Geraldine Michalke e la Collezione Bergmeier. Kunstsaele di Berlino

Kunstsaele Berlin

Chi vive a Berlino, o chi semplicemente la conosce bene, sentendo nominare Bülowstrasse probabilmente associerà questa lunga via del quartiere di Schöneberg alla Street Art.

Le facciate delle case, le saracinesche dei negozi, i cassonetti dell’immondizia, il sottopassaggio dei binari della metropolitana: tutto è coperto di graffiti e di opere di artisti che hanno contribuito negli ultimi anni a rendere vivace questa parte di Berlino, immergendola in una perenne mostra colorata, incrementando così il numero di luoghi all’aperto dove è possibile trovarsi a camminare tra l’arte urbana.

In questo angolo di Schöneberg abbiamo infatti assistito a uno sviluppo di iniziative legate a questa arte anche grazie alla nascita di Urban Nation Museum For Urban Contemporary Art, Museo che nel 2019 si è visto protagonista della prima Biennale berlinese di Street Art.

Ma Bülowstrasse non è solo questo.
Palazzi signorili si affacciano su questa strada sprigionando nell’aria un profumo vagamente aristocratico.
Una raffinatezza che convive anche con il tratto dove più sono presenti graffiti: una piacevole e strana mescolanza di sensazioni.

Un’atmosfera ricercata, risaltata dall’importanza che assume Bülowstrasse in virtù del fatto di essere parte del Generalszug, storico tracciato stradale di metà Ottocento realizzato come strada di prestigio e caratterizzato dalla presenza di piazze in funzione decorativa.

E allora si cammina tra l’eleganza di edifici di epoca guglielmina e il fascino dell’Art Nouveau della stazione della metropolitana Bülowstrasse (da progetto di Bruno Möhring) che, come l’omonima strada, prende il nome dal generale prussiano Friedrich Wilhelm Freiherr von Bülow.

A pochi metri dalla stazione, al numero 90 di un magnifico palazzo dai grandi finestroni, le spaziose sale al primo piano accolgono gli ospiti di Kunstsaele, luogo espositivo fondato nel 2010 dall’iniziativa della collezionista Geraldine Michalke, il gallerista Alexander Hahn, l’artista Michael Müller e il collezionista Stephan Oehmen (fino al 2015).

Un progetto culturale che nasce dalla necessità di presentare mostre tematiche, eventi, incontri ed esporre anche le opere della Sammlung Bergmeier di Geraldine Michalke.

È lei che incontro una domenica mattina appena varco la soglia di Kunstsaele; accolta dal suo sorriso contagioso, i modi calmi ed eleganti, pasticcini e caffè.

La nascita dell’unione che porta ad aprire Kunstsaele avviene grazie a un’intuizione.

Alexander Huhn stava cercando uno spazio dove poter spostare la sua galleria privata, e quando visita le stanze al numero 90 di Bülowstrasse capisce immediatamente di trovarsi nel luogo ideale; un luogo troppo grande, però, da gestire da solo.

È così che a Müller, artista di Huhn, viene l’idea di chiedere ai due collezionisti Michalke e Oehmen di condividere lo spazio.

Kunstsaele nasce, già dal nome, dalla volontà di mostrare l’anima dell’arte (dalle parole Kunst e Seele) attraverso esposizioni di artisti selezionati e collaborazioni con altri curatori e galleristi esterni.

Per Geraldine Michalke, Kunstsaele rappresenta fin da subito il luogo perfetto dove poter far dialogare armonicamente le opere della sua Sammlung Bergmeister, una collezione plasmata nel corso degli anni seguendo prima di tutto un gusto personale e che vede riunite ad oggi più di duecento opere.

Sono interessata a una certa sensualità, dolore, amore, interruzioni e incompletezza afferma Michalke che si allontana negli anni sempre più dalla sola idea di immagine nell’opera d’arte, per seguire invece il criterio che le immagini non sono sulla tela, ma nelle persone.

Percorrendo questa necessità Michalke trova in Gerhard Hoehme quell’essenza condivisibile che la spingono ad acquistare pittori come Rupprecht Geiger, Gotthard Graupner, Günther Uecker, Olaf Nicolai e Michael Müller.

Lontana dai meccanismi del mercato dell’arte, la sua ricerca non si basa su linee chiare e non possiede una tendenza univoca.

L’intuizione, unita all’esperienza, è la caratteristica principale nelle scelte della collezionista che trova le sue opere principalmente nelle fiere o nelle gallerie, senza porsi vincoli legati alle quotazioni.

Afferma Michalke:

A volte penso che l’immagine o il lavoro voglia venire da me e non viceversa.

L’ultima esposizione dedicata esclusivamente alla Collezione di Michalke presso Kunstsaele è stata presentata l’anno scorso quando sono state esposte le opere di Art & Language, Donald Bernhouse, Luis Camnitzer, Rolf-Gunter Dienst, Marcel Dzama, Rupprecht Geiger, Gotthard Graubner, Gerhard Hoehme, Franka Hörnschemeyer, Channa Horwitz, Ian Kiar, Dieter Krieg, Vlado Martek, Georges Mathieu, Meuser, Henri Michaux, Michael Müller, Tony Orrico, Sunil Padwal, Günther Uecker, Geerten Verheus, Hajra Waheed, Ruth Wolf-Rehfeld, Kim Yong-Ik.

La mostra ha evidenziato chiaramente come la collezione sia in continua crescita, spaziando dall’informale tedesco alla poesia concreta, da opere minimaliste e concettuali degli anni 60/70 al lavoro contemporaneo.

C’è la serie di serigrafie Verschwinden di Michael Müller e l’installazione di Donald Bernhouse, un grande tappeto in alluminio che riempe la seconda grande stanza di Kunstsaele e cattura totalmente lo sguardo ponendosi ciononostante in stretto rapporto con le altre opere alle pareti.

La seconda installazione che troviamo è quella di Geerten Verheus, al centro di un’altra stanza dagli alti finestroni che illuminano l’opera aumentandone l’impatto visivo. Non manca una video installazione di Michael Müller, oltre ad altri suoi lavori, così come le poetiche e complesse composizioni dell’americana Channa Horwitz posizionate accanto alle illustrazioni del canadese  Marcel Dzama.

E poi ancora, le visioni geometriche di Ruth Wolf-Rehfeld in cui le lettere diventano schemi e strutture definite se si osservano attentamente più da vicino, e che assumono un ruolo fondamentale all’interno della Collezione Bergmeister in quanto indirizzano tutta la filosofia che ispira Michalke: se non vedi nulla, guarda più da vicino.

Una collezione che mostra chiaramente un tratto molto personale, fatta di opere che, nella loro diversità, si accostano perfettamente una all’altra modellando un profondo e intimo dialogo continuo.

Kunstsaele continua a offrire uno scambio estetico dinamico aprendo le porte a curatori esterni in grado di proporre esposizioni capaci di mantenere quel giusto equilibrio con lo spazio, e presentando ciclicamente la collezione di Michalke che, insieme a Michael Müller, crea un’equilibrata convivenza di opere consolidate e meno conosciute in un centro d’arte non commerciale, punto d’incontro culturale dove il concetto principale ruota attorno a una collezione in continua crescita.

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Lucia Rossi, laureata in Arte, Spettacolo e Immagine Multimediale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Parma, è scrittrice, contributing editor per riviste d'arte, curatrice di mostre. Vive e lavora a Berlino. Ha diverse esperienze come curatrice indipendente di eventi culturali e collaborazioni per cataloghi d'arte e pubblicazioni.

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