben oltre il periodo analitico della sua attività. Gastini ha, infatti, perseguito questo filone di ricerca anche in anni non sospetti, accentuando così questo suo “marchio di fabbrica”, ben oltre l’analiticità tipica degli anni Settanta. Infatti, come scrive il curatore:
“(…) questa ricerca appare non tanto legata a un’epoca storica in cui il supporto non tradizionale poteva costituire una giustificazione per l’atto pittorico, per quanto ridotto ai minimi termini – a punti, a graffi, a macchie, per quanto riguarda Gastini – ma all’intera attività personale e individuale dell’artista, tanto da essere usata e sfruttata spesso nei decenni successivi e in contesti pittorici ben più ricchi, articolati e persino narrativi”.
 

Info mostra

  • Galleria Progettoarte-Elm, Via Fusetti 14, 20143 Milano
  • Dal 19 ottobre – 30 novembre 2018
  • dal lunedì al venerdì, h. 16 – 19.30; sabato e festivi su appuntamento
  • ingresso libero
  • Ufficio stampa NORA comunicazione – Eleonora Caracciolo di Torchiarolo
    www.noracomunicazione.it
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Con una Laurea in Storia dell'Arte, è Storica e Critica d’arte, curatrice di mostre, organizzatrice di eventi culturali, docente e professionista di settore con una spiccata propensione alla divulgazione tramite convegni, giornate di studio, master, articoli, mostre e Residenze, direzioni di programmi culturali, l’insegnamento, video online e attraverso la presenza attiva su più media e i Social. Ha scritto sui quotidiani "Paese Sera", "Liberazione", il settimanale "Liberazione della Domenica", più saltuariamente su altri quotidiani ("Il Manifesto", "Gli Altri"), su periodici e webmagazine; ha curato centinaia di mostre in musei, gallerie e spazi alternativi, occupandosi, già negli anni Novanta, di contaminazione linguistica, di Arte e artisti protagonisti della sperimentazione anni Sessanta a Roma, di Street Art, di Fotografia, di artisti emergenti e di produzione meno mainstream. Ha redatto e scritto centinaia di cataloghi d’arte e saggi in altri libri e pubblicazioni: tutte attività che svolge tutt’ora. E' stato membro della Commissione DIVAG-Divulgazione e Valorizzazione Arte Giovane per conto della Soprintendenza Speciale PSAE e Polo Museale Romano e Art Curator dell'area dell'Arte Visiva Contemporanea presso il MUSAP - Museo e Fondazione Arazzeria di Penne (Pescara), per il quale ha curato alcune mostre al MACRO Roma e in altri spazi pubblici (2017 e 2018). È cofondatrice di AntiVirus Gallery, archivio fotografico e laboratorio di idee e di progetti afferente al rapporto tra Territorio e Fotografia dal respiro internazionale e in continuo aggiornamento ed è cofondatrice di "art a part of cult(ure)” di cui è anche Caporedattore.

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