Indipendentemente #148. La rabbia. Analisi di cinque casi di violenza di Rosalba Trabalzini. Prevenire per combattere l’escalation dell’aggressività.

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La psichiatra Rosalba Trabalzini ha trascorso un periodo molto intenso esercitando la sua professione in un istituto penitenziario: da quella dura esperienza è nata l’opera La rabbia. Analisi di cinque casi di violenza (Meltemi editore), in cui narra la storia di cinque uomini che hanno praticato atti aggressivi contro delle donne, compagne di vita in tre occasioni ma vi sono anche una madre e delle semplici conoscenti.

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Di questi cinque casi di violenza, tre sono sfociati in crudeli omicidi; l’autrice ne parla con grande tatto, presentando il profilo di questi uomini e analizzando in particolare la loro infanzia e il loro processo di crescita, non indugiando sulla colpevolizzazione ma ricercando scientificamente e umanamente quali siano i fattori che hanno concorso a rendere queste figure dei violenti e degli assassini.

L’autrice si concentra sulla violenza contro le donne ma fa delle doverose premesse: per lei il termine femminicidio non deve essere considerato come un crimine a sé, o più rilevante degli altri, perché ogni omicidio è parimenti ingiusto e crudele.

«Oggi si tende a differenziare sempre più spesso l’atto violento esercitato sulle donne e a definirlo come una forma specifica di violenza, quella di genere, più comunemente nota come femminicidio. Più che categorizzare le forme di violenza, è bene puntare il dito sull’educazione all’utilizzo della rabbia impartita ai giovani maschi, fin da bambini, oltre che sul rispetto verso le donne […] non si può parlare solo ed esclusivamente di femminicidio, o fare prevenzione solo per il femminicidio e mettere in scena rappresentazioni finalizzate a prevenire il femminicidio significa derubricare qualsiasi altro omicidio. Provocare la morte a un altro essere vivente è un omicidio. È l’atto aggressivo finalizzato a togliere la vita a un essere vivente a dover essere prevenuto».

E si arriva al punto cardine della dissertazione di Rosalba Trabalzini: la prevenzione; sin da bambini, si deve essere educati a gestire l’aggressività, senza demonizzarla ma aiutando a dirottarla verso lidi positivi.

La violenza derivante dalla rabbia incontrollata non si combatte con il carcere e, ancor di meno, con punizioni fisiche quali, ad esempio, la castrazione chimica, che arrivano purtroppo tardi rispetto al crimine commesso, ma con il prevenire e l’inibire prematuramente i comportamenti violenti.

L’autrice ci offre degli interessanti spunti di riflessione, insistendo sul ruolo educativo genitoriale e scolastico, e facendoci comprendere, tramite le storie narrate e il vissuto dei cinque uomini analizzati, quali sono i comportamenti da evitare e le “red flags” da attenzionare mentre si educa il proprio figlio o il proprio alunno.

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Antonella Quaglia è una content editor e organizzatrice di eventi. Laureata in DAMS Cinema a Bologna, ha conseguito un Master in Management degli eventi artistici e culturali a Firenze. Dopo aver lavorato nel settore dell’organizzazione di mostre d’arte, segue diversi corsi in editoria e collabora con uffici stampa e riviste del settore.

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