Tutti parlano di Jamie. La rivoluzione in tacchi a spillo di Jamie Campbell nell’inclusività del musical

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“Jamie è una piccola rivoluzione gentile che parte da due tacchi ma soprattutto da un sorriso”. La definizione più azzeccata per raccontare Tutti parlano di Jamie, in scena al Teatro Brancaccio di Roma fino al 3 aprile, arriva durante la serata della première dal regista Piero Di Blasio, che ne ha curato anche l’adattamento.

Con un paio di scarpe di vernice rossa con dei tacchi a spillo, fisico snodabile e capelli biondi ossidati, Giancarlo Commare – spiazzando il pubblico dei fedelissimi abituati a vederlo, in ben altre vesti e modi, nei panni di Rocco Amato nel Paradiso delle Signore su Rai1 – porta in scena il suo Jamie Campbell, il giovane sedicenne che, nel paesino di Sheffield nel Nord dell’Inghilterra, ha combattuto e vinto la sua battaglia contro i pregiudizi inseguendo il suo sogno di diventare una drag queen e sfidando convenzioni e regolamenti scolastici, grazie anche al fiero supporto di sua madre che compensa la mancanza e il disprezzo di suo padre.

Ad accompagnarlo c’è un cast d’eccezione: Barbara Cola nei panni della mamma Margaret, Franco Mannella è Hugo, alias la drag queen Loco Chanelle, Ludovica Di Donato veste i panni di Ray, amica del cuore della madre di Jamie e Lisa Angellilo quelli della severa insegnante di Jamie. Non mancano i giovanissimi talenti che non sfigurano affatto accanto ai senior: da Benedetta Boschi nei panni di Pritti, amica del cuore e valida consigliera di Jamie fino a Flavio Marullo che interpreta Dean Paxton, il bullo della scuola.

Il pluripremiato – Critics Circle Theatre Award per Miglior Attore Emergente, WhatsOnStage Awards per miglior musical originale, miglior attore in un musical e miglior attrice non protagonista, oltre che numerose candidature ai Laurence Olivier Awards – omologo inglese, ispirato dal documentario della BBC del 2011 Jamie: Drag Queen at 16, debutta nel 2017 all’Apollo Theatre di Londra, raccogliendo da subito un grande successo di pubblico e critica tanto che in breve ne viene realizzato anche film targato Fox, uscito nel settembre 2021 e ancora disponibile in streaming sulla piattaforma Amazon Prime Video.

Un successo che va ben oltre i confini britannici, dove è in scena da diverse stagioni con oltre 1000 recite consecutive e più di 700.000 spettatori, e raggiunge anche a Tokyo, Seul, Los Angeles e Sydney.

La versione italiana convince e, stando a quanto dicono applausi e critica, vince. Vince la scenografia, ideata da Alessandro Chiti, leggera ma pratica che compare e scompare dalla scena, in base alle esigenze della narrazione, trasportata su carrelli con le ruote. Vincono i costumi curati da Francesca Grossi e la storia perché “Jamie è una stella pronta ad esplodere, è un concetto, un seme, un’idea che vuole installarsi nella mente di tutte le persone”.

Se il filo narrativo è la vita di Jamie, con la sua battaglia per la scoperta e la rivendicazione del suo sogno di essere libero di esprimere sé stesso anche attraverso abiti femminili, la vicenda diventa una universale rivendicazione della libertà di essere realmente se stessi, ciascuno nella propria unicità e irripetibilità.

Un discorso che prescinde da identità di genere, orientamento sessuale, etnia, credo religioso e stile di abbigliamento ma che parla all’individuo nella sua interezza. Jamie è il “glitter sopra il grigio di città”, e scopre la sua essenza insieme a sua madre e ai suggerimenti di Hugo alias Loco Chanelle, un insolito mentore dai tratti quasi paterni nei confronti del giovane Jamie. «Smetti di aspettare il permesso per essere te stesso!», questa la lezione che Jamie Campbell affida al mondo con la sua storia.

Molto banalmente (ma non troppo), insomma: fa quello che vuoi fare e sii quello che vuoi essere, esci dall’ombra e diventa tu la luce. Poco importa se vuoi farlo in giacca e cravatta o in tacchi a spillo e minigonna.

Notevole il talento vocale di Barbara Cola e di Benedetta Boschi almeno quanto si rivela una piacevole sorpresa quello di Giancarlo Commare, a livello canoro e di ballo.
Unica perplessità per ciò che concerne la trama, che risulta abbastanza fedele a quella del film, è la mancanza rispetto a quest’ultimo della parentesi sul movimento Lgbtqi+ e la questione Hiv.

Tra i molti volti noti e varie drag, in abiti scintillanti e trucco impeccabile, in sala per la première, arrivato a sorpresa direttamente da Londra, c’è anche il vero Jamie Campbell, rigorosamente in abito e tacchi rossi, ad applaudire a lungo il “suo” musical, per la prima volta in una lingua che non conosce e non è la sua. Accolto da molti applausi e da un grande calore e richiesta di selfie, cui insieme a sua madre Margaret non si è sottratto, da parte del pubblico.

In scena, per un momento, grazie ad una lampada illuminata appositamente durante l’esibizione, ci sono anche i colori della bandiera dell’Ucraina.

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Classe 1987. Romana di nascita, siciliana d’origine e napoletana d’adozione. Giornalista professionista, comunicatrice e redattrice freelance. Da sempre appassionata di (inter)culture, musica, web, lingue, linguaggi e parole. Dopo gli studi classici si laurea in Lingue e comunicazione internazionale e in seguito, presso l’università “La Sapienza” di Roma, si specializza in giornalismo laureandosi con una tesi d’inchiesta sul giornalismo in terra di camorra. Ha poi conseguito un master in Giornalismo (biennio 2017 – 2019) presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Giornalista per caso e per passione, ufficio stampa e social media manager per festival, eventi ed associazioni in particolare in ambito culturale e teatrale oltre che per Europride 2011, Trame – Festival dei libri sulle mafie e per Save the Children Italia (2022). Collabora con diverse testate occupandosi in particolare di tematiche sociali, culturali e politiche (dalle tematiche di genere all’antimafia sociale passando per l’immigrazione, il mondo Lgbtqia+ e quello dei diritti civili). Vincitrice della borsa di studio del premio “Giancarlo Siani” per l’anno 2019.
Fotografa, spesso e (molto) volentieri.

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