Teatri di Vetro. Entertainment. Nella commedia in cui tutto è possibile, chi è lo spettatore?

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“È l’intrattenimento, bellezza!”, potremmo dire parafrasando la battuta di un vecchio film. È Entertainment – Una commedia in cui tutto è possibile di Ivan Vyrypaev, portato in scena, dalla compagnia Menoventi (Francesco Pennacchia e Tamara Balducci) per la regia di Gianni Farina, all’interno della diciassettesima edizione di Teatri di Vetro, il festival guidato da Roberta Nicolai al Teatro India di Roma.

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Entertainment – Una commedia in cui tutto è possibile: Francesco Pennacchia e Tamara Balducci

Come in un gioco di specchi, il teatro si svela a teatro ribaltando la prospettiva. Entrano in scena e si accomodano in platea. Non sappiamo se siano conoscenti, amici o qualcosa di più, prendono posto tra le poltroncine rosse della sala in fremente attesa dell’inizio della pièce. Lo sguardo è rivolto verso il palco, scrutano attenti davanti a loro. Lì dove, in assoluta controtendenza rispetto alla norma, c’è il pubblico.

Dopo qualche iniziale istante di imbarazzo – sono loro che guardano noi? Ci vedono? “In scena” ci siamo noi o loro? – la matassa inizia a dipanarsi: i due stanno assistendo ad uno spettacolo che ha come protagonisti un uomo e una donna Margot e Steven, lei ama lui e lui pur essendo attratto da lei pone come ostacolo la presenza di un terzo personaggio che non apparirà mai in scena, sua moglie Rebecca.

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Entertainment – Una commedia in cui tutto è possibile: Francesco Pennacchia e Tamara Balducci

In un continuo gioco di rimandi e di rottura della quarta parete, siamo ora sul palco con Steven e Margot e ora in platea con i due attori/spettatori che commentano emozionati e si confrontano sui meccanismi della finzione teatrale, sull’intima natura dell’intrattenimento e sull’eventualità che i due attori sul palco siano realmente innamorati l’uno dell’altra o meno.

Sul palco, invece, Steven e Margot sono alle prese con ben altri interrogativi: Steven ama Margot o Rebecca (la grande assente che “conosceremo” solo attraverso i grandiosi racconti di Steven a Margot che ipotizza possa non essere altro che l’ombra della paura di lasciarsi andare fino in fondo ai sentimenti nei suoi confronti)? Si può amare chi non c’è?

Se il punto di partenza è il testo dell’attore e drammaturgo russo Vyrypaev tradotto da Teodoro Bonci Del Bene, la compagnia Menoventi ci mette del suo e regala alla piéce una freschezza interpretativa e una concretezza tutta propria. «Nel testo di Vyrypaev si legge “l’azione è ambientata in platea”.

Quando, durante il nostro incontro su Zoom prima di iniziare il lavoro sul testo, gli ho raccontato come lo avremmo messo in scena e che avevamo dato per scontato che l’azione si svolgesse davvero in platea è rimasto senza parole. Ha detto che non ci aveva proprio pensato», racconta il regista durante l’incontro “La ribellione degli spettatori. Una controversia pubblica fra Lorenzo Donati e Gianni Farina” in cui i due si sono confrontati sulla originale produzione della compagnia all’insegna del teatro partecipativo in cui viene chiesto agli spettatori di fare qualcosa oltre a stare seduto in platea a guardare lo spettacolo e di entrare nel “gioco” scenico.

«Per lui – ha aggiunto – era ovvio che la platea fosse ricostruita sul palco e a me sembrava assurdo. C’è la platea, usiamo la platea. È così bello per lo spettatore stare per una volta dall’altra parte».  «Durante la scrittura, pur non sapendo che Teodoro l’avrebbe tradotto in italiano, l’ha sempre pensato come uno spettacolo italiano e l’ha scritto avendo  chiaramente in mente l’identità dei due personaggi: Marcello Mastroianni e Monica Vitti», ha poi raccontato.

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Entertainment – Una commedia in cui tutto è possibile: Francesco Pennacchia e Tamara Balducci

Una piéce che mette in discussione l’identità stabile dello spettatore in quanto tale. Chi è davvero lo spettatore? Noi, seduti sul palco, o i due che assistono alla rappresentazione delle vicende dei due amanti? La risposta probabilmente sta nel gioco stesso del teatro, a cui attori e spettatori si prestano prendendo parte.

Del resto, «Tutto è possibile», recita il sottotitolo e ripetono gli interpreti più volte. Finzione e realtà si mescolano nel corso della messa in scena su più livelli e più piani incastrandosi senza difficoltà. Esiste davvero un netto confine tra attore e personaggio? E tra spettatore e rappresentazione?

Entertainment «indica – si legge nelle note di regia – un meridiano non segnato sulla carta della realtà, un ambiente in cui attori, spettatori e personaggi innescano un cortocircuito che confonde i ruoli: senza di te io non esisto. Il varco per entrare nel gioco delle parti viene aperto dall’amore, forza generatrice che unisce i giocatori e confonde gli scenari; l’amore ha il potere di cambiare la funzione dei partecipanti per prepararli a prendere sul serio l’intrattenimento in corso».

Una proposta scenica innovativa, tanto da meritare una doppia nomination ai Premi Ubu 2023 nelle categorie “Nuovo testo straniero/scrittura drammaturgica” e “Miglior attore/performer” per Francesco Pennacchia, che rompe gli argini canonici della rappresentazione teatrale ed è fortemente coadiuvata dalla indubbia e notevole capacità attoriale dei due protagonisti che dominando con maestria i cambiamenti di registro e tono rendono fluido il passaggio palco/platea – attori/spettatori e Margot/Steven.

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Classe 1987. Romana di nascita, siciliana d’origine e napoletana d’adozione. Giornalista professionista, comunicatrice e redattrice freelance. Da sempre appassionata di (inter)culture, musica, web, lingue, linguaggi e parole. Dopo gli studi classici si laurea in Lingue e comunicazione internazionale e in seguito, presso l’università “La Sapienza” di Roma, si specializza in giornalismo laureandosi con una tesi d’inchiesta sul giornalismo in terra di camorra. Ha poi conseguito un master in Giornalismo (biennio 2017 – 2019) presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Giornalista per caso e per passione, ufficio stampa e social media manager per festival, eventi ed associazioni in particolare in ambito culturale e teatrale oltre che per Europride 2011, Trame – Festival dei libri sulle mafie e per Save the Children Italia (2022). Collabora con diverse testate occupandosi in particolare di tematiche sociali, culturali e politiche (dalle tematiche di genere all’antimafia sociale passando per l’immigrazione, il mondo Lgbtqia+ e quello dei diritti civili). Vincitrice della borsa di studio del premio “Giancarlo Siani” per l’anno 2019.
Fotografa, spesso e (molto) volentieri.

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