Teatri di Pietra 2023. L’aquila e l’alabastro. Cinzia Giorgio immagina il dialogo fra L’imperatore Tiberio e Maria di Magdala

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L’Aquila e l’alabastro, la drammaturgia delicata, quasi sospesa di Cinzia Giorgio si è resa voce e presenza alla Villa di Livia per la rassegna, curata da Aurelio Gatti, Opra Prima per Teatri di Pietra 2023 

Il racconto vede Maria di Magdala, la Maddalena, giungere – su invito di Giulia, moglie dell’imperatore Tiberio nel palazzo conosciuto come Villa Jovis a Capri dove Tiberio si è ritirato, preferendo affidare il governo della città al suo luogotenente Lucio Elio Seiano.

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L’aquila e l’alabastro

È difficile trovare nella storia e nell’agiografia, una figura più popolare e al contempo confusa, triplicata, stereotipata, mal tramandata come Maria di Magdala. Nota per secoli come la peccatrice redenta, è, in realtà, l’Apostola degli Apostoli, colei alla quale per prima è stato dato l’annuncio della resurrezione e il compito di raccontarla.

Cinzia Giorgio lavora da molti anni sulla storia e il significato di questo personaggio (che ultimamente è stato liberato da molte delle letture patriarcali grazie anche alla volontà di Papa Francesco che, nel 2015, ha istituito la festa di Santa Maria Maddalena per sottolineare l’importanza della prima testimone della resurrezione e il ruolo della donna nell’evangelizzazione) e in questo testo ha immaginato una storia nuova, interessante, al contempo allegorica e possibile.

Ma, sia che la figura venga letta storicamente o simbolicamente, Maddalena è stata una donna di cura (come tutte le donne della sua epoca), autonoma, ma soprattutto una predicatrice nomade, così come lo era tutto il gruppo di donne che seguiva Gesù e così come viene rappresentata nella lettura fatta da Veronica Cinque e Massimo Napoli, ottimi interpreti, guidati da Filippo Carrozzo che ha voluto spingere sull’idea di confronto con il pubblico.

Dunque Tiberio, gravato anche lui da una storia non sempre chiara e certa, sicuramente guerriero ancor prima di Imperatore, ma altrettanto devoto alla bellezza, all’astrologia e all’irregolarità della vita privata, incontra con infinita curiosità la donna giudea che gli racconta la sua vita e la sua missione sapendo che prima o poi toccherà il suo spirito.

L’Imperatore prova ad arginare il sentimento di stupore che quella presenza provoca in lui. Ci prova con la derisione, con la rabbia, con le minacce, con la negazione della sua personalità. Ci prova con gli stessi mezzi con cui ancora oggi molti uomini provano a resistere al tumulto interiore provocato dalla tenerezza e dalla capacità di mettere in crisi il senso del potere.

Maria, però, per ogni tentativo di “assalto” dell’Imperatore ha una risposta semplice, un’affermazione, una controdomanda, una verità, una storia da raccontare. Anche quando lui le chiede di amarlo, le promette ricchezze, agi e lussi, Maddalena lo pone di fronte alla sua anima, gli parla di un amore che non è quello al quale lui indulge nelle stanze del suo palazzo, di un amore che non si può raccontare, un amore che si può raggiungere solo guardandosi profondamente nell’anima.

Tiberio, storicamente, è il primo, fra gli imperatori romani che – come dice Rodolfo Lanciani – “davano molta libertà alla nuova religione”, a cercare di integrare il culto ufficiale dell’impero con il cristianesimo, chiedendo al Senato (senza successo, anzi essendo accusato per questo) che Cristo fosse incluso tra gli Dei, al fianco di Giove.

In lui, dunque, è pronto a fare breccia, anche se tra molte resistenze, il Verbo tanto che ascolterà la voce di Maddalena, la lascerà andare, spiegherà con le sue parole perché non ha apprezzato le decisioni di Ponzio Pilato e lo ha destituito, anche se l’Aquila di Roma ancora per tre secoli a perseguitare i cristiani.

La missione di Opra prima è quella di presentare, in forma di lettura teatralizzata, nuove drammaturgie, scelte da Alma Daddario, pronte a divenire spettacoli.

Un trampolino per una possibile trasformazione in testo teatrale, cosa che riesce sempre ardua con i testi letterari forti. Perché i registi devono provare a confrontarsi con il linguaggio senza per forza adattarlo alla convenzione teatrale e gli attori provare a recitarlo prescindendo, almeno in parte, dalle tecniche.

Da questo testo, così vibrante e coinvolgente e a me molto vicino, mi aspettavo solo un pizzico in più di coraggio: abbandonare per qualche istante la via della conversione a favore di un racconto più articolato del personaggio di Maddalena e della sua potenza data sì dalla fede e dall’amore, ma anche dalla consapevolezza e dal sapere.

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Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

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