La parola al teatro #82. Change. I mutamenti inattesi della vita

Change lo spettacolo di apertura della densa stagione del Teatro Trastevere è un susseguirsi di mutamenti a scena aperta.

Scritto da Marco Zordan (che interpreta anche uno dei personaggi), è un esercizio di stile non tanto letterario quanto umano. Change è cambiare, modificare, variare; è trasformazione, scambio, rinnovamento. Un verbo (e il suo sostantivo) che quotidianamente ci pungola: si può cambiare, variare è conveniente, il trasformare ci perseguita; il rinnovarsi ci sorprende…

Nella casa periferica di un astronomo sempre in bilico fra la sua realtà di insegnante e i suoi sogni di fama si svolge la quotidianità di una famiglia borghese: una moglie intransigente (almeno sull’educazione del figlio), un bambino petulante (ma neanche troppo), discussioni, prese di posizione inattaccabili, sciocchezze di tutti i giorni che diventano casi su cui misurare la propria forza e la propria resistenza.

immagine per Change lo spettacolo di apertura della densa stagione del Teatro Trastevere
Change

Tutto si modifica una prima volta quando arrivano, ospiti inattesi, un collega che potrebbe aiutarlo a raggiungere una promozione e sua moglie, tanto snob quanto maltrattata.

Sono questi i cardini su cui ruoteranno tutti i cambiamenti. Lo spettacolo ci mostra tre varianti di questa storia, durante le quali mutano i rapporti di forza e di potere, le psicologie dei personaggi, le relazioni che li uniscono, i segreti che li dividono e tutte le sfumature che possono crearsi nella vita di persone alle quali, volenti o nolenti, rassomigliamo.

La scena è volutamente povera: mobili, costumi, oggetti sono scompaiati, casuali, ingombranti come del resto i movimenti dei protagonisti che non mostrano alcun imbarazzo a menare le mani, a rotolarsi sul pavimento a urlarsi in faccia, riuscendo sempre a virare sul comico ogni eccesso, trasformandolo – così – in una gag clownesca.

immagine per Change lo spettacolo di apertura della densa stagione del Teatro Trastevere
Change

Sì, perché Change è una commedia nella quale il regista Leonardo Buttaroni intende mostrare “come la diversità del carattere o delle nostre azioni possa modificare il corso degli eventi e influenzare la vita dell’altro, di un amico, di un amore o anche di uno sconosciuto”.

Eppure, fra urla, provocazioni, intrighi, depressioni, rivalse e ambizioni sempre prive di sostegno e collaborazione, sempre dettate dal proprio obiettivo, quello che resta è una sorta di scomodità: davvero siamo tutti così? Davvero non c’è spazio per una maggiore cura del nostro mondo? È necessario aggredirsi fingendo di scherzare?

Il testo di Marco Zordan lo mostra chiaramente inducendoci ad un sorriso amaro e con poca possibilità di riscatto, che invece – forse – ci offrirebbe una via di fuga dalla banalità dei sentimenti.

Anche gli attori (Alessia De Bortoli, Christian Galizia, Desirée Tortorici e Marco Zordan), tutti virtuosi e molto dentro il loro pesonaggio alter-ego, non lasciano spazio alla possibilità di un cambiamento reale e profondo.

Ma, d’altronde la vita è questa: imperfetta, buffa, dolorosa. Spesso comica. Sicuramente nostra.

+ ARTICOLI

Giornalista culturale e autrice di testi ed adattamenti, si dedica da sempre alla ricerca di scritture, viaggi, tradizioni e memorie. Per dieci anni direttore responsabile del mensile "Carcere e Comunità" e co-fondatrice di "SOS Razzismo Italia", nel 1990 fonda l’Associazione Teatrale "The Way to the Indies Argillateatri". Collabora con diverse testate e si occupa di progetti non profit, educativi, teatrali, editoriali, letterari, giornalistici e web.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e statistici. Cliccando su "Accetta" autorizzi tutti i cookie. Cliccando su "Rifiuta" o sulla X rifiuterai tutti i cookie eccetto quelli necessari per il corretto funzionamento del sito. Cliccando su "Personalizza" è possibile selezionare quali cookie attivare.