Così fan tutte. La Napoli scapricciata, ironica e trasgressiva delle Ebbanensis

Foto Carmine Luino

Tutte le donne sono volubili e di fronte all’occasione giusta pronte ad essere infedeli o quelli più propensi al tradimento sono gli uomini? Una domanda ancora senza risposta dall’alba dei tempi che torna sul palco del Teatro India con Così fan tutte, portato in scena dalle Ebbanesis (al secolo Serena Pisa e Viviana Cangiano), per la regia di Giuseppe Miale di Mauro e l’elaborazione musicale e gli arrangiamenti di Leandro Piccioni e Mario Tronco,  una produzione Nest/Tieffe Teatro Milano in collaborazione con Mario Tronco.

Liberamente tratta dall’opera di Wolfgang Amadeus Mozart, andata in scena per la prima volta il 2 gennaio 1790, la pièce segue le avventure amorose di due giovani coppie, le due sorelle Fiordiligi e Dorabella  fidanzate con due ufficiali (Fernando e Guglielmo).

I due giovani istigati da don Alfonso, che ritiene cinicamente tutte le donne frivole e volubili (insomma “un po’ zoccole”), per scommessa sottopongono con l’imbroglio le due giovani ad una prova: fingeranno di essere al fronte e si presenteranno alle due giovani donne sotto altre vesti per testarne la fedeltà.

Tutti i personaggi sono interpretati dalle due artiste con il solo accompagnamento musicale di Alessandro Butera (chitarra manouche, mohan veena), Marcello Smigliante Gentile (mandolino, mandoloncello) e Gianluca Trinchillo (chitarra classica). La storia è raccontata – cantata e recitata –  dalle due sorelle come fosse un lungo flash-back.

Sono le Ebbanensis, infatti, che entrando e uscendo da una grande cornice, che talora viene oscurata da un velo per permettere anche il cambio d’abito, posta al centro del palco entrano ed escono dai vari personaggi e dalle varie fasi del racconto.

Unica presenza silente è quella dei due fidanzati, due manichini con una lampadina al posto della testa che vengono calati sul palco solo al momento del disvelamento quando le due ragazze, scoperto l’inganno e seppur ancora innamorate, rifiuteranno la loro proposta di matrimonio e daranno loro il benservito.

Quella a cui Leandro Piccioni e Mario Tronco, anime musicali dell’Orchestra di Piazza Vittorio, danno vita è una riduzione musicale per chitarra e voci dell’opera di Mozart attingendo all’antichissimo mondo della “posteggia napoletana”, la musica dei suonatori di strada.

«Il Così fan tutte mi porta a Napoli, non solo come ambientazione geografica ma come mondo musicale e linguistico. Nella Napoli libertina e cosmopolita, colta e scurrile.
Il filo della matassa, questa volta, seguirà la strada tracciata dal Maestro Roberto De Simone con le sue trasposizioni della musica popolare in forma di melodramma, facendo finta che Mozart abbia ascoltato le melodie del Così fan tutte per strada, a Napoli, da musicisti ambulanti», spiega Mario Tronco che precisa che «i linguaggi adoperati saranno diversi, pur essendo attinti dalla stessa espressività napoletana. Un dialetto quotidiano realistico usato normalmente in città (sia pure oggi contaminato a diversi livelli). Con tale linguaggio si svolgeranno il libretto e i dialoghi atti a mettere in risalto una realtà quotidiana di oggi come di trecento anni fa».

L’adattamento dato all’opera, anche attraverso l’uso del napoletano, crea insieme alla grande efficacia espressiva e al talento canoro delle due artiste, capaci di un’interpretazione dinamica e sentita, un’atmosfera vivace e ironica che facendo risaltare la profondità delle emozioni dei personaggi al centro di quella che è forse la più rivoluzionaria, scapricciata e trasgressiva delle opere di Mozart proiettata in una Napoli libertina e cosmopolita, colta e scurrile.

Così fan tutte diventa, in questa versione partenopea, un prodotto pop, scolpito su misura sulle due artiste, che mescola villanelle, moresche, l’opera buffa napoletana e la sceneggiata.

Dopo le date romane, già  sold out ancora prima della prima, ad attendere le Ebbanesis ci sono Torino e Milano. Viste le premesse, però, è solo l’inizio di una serie di appuntamenti di successo.

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Classe 1987. Romana di nascita, siciliana d’origine e napoletana d’adozione. Giornalista professionista, comunicatrice e redattrice freelance. Da sempre appassionata di (inter)culture, musica, web, lingue, linguaggi e parole. Dopo gli studi classici si laurea in Lingue e comunicazione internazionale e in seguito, presso l’università “La Sapienza” di Roma, si specializza in giornalismo laureandosi con una tesi d’inchiesta sul giornalismo in terra di camorra. Ha poi conseguito un master in Giornalismo (biennio 2017 – 2019) presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Giornalista per caso e per passione, ufficio stampa e social media manager per festival, eventi ed associazioni in particolare in ambito culturale e teatrale oltre che per Europride 2011, Trame – Festival dei libri sulle mafie e per Save the Children Italia (2022). Collabora con diverse testate occupandosi in particolare di tematiche sociali, culturali e politiche (dalle tematiche di genere all’antimafia sociale passando per l’immigrazione, il mondo Lgbtqia+ e quello dei diritti civili). Vincitrice della borsa di studio del premio “Giancarlo Siani” per l’anno 2019.
Fotografa, spesso e (molto) volentieri.

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