Palinsesti culturali per città e territori. Il Caso Panorama Italics

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Come scrive Barbara Martusciello nel suo articolo del 13 settembre 2023 sullo stesso tema, le benefiche conseguenze del progetto Panorama – del circuito di gallerie italiane Italics, curato da Cristiana Perrella – dovrebbe non chiudersi nello splendido long weekend del 7, 8, 9 e 10 settembre scorso. Che è stato un weekend magnifico in cui L’Aquila è stata protagonista di una mostra diffusa e itinerante organizzata da 70 gallerie tra le più autorevoli dell’intero scenario del Contemporaneo, che nel 2021 hanno dato vita al consorzio Italics.

In quei giorni a L’Aquila erano installate più di 100 opere che hanno portato in emersione le valenze culturali di luoghi e paesaggi dell’antica città abruzzese; alcune site specific, altre già esistenti ma inserite nei contesti più disparati del territorio, dalle chiese sconsacrate a quelle ancora da restaurare, fino ai bellissimi palazzi nobiliari, non tutti rigenerati dopo il terremoto, il castello e le piazze.

L’arte ha fatto da stimolo forte e intelligente a fare meglio e di più, dopo le spudorate menzogne raccontate dopo pochi anni dal terremoto in cui si affermava, con tronfia baldanza da venditori di fake news sulla pelle delle vittime, che tutto ormai era risolto. Niente affatto.

Come potete vedere da alcune foto che ho scattato nel weekend in questione, la città è ancora ferita, soprattutto dagli sciacalli senza dignità che hanno approfittato delle disgrazie, mentre le persone, che sono poi la vera città, sin dal giorno dopo del sisma hanno dimostrato forza, amore per i luoghi natii e grande spirito di sopravvivenza e di evoluzione risolutiva.

Gli abruzzesi non li pieghi e nemmeno li spieghi; è gente orgogliosa e tenace che trasmette con lo sguardo, non con le parole, anche se qualche difetto di collaborazione e accoglienza delle novità questa attitudine lo genera.

Se fossimo a Lipsia o a Miami, a New York o a Berlino, a Essen o a Chicago, tutte città molto meno interessanti delle nostre– diciamolo –  la politica, gli amministratori, i cittadini, gli artisti, i curatori e i progettisti specialisti di art thinking, rigenerazione e palinsesti culturali farebbero in modo di riunirsi intorno a un tavolo e immaginare il futuro attraverso l’arte e la cultura presente, contemporanea, partecipata.

Lo dico solo da 24 anni, magari volete aspettare di essere in fondo al baratro: il segreto del successo passa dal valore che si crea nelle città e nei borghi, nelle campagne e in ogni luogo dove le arti, al massimo livello qualitativo, riescono a coinvolgere emotivamente tutte le persone e tutte le imprese nella co-progettazione di interventi temporanei e permanenti in cui l’arte riporta in emersione i simboli identitari della tradizione, coniugandoli con la ricerca e la scoperta di nuove attitudini, nuove modalità di vivere, nuovi approcci ai processi produttivi, agricoli, commerciali, ambientali, educativi, etici ed estetici.

Le città sopracitate producono dai 6 ai 16 punti di PIL ogni anno con i palinsesti culturali e le installazioni permanenti che i cittadini, in primis, e poi milioni di visitatori e investitori, esplorano ogni giorno e con cui si relazionano per specchiarsi in quelle opere, o in quelle operAzioni, per scoprire nuove vie, nuove culture, nuovi modi di guardare ai fenomeni complessi, imprese comprese.

La mente umana ha natura astratta e simbolica; chi di noi fa questo mestiere da anni lo sa bene, e L’Aquila ha dimostrato ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, che le arti spostano il punto di vista e generano sogni che risolvono i bisogni.

L’arte porta nuova feliCittà, cura le ferite, ridà slancio alla poesia che, da sempre, crea e ricrea nuovi modi e nuovi mondi, senza mai stancarsi.

Chi c’era lo sa; camminare per L’Aquila in quei quattro giorni, incontrando vecchi e nuovi amici, discorrendo davanti alle opere e ai luoghi meravigliosi di una vera capitale del coraggio e dell’arte, gustando le loro identità gastronomiche, i loro sorrisi e la loro accoglienza, ha stupito e rigenerato anche noi, facendoci sognare una L’Aquila aperta e sognante ogni giorno e ogni notte, lavoro che sta facendo il Museo MAXXI da anni (dal 14 al 16 settembre c’è stata Performative, festival della performance diffusa nelle piazze, nei luoghi e nelle strade de L’Aquila).

Un sogno che vale per l’Italia intera, un Paese distrutto dal turismo che impone ai cittadini di percepirsi come forzati albergatori e non come degni eredi di quelle civiltà poetiche che con l’arte hanno costruito oggetti, città, piazze, case, strade, ponti, fontane, che poi sono il motivo per cui i viaggiatori di tutto il mondo vogliono venire in Italia e per cui gli abitanti hanno scelto di viverci.

Un paese che affonda le sue radici nell’arte e che deve tornare a immaginarsi culla di civiltà.

D’altronde, il Futurismo, che tutti dicono di amare, chiedeva di distruggere gli orpelli che impediscono di guardare al presente e al futuro, mentre la retorica della bellezza fine a se stessa porta la conservazione dei privilegi di pochi e ha prodotto solo la tossicità paralizzante del passatismo.

Per questo abbiamo fondato Il Fu Turismo e, se ci uniremo tutti in questi enormi sforzi di responsabilità culturale, domani sarà un’altra civiltà. Un’altra società.

 

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Nato Matera, laureato in Scienze politiche nel 1989, dal 1990 al 2000 è Direttore delle Risorse Umane in tre diverse multinazionali (Montedison, SNIA e Ace Int.l). Oggi è un Contemporary Art Consultant e Cultural Projects Curator e si occupa di arte da parete e arte da processi: arte da collezione a beneficio di privati, appassionati e collezionisti, arte come pratica e approccio progettuale art thinking oriented per imprese di ogni genere, istituzioni e rigenerazione culturale, urbana e territoriale.

Come Art Consultant in_forma e supporta le scelte di collezionisti, acquirenti e appassionati di arte contemporanea nella selezione di opere d’arte di ricerca e di alta qualità, nell’analisi del miglior rapporto qualità prezzo e nella progettazione di intere collezioni, in Italia e nel mondo.

Come Cascino Progetti si occupa di strategie, ideazione e realizzazione di contenuti, interventi temporanei, installazioni permanenti, inserimento di arte e artisti a monte dei processi di ogni tipo di azienda e attività, di rigenerazione culturale e urbana di città, borghi, territori e paesaggio (insieme al mio Advisory Board e ai miei Partner che si occupano di heritage management digitale, architettura, design, economia della cultura e diritto societario).

È stato ideatore, promotore e co-autore del Manifesto Art Thinking siglato al MAXXI a Giugno 2019 insieme a scienziati, artisti, imprenditori, architetti, ingegneri e professionisti di ogni genere. Tra le altre cose ha ideato e curato la prima e la seconda edizione del Premio Terna per l’arte contemporanea con Gianluca Marziani (2008-2009). È stato membro della Commissione dei quattro esperti della Regione Puglia per il Piano strategico per la cultura (2016-2017: riallocazione di 480 MLN di Euro), ideatore e curatore del progetto Matera Alberga per Matera Capitale Europea della Cultura 2019, curatore di diversi progetti culturali per ENEL, Deutsche Bank, Helsinn, SAS Business Intelligence, UBI Banca, Bosch Security System, Fiera Milano, Macro Roma, MAXXI, Comune di Roma, Comune di Matera e altri.

Ha insegnato Organizzazione del Mercato dell’Arte e Progettazione culturale per i Master del Sole24Ore e della RUFA (Roma University of Art), e visiting professor di alcune università italiane e americane. Infine si occupa anche di education & edutainment; progetta e realizza workshop e webinBar sull’arte e la sua relazione con la psiche, sui benefici per l’intelligenza degli individui e la crescita e lo sviluppo di sistemi, territori e imprese. Scrive per Art a Part of Cult(ure), magazine on line inserito nel Codex dell’ADI (Associazione Design Industriale) per le valenze culturali del format, dove cura una sua rubrica su arte, evoluzioni ibride e mostre nel mondo, chiamata I racconti del Cascino.

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