Ha debuttato al Teatro Vascello, per il RomaEuropa Festival, Il grande vuoto, ultimo lavoro della regista Fabiana Iacozzilli, prodotto da Cranpi con La Fabbrica dell’Attore, La Corte ospitale e RomaEuropa Festival con il sostegno del Ministero della Cultura, nell’ambito di una personale dedicata all’artista e alla sua Trilogia del Vento, inaugurata con La Classe e proseguita con Una cosa enorme.
Nato dalla collaborazione artistica tra la regista e la drammaturga Linda Dalisi, interpretato dai performer Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti, Giusi Merli e con Mona Abokhatwa, Il grande vuoto, diviso in quattro parti, traccia l’intensa vicenda affettiva tra una madre, i suoi figli e un padre morente, scrutando gli ultimi passi di un cammino familiare prima della dissoluzione e concede alla tragedia, forse ancor più cupa di quella di Re Lear di Shakespeare, il ruolo di trasmutare il dolore attraverso l’arte teatrale.
L’opera si distingue per la sua poesia e forza teatrale, evidenziando un’originale e commovente trama intorno al personaggio principale, un’anziana donna, ex attrice di talento, affetta da Alzheimer.
“Portami la mia matrioska, quella dorata. È bella, vero? L’ho comprata a San Pietroburgo, quando la mia compagnia venne invitata dal grande teatro della città per mettere in scena il mio cavallo di battaglia, Re Lear, insieme a Ciro Immobile”.
Nella tela della nostra esistenza, persistono solo frammenti di vite che si esauriscono, lasciando dietro sé abiti, trofei, cartoline, calamite e fotografie pronte per essere collocate in scatole e portate via per sempre.
Il grande vuoto ci parla apparentemente di Alzheimer, ma in modo poeticamente denso ci racconta della vita, del suo trascorrere, dell’importanza delle cose e degli affetti e di come – attraverso la potenza del teatro – quella vita ci può essere regalata anche nelle sue sfumature più dolorose.
Gli ambienti, in cui sono rappresentate le quattro parti di cui è composto lo spettacolo, sono montati a vista dagli stessi attori, dando continuità e forma alla scena susseguente. In alto delle severe videocamere ci accompagnano nella vita quotidiana, diventata “inutile”, dell’anziana, ormai senza memoria.
Una vita inutile che improvvisamente prenderà però una forma potente e visionaria nell’ultima straordinaria parte dello spettacolo, quando – solo per lei – tutti i componenti della famiglia allestiranno, con tanto di effetto bufera, il suo spettacolo della vita, ogni volta sospinto avanti dalla memoria: il Re Lear di Shakespeare.
Le musiche originali portano la firma di Tommy Grieco, l’audio è a cura di Hubert Westkemper, le scenografie sono di Paola Villani e la regia video è affidata a Lorenzo Letizia.
Si laurea in Scienze della Comunicazione con indirizzo impresa e marketing nel novembre del 1998 presso l'Università La Sapienza di Roma; matura circa dodici anni di esperienza presso agenzie internazionali di advertising del Gruppo WPP - Young&Rubicam, Bates Italia, J.Walter Thompson - nel ruolo di Account dove gestisce campagne pubblicitarie per conto di clienti tra cui Pfizer, Johnson&Johnson, Europcar, Alitalia, Rai, Amnesty International e Ail. Dal 2010 è dipendente di Roma Capitale e attualmente presta servizio presso l'Ufficio di di Presidenza del Municipio Roma XIV dove si occupa di comunicazione istituzionale, attività redazionale sui canali social del Municipio e piani di comunicazione. Ama viaggiare e leggere.
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